To respect the privacy of the 17-year-old girl who was found safe in Italy, #ASRoma has now deleted the four transfer announcement videos that she featured in. We still want to raise awareness for Michael ?? Barbra ?? Graham ?? Glafira ?? Grace Victoria ?? Jaylen ?? & Dina ??. ? pic.twitter.com/5LqoEHHAh1
— AS Roma English (@ASRomaEN) October 7, 2020
Luca Valdiserri per corriere.it
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In principio erano i cartoni del latte. Poi è arrivato il video su MTV della rockband Soul Asylum (la canzone si intitola «Runaway Train»). E ora, sui social che si sono moltiplicati, l’iniziativa della Roma che ha dato del calcio, spesso criticato per la sua dorata indifferenza, un’immagine diversa. Identico l’obiettivo: ritrovare i ragazzi scomparsi e ridarli alle loro famiglie, mantenendo vivo il loro ricordo attraverso la pubblicazione di fotografie e nomi.
Il calciomercato, per la seconda volta, è stato il palcoscenico per l’iniziativa «Missing Kids» di Roma Cares, la Onlus solidale che opera nel settore dello sport, della beneficenza, dell’assistenza sociale, dell’istruzione, della promozione della cultura e dell’arte.
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L’ultimo risultato è stato il ritrovamento di una ragazza italiana di 17 anni, scomparsa dal 7 agosto, inserita nel video che annunciava il ritorno in giallorosso di Chris Smalling.
I video (quello del difensore inglese e degli altri nuovi arrivi: Pedro, Kumbulla e Borja Mayoral) hanno avuto più di 2 milioni di visualizzazioni, tra Twitter, Facebook e Instagram. Le generalità della ragazza non possono più essere mostrate per motivi di privacy e sicurezza. È il settimo ritrovamento tra i minori scomparsi inclusi nella campagna lanciata dalla Roma sui social nell’estate del 2019.
Dietro all’iniziativa c’è il lavoro di Paul Rogers, Chief Strategy Officer del club: «Abbiamo utilizzato la natura virale degli annunci di calciomercato sui social per aumentare la consapevolezza sui bambini scomparsi. Il calcio ha un enorme seguito sui social e gli annunci sono particolarmente seguiti durante la presentazione dei nuovi acquisti. Anziché auto-promuoverci abbiamo usato questi spazi per aiutare a ritrovare i bambini scomparsi.
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Non avevamo il know how per mettere in pratica questa nostra idea e così abbiamo collaborato con esperti del settore come Telefono Azzurro per l’Italia e altre importanti associazioni internazionali per la tutela dei minori (Missing People, Icmec, Missing Child, ChildFocus...). Restiamo un club calcistico, ma sappiamo che quando usiamo i social media è più funzionale essere influenzati da Kanye West, da Netflix o da Tik Tok rispetto al mondo del calcio in cui operiamo».
La Roma ha fatto da apripista per un’iniziativa ancora più ampia in occasione della Giornata internazionale dei bambini scomparsi — il 25 maggio scorso — quando più di 200 club di 61 nazioni e 6 continenti si sono impegnati a supportare l’iniziativa di Football Cares, con il supporto dell’Eca (l’Associazione dei club europei, che ha come presidente Andrea Agnelli) e della Fifa: attraverso una semplice segnalazione sugli account Twitter è stata data visibilità a decine di bambini separati dalle rispettive famiglie. «Per un giorno — ricorda Rogers — abbiamo messo da parte tutte le rivalità».
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Real Madrid e Barcellona, Manchester United e Liverpool, Celtic e Rangers Glasgow, Galatasaray e Fenerbahce, Flamengo e Corinthians, naturalmente Roma e Lazio. «La reazione della comunità dei social è stata incredibile, abbiamo raggiunto oltre 100 milioni di persone».
Esperto in salvataggi sul campo, da grande difensore, Smalling lo è diventato anche con Missing Kids. Al suo filmato dell’estate scorsa, quando arrivò alla Roma in prestito dal Manchester United, era legato anche un altro ritrovamento.
«Penso che ogni giocatore che è apparso in un nostro video — conclude Rogers — abbia compreso e abbracciato il concetto. Se dovessi scegliere due giocatori che sono andati oltre la semplice comparsa nei video, però, direi Chris Smalling e Henrikh Mkhitaryan, che hanno offerto il loro tempo per pubblicizzare ulteriormente la campagna. Chris è incredibilmente emozionato per quello che è successo, così come lo è sua madre. Non avevano mai visto niente di simile prima e l’aver svolto anche un piccolo ruolo nell’aiutare un bambino a essere ritrovato lo ha toccato profondamente come padre».
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