donald trump barack obama
Massimo Gaggi per il Corriere della Sera
Barack Obama ha aveva promesso a Donald Trump un cambio della guardia soft, il 20 gennaio alla Casa Bianca. Un tentativo di mantenere, per quanto possibile, stabilità e continuità nell' attività di governo. Il neopresidente aveva ringraziato, promettendo di tener conto dei suggerimenti.
Poi, però, con una raffica di nomine tutte nel segno di una rottura brutale col passato, ha dato la netta sensazione di voler demolire quanto fatto finora. E nell' intervista a Time dell' altro giorno è tornato a giudicare privi di fondamento i rapporti dei servizi segreti sulle interferenze russe nella campagna elettorale Usa: semplici manovre a fini politici interni.
TRUMP PUTIN
Troppo per i parlamentari repubblicani che considerano da sempre il Cremlino una minaccia mortale per l' America. E troppo anche per Obama che, accusato in passato dalla destra di non tener testa a Putin con sufficiente vigore, un mese prima del voto aveva denunciato apertamente le interferenze russe, minacciando ritorsioni.
Così adesso Trump rischia di trovarsi in una tenaglia: da un lato il presidente uscente che ieri ha ordinato ai servizi segreti un rapporto completo sull' hackeraggio delle elezioni da parte dei russi. Un atto d' accusa circostanziato, dettagliato da completare prima che Obama consegni le chiavi della Casa Bianca a Trump: il tentativo di opporre una raffica di fatti al presidente che ha inaugurato l' era della post-verità.
Dall' altro, un ex candidato repubblicano alla presidenza, il senatore dell' Arizona John McCain, che, ignorando la volontà di Trump di minimizzare, chiede a gran voce un' indagine sui tentativi di Mosca di condizionare il voto degli americani.
donald trump barack obama
Seguito, in questo, da un altro senatore conservatore, Lindsey Graham, mentre il presidente della Commissione Homeland Security della Camera, Michael Mc Caul, un altro repubblicano, promette anche lui indagini. McCain sostiene di aver coinvolto nell' iniziativa anche il senatore Richard Burr, numero uno della Commissione Servizi Segreti, il leader del Senato Mitch McConnell e Bob Corker, il capo della Commissione Esteri del Senato, in lizza come Segretario di Stato nel gabinetto Trump.
Nessun dei tre ha confermato, ma è evidente che l' ostinazione con cui Trump si sforza di allontanare ogni sospetto dalla Russia, oltre a far infuriare Obama e l' intelligence, suscita sconcerto tra i repubblicani. Trump condizionato da Mosca? Il sospetto viene avanzato sottovoce, ma c' è anche chi, come lo storico conservatore Francis Fukuyama, formula apertamente (anche in una recente intervista al Corriere ), questa ipotesi.
HILLARY TRUMP PUTIN
La suspense durerà fino all' insediamento di Trump e forse anche oltre, visto che il rapporto ordinato da Obama dovrebbero restare segreto: secondo Lisa Monaco, consigliere antiterrorismo, verrà consegnato al Parlamento e alle autorità interessate. Al pubblico arriveranno solo alcune informazioni desecretate.
2. WP: PER LA CIA, LA RUSSIA È INTERVENUTA PER FAR VINCERE TRUMP
donald trump barack obama
La Cia ha concluso in una valutazione segreta che Mosca è intervenuta nelle elezioni Usa per aiutare Donald Trump a vincere la presidenza più che per minare solo la fiducia nel sistema elettorale americano: lo scrive il Washington Post citando fonti informate sulla vicenda. Gli 007 Usa hanno individuato attori legati al governo russo che hanno fornito a Wikileaksmigliaia di email hackerate ai danni del partito democratico e di altre organizzazioni, compreso il presidente della campagna di Hillary Clinton John Podesta.
Le fonti del Wp descrivono gli individui legati al governo russo come attori noti alla comunità dell'intelligence e facenti parte di una più vasta operazione per spingere Trump e minare le possibilità della sua rivale Hillary Clinton. "E' opinione della comunità di intelligence che l'obiettivo della Russia fosse favorire un candidato rispetto ad un altro, aiutare Trump ad essere eletto", ha confidato un alto dirigente Usa informato sulla presentazione dell'esito degli accertamenti fatta ad alcuni senatori americani. "Questa è l'opinione dominante", ha aggiunto.
HILLARY CLINTON
Ieri il presidente Barack Obama aveva disposto una verifica "completa" circa le presunte attività di hackeraggio e intrusioni legate alle elezioni presidenziali americane, chiedendo un rapporto esaustivo prima che lasci la Casa Bianca il prossimo 20 gennaio.
E ora si profila uno scontro fra Donald Trump e la Cia, dopo che in un rapporto l'agenzia di spionaggio Usa ha sostenuto che persone legate alla Russia hanno interferito nelle elezioni presidenziali fornendo a Wikileaks le mail dell'ex direttore della campagna elettorale di Hillary Clinton, John Podesta, e del Partito democratico. Dura la replica dello staff del presidente eletto che in una nota non firmata si è chiesto se gli analisti che hanno redatto il rapporto "non siano gli stessi che dissero che Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa", l'argomento poi rivelatosi falso che servì a George W. Bush per invadere l'Iraq nel 2003.
ASSANGE PUTIN TRUMP