Marco Giusti per Dagospia
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Mentre siamo ormai con la testa altrove, tra Governo Meloni, la terribile cacata di Gubbio con effetti alla Bombolo prontamente segnalato da Dago (beh, ci stava), l’arrivo in sala di “Black Adam” con Dwayne Johnson, che ieri con 265 mila euro e 37 mila spettatori ha lasciato a secco il poro “Colibrì” di Francesca Archibugi, secondo con 71 mila euro e 11 mila spettatori e un rispettabile totale di 1, 1 milioni, per non parlare di “Brado” di Kim Rossi Stuart, settimo con 10 mila euro e 1.568 spettatori o di “Astolfo” di Gianni De Gregorio, non con 9 mila euro e 959 spettatori, la Festa del Cinema di Roma, prima dell’era Farinelli-Malanga, in attesa dell’arrivo dello stesso Turone per il film di punta dell’ultimo giorno, “Er gol di Turone era bono”, si avvia alla sua conclusione.
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Forte di un tempo meraviglioso, di qualche buon titolo sparso, anche sorprendente come “La stranezza” di Roberto Andò e “Bassifondi” di Trash Secco, che sarebbero potuto benissimo stare a Venezia, di buoni recuperi da Cannes, di un concorso un po’p senza linea e di qualche filmone americano da non perdere. Come questo “Amsterdam”, scritto e diretto da David O. Russell che passerà stasera all’Auditorium, kolossal anti-trumpiano e anti-fascista da 80 milioni di dollari di budget che ne ha incassati, e davvero non capiamo perché, solo 11.
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Un flop insomma, malgrado sia un ottimo film con un cast assolutamente spettacolare. Christian Bale come medico reduce della Grande Guerra con un occhio solo, una bellissima Margot Robbie come infermiera e ereditiera newyorkese artista e svitata, John David Washington come avvocato amico di Christian Bale, Rami Malek e Anya Taylor Joy come miliardari di ultradestra, Zoe Saldana come dottoressa nera, Michael Shannon e Mike Meyers come agenti segreti e ornitologi, Matthias Schoenarts e Alessandro Nivoli come poliziotti e Robert De Niro come generale eroe di guerra che un gruppo di miliardari americani complottisti vogliono comprare.
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Il tutto è ispirato a un vero complotto politico, il “Business Plot”, ideato da miliardari americani filo-nazisti che nel 1933 cercarono di comprare il generale dei marines Smedley Butler per far cadere il governo di Franklin D. Roosevelt e mettere al suo posto un dittatore alla Mussolini-Hitler. Ovvio che oggi tutto questo ci porta dritti a Capitol Hill e alla figura per nulla scomparsa di Donald Trump che ancora divide l’America.
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A parte il complotto e una trama gialla, la morte misteriosa di un generale dei marines che porta due dei suoi soldati, l’avvocato di John David Washington e il medico di Christian Bale, a sospettare che si tratti di omicidio, il film ci presenta una storia d’amore che nasce nell’ospedale militare in Francia nel 1918 tra Margot Robbie e John David Washington e che unisce a loro Christian Bale in un triangolo amoroso, tanto che i tre si rifugeranno a Amsterdam per vivere più liberamente la fine della guerra fuori dai codici classisti e razzisti della società americana.
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Una volta tornati in patria, infatti, le cose si complicano e dieci anni dopo troveremo i tre protagonisti alle prese, appunto, col complotto neo-nazista. Stroncato dalla critica e non visto dal pubblico, è un film magari un po’ confuso, ma di alto livello tecnico e di grande spettacolo. Magari avrà più fortuna in streaming. Ma a me è piaciuto.
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