1 - AUSTIN LANCIA L’ALLARME AGLI ALLEATI: «SENZA AIUTI L’UCRAINA È IN PERICOLO»
Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
LLOYD AUSTIN - CAPO DEL PENTAGONO
«La sopravvivenza stessa dell’Ucraina è in pericolo se smetteremo di inviare aiuti militari». Le parole del segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, sono un monito preoccupato e un’incitazione per impedire le avanzate russe. Austin le ha pronunciate ieri nella base aerea di Ramstein in Germania di fronte alla cinquantina di rappresentanti dei Paesi del Gruppo di Contatto per la Difesa Ucraina anche in risposta alle preoccupazioni cresciute tra Kiev e gli alleati della Nato dopo che Vladimir Putin ha presentato la «vittoria» alla farsa delle elezioni russe come un plebiscito alla sua «operazione militare speciale».
[…] Mosca intende prendere il Donbass, riconquistare la regione di Kharkiv e alla fine asservire l’intera Ucraina. Nel frattempo, Parigi accusa il Cremlino di diffondere disinformazione — «una provocazione irresponsabile» — dopo che il capo dei servizi segreti russi aveva detto che la Francia è pronta a mandare 2.000 soldati sul suolo ucraino.
JOE BIDEN E LLOYD AUSTIN
Non mancano tuttavia i successi di Kiev, come la sconfitta della flotta russa nel Mar Nero (suggellata dalla scelta di Putin di cambiare l’ammiraglio al comando) grazie ai droni, che colpiscono anche le raffinerie.
Però Putin pensa di avere il tempo dalla sua parte e a maggio dovrebbe andare a Pechino da Xi per suggellare un’alleanza e una collaborazione economica per lui strategiche. Da qui la necessità alleata di erigere un muro di difesa solido e condiviso. Il responsabile alla Difesa Usa ha calcato i toni drammatici con l’intento di scuotere alleati e Washington. È stato poi lui stesso a ribadire che comunque «l’Ucraina non sarà lasciata sola». «Gli Stati Uniti, la nostra coalizione, il mondo libero non lasceranno che possa cadere», ha ribadito. […]
volodymyr zelensky
Zelensky ha ricordato ieri che solo nell’ultimo mese i nemici hanno sparato 130 missili, oltre 300 droni e più di 900 bombe teleguidate. Mancano le contraeree per fermarli. I russi hanno anche guadagnato nuovi chilometri di fronte ad Avdiivka, le autorità ucraine stanno evacuando i civili da più punti delle regioni frontaliere. Non aiutano i gravissimi ritardi della promulgazione della nuova legge sulla leva: dovrebbe garantire il ricambio alle truppe esauste, che da oltre due anni si dissanguano in prima linea.
[…] Al cuore del problema restano gli oltre 60 miliardi di dollari Usa bloccati dal Congresso. L’amministrazione Biden dribbla inviando subito munizioni per 300 milioni, ma sono una goccia nel mare. Da Berlino il ministro della Difesa tedesco Pistorius aggiunge 500 milioni di euro […]
2 - COSA SERVE A KIEV PER RESISTERE
Estratto dell’articolo di Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
guerra in ucraina - mappa - corriere della sera
I russi potrebbero dare una nuova «spallata» tra la primavera e l’estate sfruttando la loro superiorità su un fronte di mille chilometri. Gli ucraini, invece, dipendono dagli aiuti occidentali e da alcuni punti chiave.
Kiev deve riorganizzare i reparti, concedere rotazioni, rimpiazzare i tanti caduti, sostituire i mezzi perduti. Secondo alcune stime sono necessari 500 mila uomini, ma al momento il governo di Zelensky vuole evitare la mobilitazione massiccia. Deve inoltre mantenere una quota di circa 700 mila persone utilizzate in settori essenziali. Mosca ha perso sul campo migliaia di uomini, però ha un bacino di arruolamento ampio che viene integrato da volontari ingaggiati all’estero: Cuba, Nepal, India.
Zelensky a Kupyansk
Per resistere a un’offensiva nemica gli ucraini hanno bisogno in media di 75-90 mila proiettili d’artiglieria al mese, cifra che sale a 200-250 mila se volessero andare all’attacco. Kiev non li ha, ha ceduto terreno perché le sue batterie avevano scorte limitate. La Russia, per contro, produce 250 mila proiettili al mese e sta raggiungendo una quota di 3 milioni all’anno, ai quali si sommano le forniture di Nord Corea e Iran (da uno a tre milioni).
[…] Per Kiev è cruciale aumentare la produzione bellica, quella locale e quella all’esterno in collaborazione con i partner. I siti strategici sono costantemente presi di mira dall’avversario che ha la possibilità, a sua volta, di attingere ai depositi: nel corso del 2023 i russi hanno riattivato 1.200 tank e 2.500 blindati; riescono a produrre o modernizzare 200 carri al mese. Le previsioni sostengono che possono proseguire per almeno due anni, in parallelo il Cremlino ha rinvigorito l’industria sotto tutti gli aspetti. L’Ue ha risposto varando un pacchetto da 5 miliardi di euro.
Difese
Zelensky a Kupyansk
Agli uomini di Zelensky serve la realizzazione di difese in profondità (almeno tre linee), con trincee ben protette, bunker, strutture pesanti, campi minati estesi, postazioni di tiro. Cosa che gli invasori hanno attuato sotto la guida del generale Surovikin. Inspiegabilmente (ma anche per mancanza di fondi) l’Ucraina non le ha costruite in modo adeguato e ora è costretta a «inseguire».
Droni
I droni non possono sostituire i cannoni su vasta scala, tuttavia hanno mostrato un grande impatto sul campo di battaglia. Gli ucraini li realizzano «in casa» e li ricevono dai donatori, gliene servono migliaia e c’è un impegno degli alleati a spedirne ancora. Ma hanno un lato «debole»: i russi li neutralizzano con contromisure elettroniche […]
bombe plananti russe
Lo scudo
La Russia ha superiorità aerea, un vantaggio netto in termini di missili e droni kamikaze (come gli iraniani Shahed). Contro questa minaccia multipla gli ucraini hanno cercato di arrangiarsi. I sistemi dati dall’Alleanza hanno potuto solo contenere i danni, non bastano, i rifornimenti sono insufficienti, la difesa è costretta a dividerli tra la protezione delle città e dei reparti. Oggi gli ucraini possono intercettare un missile su cinque, in quanto i depositi si stanno esaurendo. […]
Lungo raggio
Sulle armi a lungo raggio continuerà a esserci una disparità. L’Ucraina si affida a droni per colpire il territorio russo ma non ha quei missili che rappresentino il salto di qualità, apparati con i quali centrare target a 300 chilometri di distanza. La Nato non ha mai voluto fornirli limitandosi a equipaggiamenti con raggio limitato agli 80-150 km, una scelta per non aggravare lo scontro con Vladimir Putin. Che, invece, scarica tutto ciò che ha sulle città ucraine.
In mare
volodymyr zelensky Oleksandr Syrsky
Intelligence e forze scelte hanno portato colpi pesanti alla Flotta russa del Mar Nero, affondando molte unità con missili e soprattutto droni navali. Un’evoluzione costante, con la messa a punto di modelli e tattiche. Il passo successivo è il ricorso a siluri (già promessi dagli svedesi) e di piattaforme speciali subacquee che possano lanciarli: la ricerca da parte di Kiev è in corso da tempo, resta da capire se qualche Stato occidentale è pronto a collaborare.
Volodymyr Zelensky a Davos zelensky a davos 1 Volodymyr Zelensky e jens Stoltenberg a Davos