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    LA RIVOLTA DI VOLTURARA APPULA: "HANNO FATTO FUORI CONTE PERCHÉ LUI È INCORRUTTIBILE" - NEL PAESINO D'ORIGINE DELL'AVVOCATO DI PADRE PIO, IN PROVINCIA DI FOGGIA, SI GRIDA AL COMPLOTTO - I GRANDI ELOGI A "GIUSEPPI" CHE DA RAGAZZO GIOCAVA CENTROCAMPISTA CON LA SQUADRA DEI "SATANELLI DI VOLTURARA": "AVEVA PIEDI BUONI, GEOMETRIE E VISIONE DI GIOCO" - IL LAMENTO DEL BARISTA: "CHE FINE FARÀ PEPPINIELLO?"


     
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    Niccolò Zancan per "la Stampa"

    VOLTURARA APPULA VOLTURARA APPULA

     

    Non resta più niente del mondo del giovane Conte. Disabitata la casa in piazza al numero 7, perché dopo la morte di nonna Clotilde i parenti non vengono quasi più. Chiusa per mancanza di allievi la scuola elementare dove insegnava la madre Lillina, proprio davanti al Roxi Bar chiuso a sua volta. Rimpicciolito il vecchio campo da pallone dove ogni estate, tornando al paese natale, il futuro presidente del consiglio giocava centrocampista con la squadra dei «Satanelli di Volturara». «Piedi buoni, geometrie, visione di gioco», ricorda il compagno di squadra Aurelio Ionigro. «Ma si capiva già allora che lui aveva la testa ai libri».

     

    Da qui il passato sembra lontano, ma pure il futuro è diventato inafferrabile. Il cielo è nero tempesta. «Lo fanno fuori solo perché Giuseppe Conte non è uno che si lascia corrompere, lui è una persona seria», dice il vecchio compagno di squadra. «Ricordo bene la fine dell'unico altro presidente del Consiglio pugliese della storia, intendo dire Aldo Moro. Anche lui è stato tolto di mezzo perché cercava di fare qualcosa per gli italiani».

     

    GIUSEPPE CONTE A VOLTURARA APPULA GIUSEPPE CONTE A VOLTURARA APPULA

    È un giorno strano per chi ha visto crescere il centrocampista fino a diventare l'uomo più importante di questi ultimi due anni. Un giorno tendente alla tragedia. «Io speravo che gli dessero il terzo mandato», dice Michela Delle Donne, una vicina di casa. «Per noi del paese è una grande perdita, ma credo che lo sia per tutta l'Italia». Questo borgo arroccato al confine fra Puglia, Campania e Molise è, dunque, l'epicentro del «contismo». L'origine di quel modo felpato di stare sulla scena e anche di pronunciare la parola che più di ogni altra segnerà l' azione politica del suo ultimo governo, di due che ha rappresentato: «Dpcm».

     

    GIUSEPPE CONTE A VOLTURARA APPULA GIUSEPPE CONTE A VOLTURARA APPULA

    Il padre Nicola Conte era arrivato da Candela nel 1962 per il fare il segretario comunale. Notò la futura sposa, che abitava lì davanti, durante una gita. Queste erano le uniche occasioni: andare alla fontana di sera, oppure incamminarsi la domenica verso le alture di San Cristoforo. Si sposarono alla chiesa del paese, festeggiamenti in casa con pochi invitati, come usava allora.

     

    E quando il momento fatidico si stava per avvicinare, il segretario comunale che si era sposato con la maestra delle elementari non ebbe dubbi nell' essere d'accordo con la moglie. Troppo lontano l'ospedale di Campobasso, così come quello di Foggia. Venne chiamata a casa l'ostetrica Lucia Avelli, marchigiana di San Giustino. «Era estate. Nacque un bambino con i lineamenti sottili, identico alla madre», ricorda adesso la signora Vittorina Macchiarola, a sua volta insegnante di educazione tecnica nella stessa scuola dove insegnava la madre e amica di famiglia.

