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    LA QUARANTENA DEI GIUSTI: GUIDA TV PER RECLUSI – ANCHE OGGI È UN TRIONFO DI CINEMA ITALIANO DI GENERE. DA “ROMA VIOLENTA” DI MARINO GIROLAMI, PRIMO POLIZIOTTESCO CON MAURIZIO MERLI A “PENSIONE PAURA”, SOFISTICATO THRILLER-EROTICO CON LUC MERENDA E LA RAGAZZINA MALIZIOSA LEONORA FANI – PER I MANIACI DELLA COMMEDIA SEXY PIÙ PECORECCIA C’È UNA PERLA DEL GENERE, “CALORE IN PROVINCIA” – VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Che vediamo oggi? Devo dire che anche oggi è un trionfo di cinema italiano di genere. Da “Roma violenta” di Marino Girolami, primo poliziottesco con Maurizio Merli, che usciva dal Garibaldi televisivo, Cine 34 19, 30, a “Pensione paura”, sofisticato thriller-erotico diretto da Francesco Barilli con Luc Merenda e la ragazzina maliziosa Leonora Fani, da “A 008 operazione Sterminio”, eurospy di Umberto Lenzi con Alberto Lupo e Ingrid Schoeller, Rai Movie 15, 55, a “Escape Plan – Fuga dall’inferno” con Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone, Rai Due alle 21, 20, dai “Pirati dei Caraibi. La maledizione della prima luna” di Gore Verbinsky con Johnny Depp e tutta la banda, Canale 5 alle 21, 20, a “Calore in provincia” di Roberto B. Montero con Patrizia Gori e Enzo Monteduro, Cine 34 alle 22, 55.

     

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    Perfino il film più intellettuale e moderno, “Anime nere” di Claudio Giovannesi con Fabrizio Ferracane, Rai Movie alle 23, è un noir calabrese molto classico. Preparatevi.

    Intanto alle 14, 25 su Rai Movie c’è “Mani di pistolero” con Craig Hill, uno spaghetti western molto barocco, nonché prima regia di Rafael Romero Marchent, fratello del più noto Joaquín, che ha scritto il copione. Alberto Grimaldi lo coprodusse a patto che Joaquín supervisionasse il tutto.

     

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    Lo fece, ma poi ruppe con la Pea, dopo uno scatto d’ira con Salvatore Alabiso, socio di Grimaldi,  che si era permesso di scegliere lui gli attori per un film. E’ anche il primo western europeo di Craig Hill, noto per la serie tv “Avventure in elicottero”, che poi rimase per sempre in Spagna dopo essersi sposato Teresa Gimpera. “Regression” di Alejandro Amenabar con Ethan Hawke, Emma Watson e David Thewlis, Iris alle 15, me lo ricordo come thriller poco riuscito malgrado i talenti impiegati.

     

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    Ottimo, anche se un po’ antico, lo sapete già, “Maciste nella Valle dei Re” di Carlo Campogalliani con Mark Forest e Chelo Alonso, Rai Movie alle 15, 50. Più raro l’ingenuo e divertentissimo, su Cine 34 alle 15,55, “A 008, operazione Sterminio”, primo spy diretto da Umberto Lenzi con Alberto Lupo e Ingrid Schoeller protagonisti. A un mese di distanza dal primo A 009 prodotto dalla PEA di Alberto Grimaldi, la Romana Film di Fortunato Misiano fa uscire questo A 008. Che poi Alberto Lupo, in realtà, è solo l’agente 006, mentre 008 è la bella e più accreditata Ingrid Schoeller.

