Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “La Repubblica”
adeguamento delle pensioni all inflazione - bozza manovra
Il governo di destra stronca una volta per tutte il salario minimo in Italia: ma anche con quelli medi non ce la passiamo bene. Il Paese, dove la produttività è zero da un quarto di secolo (anzi — 0,1%, dato Istat), è ormai da anni nelle retrovie per crescita delle retribuzioni.
Anche gli “aumenti negoziati” di quest’estate — attorno al 3%, e per compensare il balzo dell’inflazione — sono sotto la media europea, che uno studio di Barclays ha stimato al 4,5% per i contratti nazionali: e stanno per frenare.
Chi vuole paghe che salgono più ripide della media, tra il 5 e l’8%, più accomodarsi in Austria, Belgio, Olanda, o perfino nel mediterraneo Portogallo. Tutti Paesi, tra l’altro, provvisti di salario minimo.
STIPENDI BASSI IN ITALIA
Uno studio di Barclays il 15 novembre ha fotografato le differenze di potere contrattuale dei lavoratori nel continente, e concluso che c’è ancora «una tendenza forte al rialzo dei compensi nel terzo trimestre»: ma dovrebbe essere l’ultimo, perché dall’anno nuovo l’ufficio studi britannico prevede una decelerazione degli aumenti, causata «dall’indebolimento del mercato del lavoro e dall’ulteriore riduzione dell’inflazione, che ha trascinato il recupero dei salari nel 2023». […]
inflazione 1
Fin qui, tutti pari. Ma le paghe dei lavoratori, nei singoli Paesi, si muovono in modo disomogeneo. In Germania il settore privato è “caldo”, con un +4,5% in estate, ma sta frenando, e sarà il dato dei dipendenti pubblici a dire quanto. In Francia, Paese più lento tra i grandi dell’Ue, i salari stanno già calando, ma per Barclays potrebbero riprendersi con le negoziazioni di fine anno, fino a un +3,9% nel primo trimestre 2024. L’Italia dà segni di vita: ma sul terzo trimestre Barclays la vede penultima per crescita tra gli otto grandi dell’Ue.
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antonio tajani giorgia meloni giancarlo giorgetti
Depurando i dati dall’inflazione, che la Commissione Ue stima al 6,1% in Italia quest’anno, al 2,7% nel 2024 e al 2,3% nel 2025, si tratta di aumenti “negativi” per il potere d’acquisto. Per battere il carovita bisogna vivere in Belgio, dove “la maggior parte dei salari è collegata all’inflazione”, e benché in frenata restano a +7,1%; o in Olanda e in Austria, dove i salariati spunteranno aumenti medi 2023 del 5-6%.
giorgia meloni giancarlo giorgetti