SPORTELLO BANCARIO
La ricchezza totale delle famiglie italiane sfiora i 10 mila miliardi di euro. Per la precisione tra mattone e investimenti finanziari si arriva a 9.799 miliardi, con circa 6.000 di ricchezza reale e 4.000 di quella finanziaria, dove sono inclusi azioni, bond e depositi. È quanto emerge da uno studio della Banca d’Italia, curato da Diego Caprara, Riccardo De Bonis e Luigi Infante, del servizio analisi statistiche di via Nazionale, che spiega quanto sia cambiata dal dopoguerra la ricchezza delle famiglie.
La sua composizione ricorda quella di Francia e Spagna, mentre sono inferiori le somiglianze con gli Stati Uniti, dove il mercato finanziario è più evoluto e con la Germania, dove è più limitato il fenomeno delle case di proprietà. Quindi la ricchezza reale pari a 6.300 miliardi vale 5,5 volte il reddito disponibile, mentre quella finanziaria, pari a 4.400 miliardi, è 3,8 volte. La ricchezza totale netta, tenendo conto dei debiti, è invece quantificabile in 8,5 volte il reddito.
DEBITO PUBBLICO
La «rincorsa» della finanza sul mattone è iniziata subito dopo la guerra in un’Italia ancora agricola con alcune battute d’arresto, come la nazionalizzazione di Enel, le crisi di Borsa degli anni ‘70 e ‘80 e quella recente della finanza globale. Negli anni della new economy c’era stato anche il sorpasso, poi rientrato. Il recupero è in corso ma, al momento, il peso della ricchezza «reale» resta ancora superiore.
All’interno della finanza c’è invece una classe di attivi scesa ai minimi storici dal 1950: le emissioni bancarie, colpite dalla normativa del bail in, e i titoli di Stato, un tempo i grandi preferiti dei risparmiatori. Ora la gran parte dei Btp è detenuta in maniera indiretta, tramite fondi pensione e gestioni. In termini assoluti i titoli di Stato detenuti direttamente, pari a 121 miliardi di euro, sono la metà di vent’anni fa, quando avevano raggiunto il picco di 363 miliardi, di pari passo con l’aumento del debito pubblico.
soldi
La poca voglia di rischiare, invece, è sempre di moda. E quindi anche la liquidità, come emerso di recente anche dalla ricerca dell’Acri. I depositi rappresentano la maggior componente della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane (al 31%), mentre i titoli pubblici sono scesi a circa il 20% del totale, una quota simile a quella delle azioni (24%).