marco chiocci
IL CDR DEL TG1, APPROVATO IL PIANO EDITORIALE DI CHIOCCI
(ANSA) - ROMA, 27 LUG - La redazione del Tg1 ha approvato con un'ampia maggioranza il piano editoriale del direttore Gian Marco Chiocci. Lo annuncia il comitato di redazione della testata, spiegando che hanno votato 134 giornalisti su 141 aventi diritto. I sì sono stati 101 (il 75.3%), i no 26 (19.4%), quattro le schede bianche, tre le nulle.
COME FAR SPARIRE IL GIORNALISMO REGGI-MICROFONO DAI TELEGIORNALI
Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
ALDO GRASSO
Cambia la mensa del Tg1: niente più pastoni, niente più panini. Lo ha promesso il direttore Gian Marco Chiocci: «Si può andare oltre i pastoni indigesti? Si può pensare a un’alternativa rispetto al panino, con i vocali di maggioranza e opposizione? Io dico di sì». Il pastone è già sparito da tempo (espressione gergale che esprime l’idea di un impasto di notizie, commenti e dichiarazioni di esponenti dei diversi schieramenti politici: nella confusione vinceva sempre il governo); il «panino» è archeologia, ma si usa ancora.
GIAN MARCO CHIOCCI
Se ne lamentava già Giorgio Bocca in un articolo del 5/10/2006: «Racconta Francesco Pionati che di panini televisivi se ne intende: “Devi misurare le presenze con il bilancino. Dai un minuto a Pecoraro Scanio e devi darne uno a Diliberto. I partiti decidono loro, ti mandano chi vogliono. L’idea del panino è stata di Clemente Mimun durante il primo governo Berlusconi. La prima fetta di pane spetta al governo, in mezzo ci metti la fettina di mortadella dell’opposizione che protesti, attacchi, contesti tanto; poi, puntualmente, arriva la seconda fetta di pane riservata alla maggioranza di governo”».
Un po’ di esperienza semiotica insegna che le tecniche d’argomentazione per confezionare le notizie a favore della maggioranza sono molte e sofisticate; magari Gian Marco Chiocci ne inaugurerà una nuova che porterà il suo nome.
clemente mimun foto di bacco (1)
Per questo ci accontenteremmo di molto meno: solo un giornalismo rispettoso della cronaca può aspirare alla sparizione del giornalismo reggi-microfono. Basta con le interviste ai citofoni e ai passanti; basta con gli inseguimenti molesti; basta intervistare un parente che ha appena subito un grave lutto per chiedergli «cosa prova in questo momento?»; […] In una tv dominata dall’audience, l’informazione soffre di semplificazioni demagogiche: si sforza di non urtare nessuno al solo scopo di incontrare i gusti dei più. Per questo è buona regola promettere poco e dare molto.