     

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    Insieme devono recuperare una macchina antiradar rubata dal cattivo John Heston alias Ivano Staccioli. ”Il film”, spiegava il regista, “era girato quasi tutto al Cairo con alcune sequenze a Zermatt. Mi piaceva l’idea di alternare il deserto col caldo asfissiante della Valle del Nilo con la neve dell’alta montagna”. Incassi disastrosi, il pubblico non abboccò. Per Lenzi la colpa fu della scelta di Alberto Lupo, popolarissimo dopo “La cittadella” in tv, che non venne accettato dal grosso pubblico del cinema. Memorabili trucchi da 007 all’italiana, l’ombrello-mitra, la pistola che si liquefà. Certo, è di cioccolata.

    escape plan – fuga dall’inferno 1 escape plan – fuga dall’inferno 1

     

    Sarà meglio dare un occhiata su Rete 4 alle 16, 45 al tardo western americano “L’ultimo colpo in canna” di Jerry Thorpe (non era male) con Glenn Ford, Arthur Kennedy, Dean Jagger e Harry Dean Stanton, con gli Apache che rapiscono la moglie del protagonista che parte alla ricerca della donna con un ambiguo vicino. Non aveva gran culto nel 1968, figuriamoci adesso…

     

     

    l’ultimo colpo in canna l’ultimo colpo in canna

    Meglio un bel ripasso di un capolavoro dei fratelli Coen, “A Serious Man” con Michael Stuhlbarg, Iris alle 17, 10, un film difficile, molto legato alla culura e alla tradizione ebrea, sul fato e la scelta. Se non avete tempo per impegnarvi seriamente su un film del genere, avete sempre il bel western pre-Leone di Joaquim Luis Romero Marchent “I sette del Texas”, Rai Movie alle 17, 30, e soprattutto “Straziami ma di baci saziami” di Dino Risi con Nino Manfredi, Pamela Tiffin e Ugo Tognazzi, Cine 34 alle 17, 35. Superclassico che non vedo da un po’, che allora piacque moltissimo al pubblico e proprio per questo, a noi critici più scatenati, ci sembrava meno riuscito dei capolavori di Dino. Poi tutta questo lavoro sulle canzoni popolari del tempo e sul fotoromanzo ci indispettiva. Ma il film fa molto ridere.

     

    escape plan – fuga dall’inferno escape plan – fuga dall’inferno

    Alle 19 scontro furibondo tra “Ferdinando I, Re di Napoli” di Gianni Franciolini con Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, ma ci sono anche anche Mastroianni-De Sica-Fabrizi-Rascel, Rai Movie, grande classico della commedia italiana, e il cultissimo poliziottesco “Roma violenta” di Marino Girolami con Maurizio Merli per la prima volta nel genere come commissario Betti e John Steiner come il cattivo “Er Chiodo”, Cine 34. L’idea del film è del vecchio Edmondo Amati, che aveva già prodotto “La polizia incrimina la legge assolve” di Enzo G. Castellari con Franco Nero e cercavo un’alternativa a Nero.

    maciste nella valle dei re chelo alonso maciste nella valle dei re chelo alonso

     

    Dopo aver scartato Richard Harrison, troppo americano, arrivò a Merli, il garibaldi televisivo. “Ho accettato e mi sono buttato con passione in questo lavoro”, disse, “Ho fatto di tutto: scene d’azione e scene private, anzi una di queste scene l’ho fatta aggiungere io, per creare un personaggio vero, un personaggio di tutti i giorni”. Lo dirige il padre di Enzo G. Castellari, Marino Girolami, col nome d’arte di Franco Martinelli. Attenzione! E’ l’unico film, sembra, dove si veda il baracchino da fioraio del grande Salvatore Baccaro, il “mostro” di tanti film italiani del tempo. Fece un botto di soldi.

     

     

    dove osano le aquile dove osano le aquile

    Alle 21 la serata non è affatto male. Si va dal megaclassico “Dove osano le aquile” di Brian G. Hutton, war movie pieno d’azione  e di morti con Clint Eastwood, Richard Burton, Mary Ure e la bellissima Ingrid Pitt, Iris, un film celebre anche per la quantità d’alcool bevuta da Burton dentro  e fuori dal set coi suoi amici Richard Harris e Peter O’Toole, oltre che per essere uno dei modelli di “Unglorious Bastards”, al raffinato thriller canadese considerato poco riuscito “The Captive-Scomparsa” di Ayom Egoyan con Ryan Reynolds e Rosario Dawson, Rai Movie.

