Estratto dell’articolo di Paolo Russo per “la Stampa”
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Basta file nello studio del medico di famiglia solo per ritirare la ricetta. Anche se si tratta per ora solo di un disegno di legge che dovrà fare tutto il suo iter parlamentare, il governo con il ddl "semplificazioni" ha deciso di facilitare la vita anche agli assistiti con due mosse attese da tempo.
La prima è aver reso permanete la ricetta elettronica. «Sia quelle rossa delle prescrizioni a carico del servizio pubblico che quella bianca riservata a farmaci e accertamenti non rimborsabili», spiega il ministro della Salute, Oreste Schillaci. Ricordando che così si è evitato di tornare alla carta a partire da fine 2024.
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«Semplifichiamo il lavoro dei dottori e la vita dei cittadini», ha aggiunto. Ma a semplificare ancor più le cose ai milioni di malati cronici è la seconda mossa, quella che sempre con la prescrizione elettronica consentirà ai pazienti di non fare più avanti e indietro dal medico per farsi prescrivere terapie che vanno prese a vita.
La nuova ricetta per i cronici varrà infatti per un anno intero e consentirà al paziente di fare ogni 30 giorni scorta dei medicinali spesso salvavita senza bisogno di nuove prescrizioni. «In pratica il medico potrà stabilire una continuità prescrittiva in collaborazione con il farmacista», spiega Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, il sindacato dei medici di famiglia.
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«C'è quindi la possibilità - chiarisce ancora- di fare una prescrizione che dura 12 mesi e questo significa che il paziente potrà avere la terapia continuativamente mese per mese e, in mancanza di ritiro del farmaco, il farmacista sarà tenuto ad avvisare il medico per controllare l'aderenza alla terapia». […]
Dall'altra parte «il medico, se riscontra variazioni in esami o visite, potrà comunicare al farmacista il cambiamento della terapia. Si tratta di un modello che avrà bisogno dell'impegno digitale per poter essere realizzato. […]», afferma Scotti. […]