Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
UCRAINA - SOLDATI ARMATI
Per la prima volta, dopo settimane, Zelensky afferma che le nuove armi inviate dalla Nato hanno un impatto maggiore sul terreno. Ne sono arrivate di più e di qualità, a cominciare da una decina di lanciarazzi a lungo raggio Himars.
Con questi sistemi le sue truppe hanno bersagliato con successo ferrovie, linee di comunicazioni, ma soprattutto depositi. E, secondo fonti dell'intelligence, nella regione di Zaporizhzhia i timori degli invasori come dei loro simpatizzanti sarebbero aumentati proprio per l'effetto dei colpi subiti. Se sia merito solo degli Himars - sempre pochi rispetto ai 300 chiesti - o dell'artiglieria è difficile dirlo, di sicuro Kiev vuol ribadire che la disponibilità di materiale bellico adeguato può incidere.
UCRAINA - SOLDATI ARMATI
Gli esperti riconosco l'importanza degli apparati, evidenziano come la resistenza abbia dovuto affrontare guai logistici giganteschi perché ha ottenuto mezzi di origine e tipo diversi (sette modelli solo per i cannoni), e altri che richiedevano un training specifico da condurre mentre la Russia premeva nel Donbass. Ora gli ucraini si stanno adattando, hanno bisogno di tempo e anche gli alleati devono coordinarsi meglio per garantire scorte sufficienti. Gli aiuti devono essere sempre più mirati in modo da poter sostenere le prossime sfide.
GUERRA IN UCRAINA - ARTIGLIERIA RUSSA
Le unità di Mosca, forse, hanno deciso di prendere respiro dopo i successi sull'asse Severodonetsk-Lysychansk. Analisti occidentali hanno annotato una possibile pausa operativa: ci sono blindati da riparare, plotoni da ricostituire, rimpiazzi da aggiungere. Dove è possibile lo Stato Maggiore si affida ai treni - insostituibili per l'Armata - alla mobilitazione parallela, allo spostamento di qualche battaglione. Tutto ciò non significa certo una tregua.
GUERRA IN UCRAINA - ARTIGLIERIA RUSSA
Ci sono state operazioni - alcune stoppate dai difensori - possibili manovre per preparare un assalto massiccio a Sloviansk, i bombardamenti da lontano, gli attacchi con missili e caccia. È stata presa di mira l'Isola dei Serpenti dopo che gli ucraini hanno issato la loro bandiera con un messaggio di sfida rivolto all'avversario. Mosca, che è stata costretta ad abbondare lo «sperone» in Mar Nero, sostiene di avere ucciso diversi soldati. A chiudere una notizia strategica. Uno studio della Nasa ha stabilito che il 22 per cento dell'area coltivabile ucraina è oggi nelle mani della Russia. Un controllo che si aggiunge a quello esercitato lungo la fascia costiera bloccando l'export di grano così fondamentale per l'economia di Kiev.
soldato ucraino tra le macerie di kiev