Da "www.ilgiornaledellarte.com"
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Il Museo Nazionale del Qatar è un’immensa rosa del deserto in fibra di cemento, acciaio e vetro, che sorge tra mare e deserto. «Avevo bisogno di un simbolo che mi permettesse di conciliare la dimensione ancestrale e la modernità, due elementi che insieme riflettono la storia del Qatar.
E ho pensato a un’architettura naturale, millenaria, quella della rosa del deserto, modellata dal vento, dalle sabbie, secondo un processo di cristallizzazione che fabbrica forme in modo aleatorio», ha spiegato Jean Nouvel, in un incontro con la stampa a Parigi, lo scorso dicembre.
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Ne è nato un edificio di enorme complessità, composto da «dischi» di dimensioni diverse (da 14 a 87 metri di diametro) e differenti angolature, che si sovrappongono e si incastrano in modo irregolare, creando forme «che potrebbero essere frutto della natura». Una «follia architettonica che non sarebbe stata possibile senza le tecnologie di ultima generazione».
L’edificio di Nouvel si sviluppa intorno allo storico palazzo dello sceicco Abdullah bin Jassim al Thani, residenza della famiglia reale, poi sede del Governo e quindi del Museo del Patrimonio. Dopo aver progettato il Louvre Abu Dhabi, l’archistar francese realizza dunque un’altra opera spettacolare nel Golfo.
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Il museo, molto atteso, e che apre finalmente le porte il 28 marzo, deve diventare il nuovo biglietto da visita del ricco Emirato, dalla reputazione controversa, ma che si vuole dare un’immagine nuova, più moderna, puntando sulla cultura, e si prepara anche ad accogliere i Mondiali di calcio nel 2022. Per la sua posizione, sarà la prima struttura a essere vista arrivando dall’aeroporto di Doha.
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La visita del nuovo museo, «un viaggio attraverso la storia del Qatar», con 7mila metri quadrati di spazi per l’allestimento permanente e 1.700 metri quadrati per le mostre temporanee, vuole essere «un’esperienza immersiva», ha spiegato Karen Exell, responsabile del progetto di sviluppo del museo.
Il visitatore attraversa 11 gallerie su un percorso cronologico lungo 1,5 chilometri che gira intorno a un vasto cortile centrale, l’«howsh» (il caravanserraglio). «Il visitatore percorre il museo come l’acqua di un torrente, ha spiegato Jean Nouvel. Attraverso i diversi volumi, non sai mai cosa aspettarti nello spazio seguente. L’intento è di creare ondulazioni, contrasti, sorprese».
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Tre le sezioni: «Le origini», «La vita in Qatar», «La costruzione della nazione». Sono presentate le collezioni già allestite nel precedente museo storico, con vestigia archeologiche rinvenute in scavi nel nord del Paese, manoscritti antichi, fotografie, costumi, gioielli e altri oggetti storici. Tra questi, il prezioso tappeto rivestito di più di un milione e mezzo di perle di Baroda, realizzato per il maharaja nel 1865. Non è una mostra permanente in senso classico.
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Il Qatar ha fatto appello ad artisti contemporanei per arricchire le sue collezioni di opere inedite. Nel giardino, il francese Jean-Michel Othoniel ha realizzato un percorso di più di 100 fontane che disegnano arabeschi. Nelle sale espositive, opere video raccontano il Qatar, dall’antichità alla sua storia più recente, scorrendo su pareti che si trasformano in monitor giganti.
Martina Villa per "www.iodonna.it"
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C‘erano Johnny Depp, Carla Bruni e Nicolas Sarkozy, Naomi Campbell, Victoria Beckahm, gli stilisti Pierpaolo Piccioli e Diane von Furstenberg, e una parata di top model, da Izabel Goulart, Cindy Bruna, all’angelo di Victoria’s Secret Josephine Skriver: ha inaugurato in grande stile il nuovo National Museum of Qatar, a Doha, una spettacolare “rosa del deserto” architettonica firmata dall’archistar francese Jean Nouvel.
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Nove anni di lavori hanno trasformato la storica sede del governo dei primi del ‘900, diventata museo dal 1975, in una complessa struttura che ricaratterizza lo skyline della capitale Doha: un susseguirsi di grandi dischi di cemento e vetro color sabbia che formano un percorso di padiglioni e stanze intorno all’antico cortile tipico dei villaggi desertici. Abiti tradizionali, utensili, animali autoctoni, e, ovviamente, gas e petrolio: all’interno, la storia, le risorse e i focus di un Paese che in rapidissimo tempo ha visto cambiamenti radicali scoprendosi tra i più proiettati al futuro.
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A cerimoniare l’inaugurazione, la presidentessa della Qatar Museums, la Sheikha Al-Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al-Thani, 36 anni, sorella dell’emiro regnante Tamim bin Hamad Al Thani nonché figlia (una dei sette, cinque maschi e due femmine) dell’ex emiro Hamad bin Khalifa Al Thani e della First Lady Moza bint Nasser. Lei la regina di stile indiscussa della serata, in tuta decorata di cristalliArmani Privé, e al braccio, uno dei 13 esemplari al mondo di “Chanel Diamond Forever Classic Bag”, in coccordillo bianco e chiusura-logo in oro bianco e 334 diamanti, del valore di circa 260.000 dollari.
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Al-Mayassa, doppia laurea in letteratura e scienze politiche alla Duke University, conoscita ai più come la “regina mediorientale dell’arte”, è una delle personalità più influenti del mondo in campo artistico: in pochi anni, con investimenti astronomici, ha saputo trasformare Doha in una delle capitali mondiali della cultura. Sue le “spese” da 250 milioni di dollari per l’acquisto del quadro più pagato al mondo, “I giocatori di carte” di Paul Cézanne, o i 310 milioni per undici Rothko, passando per Warhol, Damien Hirst, Pablo Picasso, così come tutte le opere e i reperti storici per il museo di arte islamica progettato nel 2008 da un altro archistar, Ieoh Ming Pei.
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La serata è stata all’insegna del glamour: da Naomi in abito candido a Victoria Beckham in jumpsuit crema, a Izabel Goulart in abito scintillante Valentino e Carla Bruni in nero Ralph Lauren, gli spazi esterni a tinte sabbia del museo si sono trasformati in una passerella. E a fare la sua (bella) scena anche Johnny Depp, non accompagnato, ma in ritrovata forma.
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