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    DAGO GAMES BY FEDERICO ERCOLE - “THE LIAR PRINCESS AND THE BLIND PRINCE”, PICCOLO VIDEOGIOCO DI NIPPON ICHI SOFTWARE PER SWITCH NINTENDO, PLAYSTATION 4 E PS VITA, È UN GIOIELLO DEL RACCONTO DIGITALE CHE VA OLTRE IL VIDEOGAME, SOTTOMETTENDO LE DINAMICHE LUDICHE DEL MEDIUM ALLE ESIGENZE ARTISTICHE, RISULTANDO QUINDI ELEMENTARE, TALVOLTA RIPETIVO NELLA SUA ENIGMISTICA, MA ASSAI MENO DI TANTI GIOCHI PIÙ BLASONATI - VIDEO


     
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    Federico Ercole per Dagospia

     

    the liar princess and the blind prince the liar princess and the blind prince

    C’era una volta una mostruosa lupa che cantava dolci armonie tra la flora oscura della selva che vegetava attorno ad un antico regno. Un giovane principe, estasiato dalle misteriose melodie, si recava ogni giorno all’ombra di quegli oscuri alberi per ascoltare ancora una volta la bella musica, della quale ignorava l’origine.

     

    La lupa cominciò a compiacersi di quella presenza umana, finchè un tragico giorno ecco il principe tentare di scalare il dosso sopra il quale canta la bestia e questa, istintivamente, lo ferì al viso con gli artigli. Il principe non vide più e, sfigurato, fu recluso nel suo castello.

     

    Solo con la magia di una potente strega il giovane avrebbe potuto sperare di riacquistare la vista e la lupa decise di accompagnarlo dalla megera. Tuttavia prima si recò solinga alla stamberga della vecchia incantatrice, rinunciò al proprio talento musicale e, in cambio di questa, ottenne la facoltà di trasformarsi a volontà in una fanciulla, affinché il principe ferito non potesse riconoscere in lei il suo carnefice.

     

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    Comincia con questa fiabesca e tenera premessa The Liar Princess and the Blind Prince, piccolo videogioco di Nippon Ichi Software per Switch Nintendo, Playstation 4 e Vita uscito in un mese che è la sagra dello sparatutto kolossal più o (soprattutto) meno riuscito ma roboante. La piccolezza di questa favola numerica non è qualitativa, solo quantitativa, come quella di un prezioso libricino sepolto in libreria da tanti grandi tomi dal contenuto assai meno poetico.

     

    Un lied di Franz Schubert suonato in una soffitta, travolto dai suoni retorici e burrascosi  di un teatro dove si esegue una grande, dimenticabile opera di Meyerbeer. Un sonetto di  Keats copiato su un foglietto da uno studente curioso e usato dal fratello maggiore come segnalibro di un’antologia di cori da stadio.

     

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    The Liar Princess and the Blind Prince è un gioiello del racconto digitale che va oltre il videogame, sottomettendo le dinamiche ludiche del medium alle esigenze artistiche, risultando quindi elementare, talvolta ripetivo nella sua enigmistica, ma assai meno di tanti giochi più blasonati, dove non si fa altro che sparare ed esibirsi in rete con i frutti delle proprie micro-transazioni.

     

    ILLUSTRAZIONI NUMERICHE

    La narrazione è supportata da un’illustrazione in 2D che sottolinea la dimensione favolosa ed esemplare del racconto. The Liar Princess and the Blind Prince è disegnato a mano, con uno stile originale, evidentemente nipponico ma non troppo, invece più simile alla scuola d’animazione russa degli anni ‘70, ricordandoci talvolta le illustrazioni di un vetusto libro di fiabe o gli schizzi a matita di un bimbo dotato per l’arte.

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    Nel corso del gioco accompagnamo il principe non vedente per una foresta pericolosa, conducendolo per mano attraverso diverse insidie, come Ico condusse Yorda nel capolavoro di Fumito Ueda, ma ribaltando il luogo comune dell’uomo forte e della fanciulla indifesa. La principessa bugiarda, poichè continua a mentire sulla sua vera forma di licantropo al contrario, può ritornare una bestia a suo piacimento, eliminando i mostri che soggiornano tra labirinti di alberi e funghi abnormi.

     

    L’alternanza della forma della ragazza-lupo è inoltre fondamentale per risolvere gli enigmi ambientali che ostacolano il percorso. Qualche volta anche il principe può rendersi utile, sebbene non veda. Si tratta di puzzle semplici ma vari e mai troppo scontati, funzionali alla prosecuzione di una storia che sebbene sia breve e lineare contiene qualche piacevole digressione opzionale, come quella di trovare e raccogliere i fiori da portare al principe con i quali egli delizia il suo olfatto e il suo tatto. 

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    DELITTO, CASTIGO E REDENZIONE

    The Liar Princess and the Blind Prince induce sullo struggimento e il senso di colpa della lupa antropomorfizzata, sul suo amore nascente per il principe, sulle ambiguità della menzogna, anche quando a fini salvifici. Ella è tormentata, teme che il giovane possa scoprire la sua forma originale, che si accorga che ella è lo stesso mostro che lo precipitò nella cecità. Inoltre, sebbene la lupa possegga una forma umana, è fondamentale per l’evoluzione dell’intreccio che ella non sia più in grado di eseguire quei canti incantevoli che tanto ammaliarono il principe.

     

    Si tratta di un dramma degli equivoci, ma soprattuto di una dolce, triste storia di un amore che sta al giocatore dimostrare se impossibile o no. Notevole è inoltre l’accompagnamento musicale, talvolta solo un’appendice sonora dei panorami bidimensionali e quindi a tratti ripetivo, altre invece contrappunto emozionale degli eventi e davvero lirico.

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    UNA FIABA D’AMORE UNIVERSALE

    The Liar Princess and the Blind Prince è un videogame da giocare al buio a letto, “sfogliandolo” come si fa con un libro che leggemmo durante l’infanzia e i cui contenuti scopriamo ancora validi, adattati dal tempo e dal loro valore,  alla nostra età. Oppure da condividere con dei bambini o lasciarglielo vivere da soli. Tuttavia è da tenere in considerazione che l’audio del gioco è in giapponese e  i sottotitoli solo in inglese.

     

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    Quindi, se conoscete la lingua, potreste tradurlo ai più piccoli oppure utilizzarlo per migliorare il loro apprendimento dell’inglese. D’altronde un tempo, e qualche volta ancora oggi, molti videogiochi più di nicchia non sono localizzati in italiano e invece che lagnarsene bisognerebbe considerarlo uno stimolo per approfondire una lingua diversa dalla nostra. Ci sono schiere di ragazzini che hanno imparato l’inglese giocando, con il vocabolario in mano, le versioni americane dei giapponesi Final Fantasy IV o VI, durante gli anni ’90.

     

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    Favola etica sull’amore che non si fonda sull’apparenza ma sul profondo, The Liar Princess and the Blind Prince è una storia da esperire, da diffondere, da non dimenticare, prova evidente che i videogiochi di oggi, sebbene minacciati da milionarie forme sempre più brutte, maleducate e noiose, non hanno ancora perso l’anima artistica per diventare “servizi”  proposti a un pubblico distratto in un poco allettante mercato industriale dell’usuale.

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