Estratto da https://www.lastampa.it/
monica seles
Il 30 aprile saranno 30 anni dall’accoltellamento di Monica Seles al torneo di Amburgo, ma nessuno potrà intervistare il protagonista al negativo dell’attentato: Gunter Parkhe è morto nell’agosto del 2022 in una clinica per malattie mentali a Nodhausen, in Turingia, dove ha trascorso gli ultimi 14 dei suoi 68 anni di vita.
Quel giorno, alle cinque di sera, durante un cambio di campo del quarto di finale fra la numero 1 e Magdalena Maleeva Parkhe, un cappellino da baseball in testa, si avventò impugnando una lama di 23 centimetri contro la campionessa serba, che fortunatamente al momento dell’impatto si piegò per bere. La ferita fu minima nel fisico, meno di due centimetri fra scapola e polmoni, ma enorme per la psiche e la carriera di Monica, che non fu più la stessa.
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Gunter Parkhe aggressore di monica seles
Parkhe, che rischiava 20 anni per tentato omicidio, se la cavò con due anni con la condizionale - non fu ritenuto socialmente pericoloso - ma in galera passò appena sei mesi. «Non volevo ucciderla, ma solo impedirle per giocare a lungo», confessò Parkhe, grande tifoso della Graf, che per mesi aveva stalkerato la sua vittima prima di entrare in azione per impedirle di rivaleggiare con la sua preferita. Una vicenda che ha cambiato la storia del tennis, e contribuito a irrigidire le misure di sicurezza.
La Seles, che si è ritirata definitivamente nel 2003, ai tempi giudicò troppo mite la pena, ma già da anni ha spiegato che non conserva tracce di quell’evento. «Nella vita di tutti giorni non ne risento più. Può darsi che sia rimasto qualcosa di cui non mi accorgo, ma la mia vita è normalissima oggi».
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