    GIUSEPPE CONTE A VOLTURARA APPULA GIUSEPPE CONTE A VOLTURARA APPULA

     

    Il giovane Conte giocava a calcio, suonava la chitarra, leggeva tanto. «Lo vedevi sempre con un libro sottobraccio. Questo è il mio ricordo più nitido. Era stato il padre Nicola a impartirgli quella lezione. "La cultura si apprende attraverso la lettura", ripeteva in continuazione». È difficile in questo paese scampare all' agiografia. Su 390 abitanti, il Movimento 5 Stelle ha preso anche il 70 per cento dei voti, quando ancora il nome di Giuseppe Conte era sconosciuto all'Italia. Così adesso soffrono per lui. Somatizzano questa sconfitta. «Che fine farà Peppiniello?», domanda la barista del Bar Eden, la signora Pina Manzo.

     

    È qui davanti la piazza della «Festa degli emigranti», che si tiene ancora il 15 di agosto.

    GIUSEPPE CONTE A VOLTURARA APPULA GIUSEPPE CONTE A VOLTURARA APPULA

    «Nacque quasi per caso, quando alcuni uomini tornati dalla Germania, dalla Svizzera e dal Nord Italia si misero a ballare per nostalgia e per tristezza di dover partire ancora». Il 16 agosto, invece, è il giorno della spaghettata popolare: aglio, olio e peperoncino. Giuseppe Conte ha vissuto a Volturara Appula fino all' età di 7 anni, ma ogni estate da ragazzo è tornato per stare con la nonna materna.

     

    «L'ultima volta è venuto a settembre del 2018 per ricevere la cittadinanza onoraria», ricorda il compagno di squadra Aurelio Ionigro. Quel giorno lui lavorava come messo comunale. «È stato molto emozionante. Perché si capiva che il presidente era felice. Anche gli agenti della scorta, a un certo punto, sembravano un po' spazientiti. Alle undici di sera loro non avevamo ancora mangiato, ma lui non se ne voleva andare. Stava in mezzo a tutti noi come uno che, finalmente, è tornato a casa.

     

    GIUSEPPE CONTE A VOLTURARA APPULA GIUSEPPE CONTE A VOLTURARA APPULA

    «Ah, sì, che giornata memorabile!», ricorda la signora Macchiarola. «La cosa più bella è stata vederlo alla vecchia fontana per bere un po' d' acqua come faceva da ragazzo. Durante il comizio era felice. Ha parlato in dialetto, così tutti ci siamo commossi e abbiamo applaudito. Poi gli hanno dato anche il gagliardetto dei Satanelli di Volturara».

     

    Quel giorno c' erano soltanto la zia Anna Roberti e alcuni cugini a festeggiare, i genitori anziani non hanno potuto partecipare. Abitano da più di trent' anni a San Giovanni Rotondo, in una villetta vicina al santuario di Padre Pio. «Loro erano stati i primi a essere preoccupati per l' impegno politico di Giuseppe. Non volevano. Tutto al contrario, temevano proprio quello che sta succedendo adesso», dice ancora la signora Macchiarola. E cioè, cosa temevano?

    MICHELE EMILIANO E GIUSEPPE CONTE A VOLTURARA APPULA MICHELE EMILIANO E GIUSEPPE CONTE A VOLTURARA APPULA

     

    «Quel maledetto di Renzi, che io pure ho votato, che lo ha fatto fuori. La madre Lillina lo ripete in continuazione: "Ma chi gliel' ha fatto fare? Ha studiato in Germania e in America. Aveva un posto di grande prestigio nell' avvocatura e nell' università. La politica non sempre ti ripaga con soddisfazioni, semmai con amarezza. Adesso per rimuoverlo dall'incarico ne diranno di tutti i colori».

     

    E il padre, Nicola Conte, cosa dice? «Che non lo vede quasi più. Che Giuseppe va a letto sempre tardissimo, anche alle 2 del mattino. Che per colpa della politica lui e il figlio ormai si sentono solo per telefono». Giuseppe Conte sta per tornare a casa un'altra volta. La piazza della festa è vuota. Vuoto il campo da pallone. Dal punto più alto del paese si vede un orizzonte di pale eoliche e colline e si possono immaginare i due mari, tutta l'Italia dal piccolo borgo di Volturara Appula.

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