GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA
1 – LE TRE STAZIONI DELLA “VIA TRUCIS” DI CONTE (DAGOSPIA DEL 4 GENNAIO 2020)
2 – UNA TRATTATIVA IN SALITA «QUI È TUTTO DA RIFARE»
Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI - BY GIANBOY
Alla fine a picconare il Conte 2 non è Renzi ma Speranza. Per difendere la «sua» Basilicata il ministro della Salute, come fosse un semplice deputato di collegio, boccia la mappa dei siti per i rifiuti radioattivi resa nota dal governo. Il suo clamoroso comunicato testimonia che l'epicentro della crisi è a Palazzo Chigi.
sergio mattarella giuseppe conte
La sortita di Speranza è la prova non solo dell'assenza di coordinamento tra i dicasteri, ma della totale mancanza di gioco di squadra e di solidarietà nell'esecutivo. D'altronde il ministro della Difesa Guerini aveva già riconosciuto i sintomi della crisi osservando le dinamiche in Parlamento, «perché quando ogni gruppo della maggioranza applaude solo il proprio relatore, significa che si è rotto qualcosa».
LORENZO GUERINI GIUSEPPE CONTE
È singolare che Conte non se ne fosse accorto, o forse faceva affidamento proprio sulle divisioni nella coalizione per regnare a Palazzo Chigi. Questo schema è saltato, e infatti ora il premier - pur di durare - ha accettato in un sol colpo di trasformare la governance del Recovery fund, aumentare le risorse per la sanità, eliminare la Fondazione per la cyber sicurezza e sacrificare persino la sua squadra, che pure definiva «la migliore del mondo». Ma le offerte per un rimpasto - che tecnicamente non esiste - si sono rivelate inutili e strumentali.
mario draghi carlo azeglio ciampi
Come la ventilata idea di affidare a Draghi l'Economia. Era una manovra per mostrare disponibilità e al contempo scaricare sull'ex presidente della Bce la responsabilità dello scontato rifiuto: perché è vero che Ciampi accettò il ministero del Tesoro, ma allora alla guida del governo c'era Prodi.
Il resto, le proposte di dicasteri di peso a Italia viva, sono state rispedite al mittente da Renzi, che insiste nel chiedere prima le dimissioni di Conte e il passaggio della crisi dal Quirinale: «Solo da lì si può ricominciare». Ecco il motivo per cui ieri mattina Franceschini annotava che «è tutto da rifare».
ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO
Il Pd vede il caos e lo teme. Davanti alla segreteria dem Zingaretti ha provato a issare una sorta di linea Maginot: «Non ci sono alternative a Conte, in questa fase». Come a dire che in una fase successiva, quella del semestre bianco, le cose cambieranno. Ma il quadro politico potrebbe reggere così fino all'estate? E nel frattempo una crisi pilotata per approdare rapidamente a un Conte 3 sarebbe praticabile?
NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI
Le garanzie in quel caso potrebbe darle solo Renzi, che si trova davanti a un bivio. Se accettasse, lascerebbe intuire che sta immaginando per sé un'exit strategy dalla politica e ridarebbe corpo alle voci che lo vogliono interessato all'incarico di segretario generale della Nato. «Altrimenti - come si è lasciato scappare un dirigente dem - Matteo non vestirebbe i panni dell'utile idiota, facendo per conto di Zingaretti e Di Maio, quello che loro vogliono ma non possono dire. Cioè il ridimensionamento del premier e il rimpasto».
stefano patuanelli matteo salvini giuseppe conte
Se invece Renzi facesse saltare il banco, ponendo il veto su Conte, allora si aprirebbero gli spazi anche per un altro esito della crisi. L'apertura a un «governo di salute pubblica» prospettata da Cambiamo potrebbe aver anticipato le mosse dei leader del centrodestra. Fonti autorevoli vicine a Salvini sostengono infatti che l'ipotesi di un «governo di scopo» attraversa le riunioni della Lega: «Sono per ora ragionamenti allo stato embrionale. Per un simile scenario servono le condizioni e i tempi. A meno che il precipitare della situazione nel Paese porti ad appelli all'unità nazionale per salvare l'Italia».
giorgia meloni saluta matteo salvini foto di bacco
In tal senso il richiamo di Mattarella al «tempo dei costruttori» è stato interpretato con un chiave di lettura particolare dal Carroccio. Ma anche da Fratelli d'Italia. Ce n'è la prova nell'intervista concessa dalla Meloni al Corriere : le sue parole sono state considerate nella maggioranza un «segno di novità» che modificano «il quadro politico».
Renzi proverà l'azione di forza per intestarsi la paternità dell'operazione? E il Pd la asseconderebbe o avrebbe ancora la forza per contrastarla? Una cosa è certa, i grillini non sarebbero in grado di opporre la minaccia delle urne. Come ha ammesso di Maio con un esponente dell'opposizione, «le elezioni anticipate non ce le possiamo permettere».
MURALES A MILANO – MATTEO RENZI E MATTEO SALVINI ACCOLTELLANO GIUSEPPE CONTE GIULIO CESARE GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI