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    LA RIVINCITA DEGLI “INCOMPLETI” – ANTONIO RIELLO: “LA NATIONAL GALLERY DI LONDRA RIVALUTA FRANS HALS. NELLA SUA ‘INCOMPLETEZZA’ IN QUESTO NOSTRO TEMPO PRESENTE FINISCE PER AFFASCINARCI DI PIÙ DEL MOSTRO SACRO DI REMBRANDT (CHE QUASI-QUASI FINISCE PER ANNOIARCI). I CAMPIONI PERFETTI E INOSSIDABILI CI INTRIGANO MENO DELLE FIGURE TORMENTATE E MARGINALI. IL FATTO È CHE I PERDENTI, GLI UMILI, I NERD HANNO DA RACCONTARE STORIE DECISAMENTE INTERESSANTI NELLE QUALI CI SI IDENTIFICA QUASI-TUTTI CON MOLTA PIÙ FACILITÀ …”


     
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    portrait antonio riello portrait antonio riello

    Antonio Riello per Dagospia

     

    Nel mondo delle Arti è tempo di ri-scoperte. Anche la National Gallery di Londra partecipa a questo processo generale di ri-valutazione di figure rimaste un po' sullo sfondo. Forse non esattamente dimenticate ma in genere relegate a ruoli di secondo piano.

     

    E' successo con Federico Barocci nel 2013. Adesso tocca a Frans Hals (1582-1666) con una cinquantina di quadri provenienti anche da musei americani e olandesi (la NG ne possiede già alcuni nella sua smisurata collezione). Hals nacque ad Anversa e passò quasi tutta la sua vita ad Haarlem in Olanda. Niente Amsterdam come il suo più noto rivale, Rembrandt (1606-1669), Hals era un provinciale doc insomma.

     

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    Le sue origini professionali sono vaghe (se non addirittura oscure): non si sa chi sia stato il suo maestro e dove/come abbia imparato a dipingere. Ma di sicuro è riuscito ad imparare bene, Vincent Van Gogh a proposito del nero degli abiti nei ritratti di Hals dice di averci visto nettamente ben 27 diversi toni di colore.

     

    Era famoso ai suoi tempi perché realizzava i suoi quadri con una pittura estemporanea, senza particolari preparazioni e con una base di disegno ridotta al minimo. In altre parole, praticamente era un virtuoso che dipingeva "al volo" guardando direttamente il modello dal vivo. Un po' come quei grandi esecutori musicali che non hanno bisogno dello spartito e fanno tutto a memoria.

     

    malle babbe frans hals malle babbe frans hals

    Era uno specialista assoluto di ritratti. Questa caratteristica (che comunque può essere letta anche come un limite) ha consentito agli storici dell'Arte di posizionarlo con relativa facilità tra i cosiddetti "pittori di genere" ovvero tra quegli artisti capaci di fare (bene) un solo tipo di cosa. Il ritratto più iconico è il "Cavaliere che ride" (1624), conservato alla Wallace Collection di Londra: l'aria sorridente del personaggio ritratto contrasta sorprendentemente con l'apparato formale di stoffe pregiate e merletti fini che lo avvolge.

    la guardia civica di san giorgio frans hals la guardia civica di san giorgio frans hals

     

    Non da meno è il "Ritratto di Abrahamsz Massa" (1626) che cattura un signore - ben vestito - seduto che si gira - sembra solo per un attimo - verso il pittore. "Malle Babbe" (1633) è il magistrale ritratto, di un'anziana popolana - forse ubriaca - il cui riso sgangherato e beffardo è semplicemente straordinario.

     

    Hals è in fondo un reporter - di qualità quasi fotografica - di espressioni catturate, o meglio "rubate". Soprattutto le espressioni allegre. Un altro ritratto molto conosciuto (e riuscito) è "The Lute Player" (1623). Un quadro magnifico che potrebbe essere considerato - nel migliore dei possibili significati - l'efficace réclame del buon umore.

     

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    Fece molti ritratti anche di coppie sposate dell'abbiente borghesia olandese del tempo. La maggior parte poi separati da vicende ereditarie (o di mercato) in una sorta di divorzio forzato. Si può ammirare alla NG l'unica coppia miracolosamente ancora assieme. Sembra ammicchino l'uno all'altra. Il maschio con aria bonaria e compiaciuta, la moglie invece molto seria e compunta, quasi severa.

     

    Bisogna avvicinarsi ai suoi dipinti per apprezzarne la maestria, da lontano la vista non rende giustizia al suo virtuoso pennello. I dettagli sono l'asso nella manica della sua pittura. La civiltà protestante dei Paesi Bassi si rivela proprio in questi nei particolari: il rigore, la durezza, la fierezza, la sobrietà, il pudore e l'inizio delle avventure coloniali (qualche frutto esotico fa capolino qui e là nei quadri).

     

    FRANS HALS AUTORITRATTO FRANS HALS AUTORITRATTO

    Ci sono poi parecchi ritratti di gente comune che sopravviveva nelle strade di Haarlem. Si vede che hanno richiesto meno tempo. Ma sono comunque molto ben eseguiti, non sono mai modesti anche quando hanno un che di vagamente sbrigativo.

     

    Un vezzo che spesso il pittore adopera per dare vita (e aggiungere una nota meno disperata) a questi volti emaciati è l'arrossirne generosamente le gote (una pennellata di rosso non la si nega a nessuno, o forse il freddo e l'alcool ne erano i principali responsabili....).

     

    Invece quando Hals si cimenta con composizioni di gruppo più complesse il risultato è più statico e in qualche modo meno convincente. Ci sono alcuni quadri in mostra di questo tipo, come "La Guardia Civica di San Giorgio" (1627). Un gruppo di persone non è semplicemente un insieme di ritratti. In questo caso le logiche della composizione comunque dettano legge, come ben sapeva Rembrant che era, nelle sue abilità, un pittore straordinariamente completo.

     

    frans hals national gallery londra 1 frans hals national gallery londra 1

    Ma Frans Hals nella sua "incompletezza" in questo nostro tempo presente finisce per affascinarci di più del mostro sacro di Rembrandt (che quasi-quasi finisce per annoiarci). Nello stesso modo in cui i Manieristi italiani (Rosso Fiorentno, Pontormo, Sebastiano del Piombo, etc. etc.) ci incuriosiscono oggi più dei grandi Maestri (Michelangelo, Raffaello). I campioni perfetti e inossidabili ci intrigano meno delle figure tormentate, marginali, incomplete e contraddittorie.

     

    frans hals The Laughing Cavalier frans hals The Laughing Cavalier

    Le mancanze e le debolezze diventano nuove e seducenti forme della qualità. Con un paragone sportivo: le Paraolimpiadi effettivamente negli ultimi anni ci hanno spesso appassionato più delle Olimpiadi. La massima evangelica "i primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi" (dopo duemila anni di non grande popolarità) sembra finalmente quasi sull'orlo di avverarsi... Il fatto è che (nell'epoca di mass media) i perdenti, gli umili, i nerd - le persone in difficoltà insomma - hanno da raccontare storie decisamente interessanti nelle quali ci si identifica quasi-tutti con molta più facilità e naturalezza. La marginalità è diventata, come si dice in gergo, "cool". In sintesi: Mostra assolutamente da vedere (ma il catalogo, stavolta, è un po' deludente).

     

     

    FRANS HALS

    National Gallery

    Trafalgar Square

    Londra WC2N 5DN

    frans hals 10 frans hals 10

    fino al 21 Gennaio 2024

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