Alessio Poeta per “Chi”
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Sul muro di un palazzo storico a pochi passi da casa di Gegia, al secolo Francesca Antonaci, c’è scritto che l’infelicità non è altro che la somma delle scuse che ci raccontiamo.
Al contrario, Gegia, alle scuse preferisce le sfide. «Sono arrivata a Roma che mi dicevano ignorante, terrona, burina. Così, nel momento più difficile della mia esistenza, mi sono rimboccata le maniche, ho studiato, ho preso due lauree e oggi, finalmente, mi godo la vita. Lo scriva: ho vinto io».
Domanda. Sembra sincera.
Risposta. «Ho smesso di raccontarmi balle e il risultato di questa calma apparente è frutto dell'accettazione, ma anche dell'esperienza. Ho passato anni meravigliosi, tra successi e conferme, e momenti che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Ho perso lavori, papà, mamma, compagni, tutto. Improvvisamente, dal giorno alla notte, mi sono ritrovata sola. Poi, pian piano e con non poca fatica, dal fondo mi sono rialzata».
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D. Come?
R. «Diciamo che il tempo ha fatto il suo. Avevo perso la voglia vivere, di ridere e di far sorridere. Proprio io, che ho sempre puntato tutto sull'allegria. Nino Manfredi, ai tempi dei nostri spot per la Lavazza — rimasti dei veri e propri cult — mi ripeteva sempre: "Non devi mai andare sopra le righe, perché tu sei già nata sopra le righe"».
D. Lei ci si sentiva?
R. «Sempre, del resto la mia vita è un cabaret senza sosta».
D. Delusa quando si parla di lei più al passato che al presente?
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R. «A conti fatti sono soddisfatta. Ho iniziato da ragazzina e se esisto ancora, a quasi 63 anni, è già un traguardo. Poi, per strada, mi fermano ancora tutti. Mi dicono che sono un'icona degli Anni 80 e nessuno rinuncia a farsi un selfie. L'ultimo film, quello con Pio e Amedeo (Belli ciao, ndr), mi ha ridato forza e voglia di fare».
D. Con tutta la simpatia, stiamo comunque parlando di Pio e Amedeo, non di Paolo Sorrentino...
R. «Come avrei potuto riprendermi dopo un film con Sorrentino? Suvvia! E poi, battute a parte, non ho quella snobberia di dividere il cinema in serie A e serie B. La gogna per il mio percorso cinematografico l'ho già subita in passato».
D. Ci racconti.
R. «Da personaggio televisivo con due Telegatti in mano, sono stata fatta fuori da tutto. Via la trasmissione per ragazzi Big! per fare spazio prima a Solletico, poi a La vita in diretta. Stessa cosa per il cinema: con l'avvento de La piovra è iniziata una serie di polizieschi che ha spazzato via, d'emblée, la commedia all'italiana.
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Di punto in bianco eravamo diventati la feccia del cinema. Così ho messo in piedi il piano B: mi sono laureata prima in Lettere, poi in Psicologia e, successivamente, ho fondato una scuola di recitazione basata sul metodo Stanislavskij. Per fare questo lavoro servono talento, fortuna, ma anche nervi saldi. Il cinema è vita, ma è anche un ambiente molto difficile».
D. Al cinema lavorano sempre le stesse?
R. «Sì: del resto più conosci, più inciuci. Io lo dico sempre ai miei allievi: se vi sposate con un macellaio, la sera, mangerete carne fresca. Se vi sposate con un regista, è normale che avrete più chances e occasioni».
D. Capitolo molestie...
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R. «Avevo 16 anni quando ho iniziato. Faccia un po' lei...».
D. Come se ne esce?
R. «Denunciando. Io non ho mai avuto questo tipo di problemi perché ho sempre fermato tutto prima, ma non siamo tutte uguali».
