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    "LA RIVOLUZIONE A SANREMO NON L’HA MAI FATTA NESSUNO E MAI NESSUNO LA FARÀ" – MOLENDINI SULL’AMADEUS TER: “NON CAPISCO LE ACCUSE RIVOLTE AL CAST DEL PROSSIMO FESTIVALONE. AMADEUS HA USATO IL BILANCINO: UN PACCO REGALO PER I PIÙ GIOVANI, QUELLI CHE SEGUONO I TALENT (AKA7EVEN, SANGIOVANNI), UN ALTRO PER IL PUBBLICO TELEVISIVO (MORANDI, RANIERI, ZANICCHI) - FIORELLO SAGGIAMENTE (AVREBBE DOVUTO FARLO ANCHE UN ANNO FA) SI CONCEDERÀ PER UN BLITZ…"


     
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    Marco Molendini per Dagospia

     

    amadeus amadeus

    Francamente non capisco le accuse (le leggo in giro, nei commenti) rivolte al cast del prossimo Sanremo annunciato urbi et orbi dall’ineffabile Amadeus nella pompa magna del Tg1. Non capisco cosa voglia dire che il Festival rinuncia alla rivoluzione Maneskin, perché non capisco quale sarebbe la rivoluzione della band romana.

     

    Ma non capisco neppure perché il Festivalone dovrebbe essere assurto a teatro delle rivoluzioni. I rivoluzionari in questione sarebbero poi quelli alla Achille Lauro che, da quando è salito la prima volta sul palco dell’Ariston, non ha più rinunciato a tornarci? Non capisco, pure,  perché ci si stupisca della presenza di numerosi habitué, è la regola (altro che rivoluzione) da sempre.

     

    morandi ranieri 5 morandi ranieri 5

    A Sanremo ci si va perché conviene andarci o non si sa dove altro andare (continuano a farlo Noemi, Renga, Moro, Giusy Ferreri, Elisa), da qualche anno si è scoperto che è un luogo buono per mettersi in vista anche se si viene da altri pianeti musicali (Highsnob e Hu).

     

    E poi, ormai, la musica commerciale è tutta legata al teatro televisivo, senza distinzioni di provenienza. Amadeus più che ascoltare le canzoni, che per ora conosce soltanto lui, ha sicuramente usato il bilancino pensando al pubblico che dovrà tenere insieme per una folle settimana di smisurate dimensioni, anche in questo caso nulla di nuovo. È la regola.

     

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    Ecco un pacco regalo per i più giovani, quelli che seguono i talent (Aka7 Even, Sangiovanni), un altro per il pubblico televisivo, un altro per quelli che ancora non sanno che è stato inventato il telecomando e rimangono quotidianamente incastrati su Rai1, per loro c’è Iva “dammi la tua mano zingara” Zanicchi che avrà 82 anni a febbraio (nella lista degli over over si piazza al secondo posto battuta da Ornella Vanoni che nel 2018 aveva 84 anni).

     

    Intergenerazionale Gianni Morandi, di anni 78 quando scenderà in gara, che prova la cura gerovital con un pezzo firmato da Jovanotti. Nostalgia melodica con Massimo Ranieri, e nostalgia mista a curiosità per  la riesumazione di Donatella Rettore accoppiata alla romana Ditonellapiaga( carriera si fa non solo con il look ma anche con la bizzarria dei nomi).

     

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    No, altro che rivoluzione. A Sanremo non l’ha mai fatta nessuno e mai nessuno la farà. Sanremo è una vetrina rifugio dove ci si va per approfittare delle luci. E di luce, specie dopo due anni di pandemia che hanno messo il mondo musicale a terra, ne hanno gran bisogno tutti (e lo misureremo dal catalogo degli ospiti fuori concorso) compreso chi tre anni fa ha trionfato come Mahmood e che ora si ripresenta in tandem con Blanco (diciannovenne, quando sarà al Festival, che porta in dote una fresca esposizione). E, in fondo, del calore delle luci dell’Ariston ne ha bisogno anche Amadeus. Magari per capire fino a dove può spingersi senza il badante Fiorello, il quale saggiamente (avrebbe dovuto farlo anche un anno fa) al massimo si concederà per un blitz .

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