     

     

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    Dal coatto ma divertente “Escape Plan – Fuga dall’inferno” diretto da Michael Hafstrom con la coppia Stallone-Schwarzegger, Rai Due, al per me ignoto “Tokarev” di Pablo Cabezas con Nicholas Cage, Italia 1. Dal perfetto per una serata in famiglia “Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna” di Gore Verbinsky con Johnny Depp, Orlando Bloom, Geoffrey Rush, Keira Knightley, Canale 5, al thriller stracult “Pensione paura” di Francesco Barilli con Luc Merenda e la stellina Leonora Fani, da anni rinchiusa a vita privata, Cine 34. Scritto da Barbara Alberti e Amedeo Pagani, “Pensione paura” è il secondo film da regista di Francesco Barilli dopo “Il profumo della signora in nero”, più un film di atmosfere torbide, da primo dopoguerra, che un vero film di paura. La ragazzina Leonora Fani aspetta il rtorno del padre e gestisce una pensione piena di tipi brutti e assatanati. Dubito che stasera passi la versione integrale, ahimè.

     

     

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    In seconda serata, intorno alle 23, il pubblico più colto può vedersi con gran piacere “Anime nere” di Francesco Munzi con Fabrizio Ferracane, Barbora Boboulova e Marco Leonardi su Rai Movie, un ottimo Calabro-movie presentato anche in concorso a Venezia cupo al punto giusto, quello più popolare si divertirà col fantascientifico “Il sesto giorno” di Roger Spottiswoode con Arnold Schwarzenegger, Italia 1, che ricordo niente male, o col fantasy di Philip Noyce “The Giver – Il mondo di Jonas” con Brenton Thaites, Meryl Streep e Jeff Bridges, Rai Due, che non ho mai visto.

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    Per i maniaci della commedia sexy più pecoreccia c’è però una perla del genere, “Calore in provincia” di Roberto Bianchi Montero con Patrizia Gori, Enzo Monteduro e Francesco Mulè. Girato tra Otranto, Scorrano, Maglie, prodotto da una società, la Messapia Film, di proprietà del vecchio Montero e di Antonio De Donno, “ma i soldi li mise il presidente di una banca, Vincenzo Tamborino”, spiegava Monteduro, è un misto di film di mafia comico e di erotico di provincia. 

     

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    “Il titolo originale”, spiegava Monteduro, “doveva essere Mafioso di paglia. Lo hanno cambiato perché se tu metti Mafioso di paglia con uno come Monteduro la gente entra e capisce che deve ridere. Perché uno come me mafioso non può essere: se vola uno schiaffo lo prendo senz’altro io… Invece Calore in provincia trasmetteva altre sensazioni… Joe Dallesandro aveva fatto il film Calore e siccome aveva incassato tanto – al Metropolitan è rimasto più di due mesi – allora, genialità dei produttori, si decise di chiamarlo Calore in provincia.”

     

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    Roberto Bianchi Montero, il regista, a detta della protagonista Patrizia Gori, era già un bel po’ rincoglionito. Imperdibile. Attenzione che nella notte partono altri due film interessanti. Il fantascientifico di serie Z “Robowar” di Bruno Mattei su Cine 34, forse la vera perla del giorno, e “Fiore” di Claudio Giovannesi con Dafne Scoccia, Valerio Mastandrea e lo sfortunato Josciua Algeri, morto giovanissimo un paio d’anni fa, Rai Movie. Se “Fiore” è una bellissima storia romantica fra due ragazzi con non pochi problemi diretto da un regista di grande talento come Giovannesi, va detto che “Robowar” di Bruno Mattei, 1988, scritto da Rossella Drudi e Claudio Fragasso è la risposta italiana a “Predator” con tal Reb Brown, l’eroe di “Strike Commando” e “Yor” che se la vede nella giungla assieme ai suoi uomini con un robot assassino.

     

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    Ma il robot, costruito dai fratelli Paolocci, con un uomo che si muove dentro un costume a 40 gradi nelle Filippine, anche a detta di Mattei funzionava poco. “Infatti l’ho messo pochissimo, invece tutta la marcia è venuta abbastanza bene”.  Se anche dopo “Robowar” non ce la fate a dormire, alle 3, 50 passa non so dove “Silenzio, si gira!” di Carlo Campogalliani cpn Beniamino Gigli e Mariella Lotti.

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