D. Le donne sono sempre state solidali con lei?
R. «Le dirò: sì».
D. Lei, invece?
R. «Sì, anche con Cristina D'Avena, che, per un certo periodo, era considerata la mia rivale. Ho sbagliato una sola volta con Mara Venier e ne approfitto, pubblicamente, per scusarmi.
Durante le riprese di Professione vacanze mi fidanzai con Maurizio Motta, il miglior amico di Jerry Calà. Io con Maurizio e Jerry con Mara. Eravamo un quartetto niente male. Nel giro di sei mesi da quell'incontro decidemmo di sposarci.
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Loro invece si lasciarono e così invitammo, per una serie di complicanze, soltanto Jerry, visto che, dei due, era anche il testimone. Ci fu un misunderstanding, una serie di telefonate interrotte e, da quel giorno, non ho più avuto modo di raccontarle la verità».
D. Lei, in amore, ha avuto più gioie o più dolori?
R. «Dolori! Ho amato solo tre persone: mio marito Maurizio, un ex politico con il quale sono stata sedici anni e Sandro, un ingegnere, con cui ho passato vent' anni della mia vita».
D. Di quel matrimonio che cosa ne resta?
R. «Un grande vuoto visto che Maurizio, nel 2012, è venuto a mancare. Il nostro matrimonio finì per colpa dei suoi problemi con l' alcool e per la sua infedeltà. Quest' ultima una costante in tutte le mie relazioni».
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D. Lei ha mai tradito?
R. «Sì, certo».
D. E lo rivendica?
R. «L'ho fatto per ripicca. Poi, visto che oggi ho un'età dove posso per-mettermi di dire tutto, confesso che ho tradito anche per secondi fini. Se trovavo un produttore che mi piaceva, non mi sono mai tirata indietro, unendo, così, l'utile al dilettevole. Ultimamente, invece, credevo di aver trovato la pace dei sensi, ma giusto un mese fa ho capito di essere ancora viva».
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D. Grazie a chi?
R. «A Mehmet: un uomo, turco, conosciuto per puro caso all'aeroporto di Istanbul. Io ero ferma per via di uno scalo per andare a Dubai, mentre lui attendeva il suo volo per Amsterdam. È stato un vero e proprio colpo di fulmine. Lui, mentre ci guardavamo imbarazzati, mi ha detto di avere 43 anni e io gli ho detto di averne 49. Lo so: ho bluffato, ma per una giusta causa. Ci scambiamo foto e video ogni giorno, ma niente sexting (lo scambio di foto sexy, ndr). Per ora è solo un flirt».
D. Mi rivela, piuttosto, un suo flirt passato?
R. «Con Pupo, ma parliamo di tantissimi anni fa. Non mi ricordo più l'atto in sé, ma quell'uomo piccolino, tutto bianco. Sembrava un piccolo bignè. Eravamo due ragazzini, bellissimi entrambi».
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D. Oggi, quando si guarda allo specchio, si piace?
R. «Molto».
D. Mi dica un suo punto forte.
R. «Seno e gambe».
D. Nel 2018, il suo calendario sexy ha spopolato in Polonia.
R. «Ha avuto successo anche in altri Paesi dell'Est Europa. E pensare che a 18 anni mi dissero "sei bella, simpatica, ma non ispiri sesso"».
D. Oggi ha dei rimpianti?
R. «In tutta sincerità non mi manca nulla: ho avuto tutto».
D. L'idea di non essere diventata madre le pesa?
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R. «No, perché quando vedo le mie amiche soffrire per i loro figli penso che, sotto sotto, mi sono salvata. I ragazzi, oggi, hanno tutto, ma non hanno voglia di vivere. A ogni modo, ai tempi del mio matrimonio con Maurizio rimasi incinta, ma persi il bambino dopo sole due settimane. Fu un colpo al cuore, ma ora è il momento di guardare soltanto avanti».
D. E, se guarda al futuro, oggi, che cosa vede?
R. «Una morte, improvvisa, sul set. Speriamo solo non ora».
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