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    "UN DRAMMA CHE, INVECE DI DESTARE PIETÀ E COMPASSIONE, HA SCATENATO IL PEGGIO DA ALCUNE PERSONE" - LA RABBIA DEL VICESINDACO DI CATTOLICA CONTRO I "LEONI DA TASTIERA" CHE HANNO COMMENTATO CON IRONIA LA MORTE DI UN UOMO, SCHIACCIATO DA UN BANCALE DI NOVE QUINTALI MENTRE STAVA RUBANDO DELLE BOTTIGLIE D’ACQUA SUL RETRO DI UN SUPERMERCATO, CON BATTUTE E EMOTICON SORRIDENTI: "VIENE DA CHIEDERSI DA DOVE PROVENGA QUESTO LIVORE SPROPOSITATO, MA SOPRATTUTTO, DA…"


     
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    Benedetta Centin per corrieredibologna.corriere.it

     

    Umberto Sorrentino MORTO SCHIACCIATO MENTRE RUBAVA DELLE BOTTIGLIE D ACQUA Umberto Sorrentino MORTO SCHIACCIATO MENTRE RUBAVA DELLE BOTTIGLIE D ACQUA

    Muore un 47enne il giorno di Pasquetta tentando di rubare delle bottiglie d’acqua sul retro di un supermercato di Cattolica (Rimini), e venendo investito da un bancale di nove quintali, e sui social si rincorrono commenti inquietanti contro la vittima. Non senza spiazzante ironia ed emoticon fuori luogo. Leoni da tastiera che hanno fatto indignare il vice sindaco di Rimini, Chiara Bellini, che parla di un «bieco frasario dell’orrore» e di «un dramma che, invece di destare pietà e compassione, ha scatenato il peggio da alcune persone, che dietro la tastiera si sono sentite libere di poter dar fondo ad un registro spietato di volgarità, disumanità e violenze verbali di ogni tipo».

    Umberto Sorrentino MORTO SCHIACCIATO MENTRE RUBAVA DELLE BOTTIGLIE D ACQUA Umberto Sorrentino MORTO SCHIACCIATO MENTRE RUBAVA DELLE BOTTIGLIE D ACQUA

     

    Volgarità e ironia (ed errori grammaticali)

    Non solo: quel che è peggio appunto «Davanti a una persona morta – prosegue l’assessore -. Senza più pietà, in uno scenario di impoverimento anche linguistico che non è mai solo una questione personale, ma anche e soprattutto di etica democratica o più brutalmente di cosa stiamo diventando e siamo già diventati».

     

    Umberto Sorrentino MORTO SCHIACCIATO MENTRE RUBAVA DELLE BOTTIGLIE D ACQUA Umberto Sorrentino MORTO SCHIACCIATO MENTRE RUBAVA DELLE BOTTIGLIE D ACQUA

     Bellini riporta anche un estratto di quanto è stato pubblicato, senza troppe riserve, sui social contro Umberto Sorrentino, questo il nome della vittima, un disoccupato, filmato dalle telecamere di videosorveglianza del supermercato mentre cerca di appropriarsi delle bottiglie e viene schiacciato dal pesante carico.

     

    Umberto Sorrentino MORTO SCHIACCIATO MENTRE RUBAVA DELLE BOTTIGLIE D ACQUA Umberto Sorrentino MORTO SCHIACCIATO MENTRE RUBAVA DELLE BOTTIGLIE D ACQUA

    Ecco alcuni dei commenti degli utenti online che l’amministratrice comunale ha voluto citare: «L’ennesima morte sul “lavoro”, “altissima purissima levissima”, “se l’ha proprio cercata’ (sì, avete letto bene, proprio così …”se l’ha…”), e poi un susseguirsi di faccine sorridenti e pollici in su, qua e là inframezzato dal classico “basta buonismo” – scrive il vicesindaco che commenta - Un crescendo indegno in cui, per parafrasare un canto partigiano di Nuto Revelli, viene da commentare “pietà l’è morta’”». Per Bellini, che precisa come ha riportato «per pudore e sintesi solo una piccola parte», si tratta di «un bieco frasario dell’orrore».

     

    La furia del vicesindaco: «Bestie»

    Umberto Sorrentino MORTO SCHIACCIATO MENTRE RUBAVA DELLE BOTTIGLIE D ACQUA Umberto Sorrentino MORTO SCHIACCIATO MENTRE RUBAVA DELLE BOTTIGLIE D ACQUA

    E il vicesindaco qui si interroga: «Viene da chiedersi da dove provenga questo livore spropositato, ma soprattutto, da interrogarsi per capire i motivi della deriva di una società che non esita neanche più un secondo a condividere pubblicamente parole che non si sa da quale antro personale provengano». Per Bellini «La pietà, o la compassione – ovvero il “patire insieme” – si sono tramutate, prima nel linguaggio e poi nei comportamenti, in una ricerca ossessiva dello “star bene da soli”, senza gli altri, anzi, contro gli altri».

    Umberto Sorrentino MORTO SCHIACCIATO MENTRE RUBAVA DELLE BOTTIGLIE D ACQUA Umberto Sorrentino MORTO SCHIACCIATO MENTRE RUBAVA DELLE BOTTIGLIE D ACQUA

     

     Insomma, un odio che va combattuto «per sradicare modelli culturali violenti, ma anche per dare rispetto alla vita umana e un senso al sentirsi e percepirsi come comunità». Il modo per attuare tutto questo per l’assessore di Rimini è chiaro: «Cominciando a riprenderci cura delle parole, ridandogli valore, significato, peso e quella misura senza la quale, insieme alla pietà, rischieremmo di perdere definitivamente anche le fondamenta della nostra convivenza civile».

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