Marco Giusti per Dagospia
LE SUORE IN THE NEW POPE
Stesi sul divano da ore? Stanchi e stressati dopo una giornata di paura davanti alla tv? Vi capisco. Inoltre avrete già visto ogni serie possibile, immagino. Io mi sono sparato già tutta “L’amica geniale” di Saverio Costanzo, ottima, la trovate su Rai Play, “The New Pope” di Paolo Sorrentino, leggetevi il saggione di Carlo Freccero appena pubblicato su “Link”, e aspetto con impazienza gli ultimi due episodi di “The Outsider”, tratto dal romanzo di Stephen King, un po’ lenta, ma molto ben fatta, con una strepitosa Cynthia Erivo e un Ben Mendelsohn che non sa bene dove è capitato.
the new pope
Troppo poliziotti, ma fa abbastanza paura. Stasera ci sarebbe pure la prima puntata di “Yellowstone” con Kevin Costner un po’ bollito, serie western scritta da Taylor Sheridan (sceneggiatore di “Sicario”), ma già vecchia di un paio d’anni fa e non molto considerata dalla critica. Della nuova stagione di “Westworld”, on onda fra due giorni, confesso di avere visto la prima puntata ma non ho capito molto. Però torna Thandie Newton e già basta. Ma se siete patiti di cinema spostatevi sui canali Rai e Mediaset.
l'amica geniale storia del nuovo cognome 1
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LE LIBRE D IMAGE - GODARD gloria guida nuda in l'affittacamere 2
Per i più cinefili proprio stanotte su Rai Tre a “Fuori Orario” all’una e qualcosa Roberto Turigliatto presenta l’ultimo film di Jean-Luc Godard, “Le livre d’image”, bellissimo, non facilissimo, ma sarà meglio di “Amici” di Maria De Filippi, stasera su Canale 5, o no? Se preferite potete vedere su Rai Movie alle 00, 35 “L’affittacamere” di Mariano Laurenti, una commedia sexy del 1976 con Gloria Guida nudissima, si spoglia dopo 3 minuti e 10 secondi dalla sua apparizione sullo schermo. Non è affatto male, ci sono pure Adolfo Celi, Vittorio Caprioli, Banfi e Cannavale e Luciano Salce chirurgo distratto, a un paziente ha tagliato i testicoli al posto dell’appendicite (“Era posizionata un po’ bassa”).
la poliziotta della squadra della buon costume4 the new pope
Sul fondamentale Canale 34 di Mediaset, ormai il Paradiso dei cinefili più accaniti, dove trovare copie rarissime di film ritenuti perduti come “Top Crack” di Luigi Russo (non sanno quant’era brutto, però), stasera dalle 19 in poi hanno preparato ben tre film con Edwige Fenech nudissima protagonista: “La soldatessa alle grandi manovre” del grande Nando Cicero, dove circola la geniale battuta “Soldato come vai di corpo?” – “Come gli altri, col culo!”, “La poliziotta fa carriera” e “La poliziotta della squadra della Buon Costune”, entrambi diretti da Michele Massimo Tarantino, che sono poi i primi due episodi della poliziotta post-Mariangela Melato. Imperdibili, se non li avete visti.
Io e Dago ci siano rivisti, ognuno a casa sua, “La città delle donne” di Federico Fellini.
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Che dire? Metà capolavoro metà film non riuscito. Da una parte si sente troppo la pressione delle femministe incazzate del tempo (1979) e la poca grazia di Fellini nel trattarle. Al punto che ancora oggi le vecchie femministe storiche, malgrado Adele Cambria avesse lavorato da cuscinetto tra il maestro e le ragazze, odiano il film. Ma si sente anche il disastro che fu la scomparsa di Nino Rota, che Fellini rimpiazza col pur valido Luis Bacalov chiedondogli di ispirarsi a Rota. Supersbaglio. E si sente l’ombra funerea della morte per suicidio, prima della fine delle riprese, del povero Ettore Manni, coprotagonista nel ruolo di Katzone, che si sparò con la doppietta dopo che Fellini non la smetteva di umiliarlo di fronte a tutti per non essere in grado di recitare la sua parte. Alla sua morte, Fellini, sembra, scomparì dal set, e il film venne chiuso alla meglio senza una giustificazione plausibile della scomparsa del personaggio.
la poliziotta della squadra della buon costume ALBERTO SORDI UN AMERICANO A ROMA STENO
Ma il film ha delle pagine meravigliose, penso a tutto il sogno delle avventure erotiche del protagonista Snaporaz-Marcello Mastroianni, un andamento onirico meraviglioso, la presenza delle soubrettine mezze nude come Donatella Damiani, con un seno enorme, che presto uscì dalle scene (l’ho ritrovata pochi anni fa, ma non voleva farsi riprendere), tutto il monologo in triestino della grandiosa Jole Silvani nel film che meglio la rappresenta, le apparizioni di vecchi volti del cinema felliniano come Mimmo Poli e Marcello/Marcella Di Folco, di star del cinema sexy come Marina Frajese e Malisa Longo nel ruolo delle motocicliste, ma anche di tutte le femministe romane del tempo, come Ippolita Avalli.
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In questi giorni di centenario sordiano, vi potete anche rivedere grandi classici come “Un americano a Roma” di Steno, o leggervi il bel libro di Alberto Anile “Alberto Sordi”, edizioni Sabinae, dedicato all’attore, pieno di informazioni rare e utili sulla vita dell’attore e piccole e grandi scoperte che hanno messo in subbuglio il mondo degli storici del cinema, criticoni come pochi. I problemi sono sempre gli stessi.
Qual è il primo vero film di Sordi? E quello dove nasce il suo personaggio? Chi ha inventato Nando Moriconi o Meniconi? Ma è proprio scritto da Sordi questo progetto per la terza avventura del personaggio intitolata “L’America”? Ne possiamo parlare per ore. E il progetto del film su Gladio scritto da Furio Scarpelli e Paolo Virzì? E l’incontro-scontro con Totò col progetto di film, mai fatto, “Totò e figlio”? Leggiamo, leggiamo, che è meglio.
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