Pierluigi Panza per corriere.it
chailly
Il «Macbeth» è una sfida che ha sempre messo alla prova la Scala. Con Riccardo Chailly, molti tra gli ultimi direttori musicali della Scala l’hanno diretta un 7 dicembre. Nel 1952 Victor De Sabata diresse in quest’opera Maria Callas ed Enzo Mascherini; nel 1975 Claudio Abbado, con regia di Giorgio Strehler e scene di Ezio Frigerio (la parte di rame sul fondo) mise sul palco Shirley Verrett e Piero Cappuccilli; nel 1997 Riccardo Muti orchestrò davanti al rosso cubo rotante (e rumoroso) ideato da Graham Vick e abitato da Maria Guleghina e Renato Bruson.
livermore chailly
Quest’anno la regia è stata affidata, come negli ultimi Sant’Ambrogio, a Davide Livermore che lunedì ha iniziato le prove ai Laboratori Ansaldo, ancora senza cantanti. Dalle prime indiscrezioni dovremmo aspettarci uno spettacolo impostato in maniera tradizionale, ma non in costume, e che parla del significato dell’esercizio del potere oggi. Le scene saranno importanti e imponenti, tutt’altro che minimal, integrate dai video dello studio Gio Forma che rendono lo spettacolo adatto anche per una visione televisiva. Con Livermore è all’Ansaldo anche il ballerino Daniel Ezralow che cura la coreografia del ballo delle streghe e lavora con i mimi.
macbeth scala
Chailly potrebbe proporre nel finale dell’opera il monologo che vede Macbeth morire in scena («Mal per me che m’affidai») sulla scia di quanto proposto da Abbado-Cappuccilli.
chailly muti
Protagonisti canori saranno il baritono Luca Salsi, e la star Anna Netrebko, entrambi pluripresenti alla Scala e in prova tra qualche giorno: la Netrebko non prima di dieci giorni, perché reduce da una operazione alla spalla. La presenza della Netrebko ha, ovviamente, influenzato anche la vendita dei biglietti: tutti sold-out quelli per la «prima» del 7 — con platea venduta a 3.000 euro, gallerie esaurite (a parte i 140 biglietti last minute dei «loggionisti») — ad eccezione di una decina di posti in seconda fila di palchi laterali. Questo è un problema annoso: sono posti dai quali non si vede bene; c’è già stata una modifica delle fasce di prezzo ma, evidentemente, non sufficiente. Per le repliche siamo vicini all’esaurito tranne che su quelle senza la Netrebko, quando nel ruolo di Lady Macbeth canterà Ewa Plonka.
Cubo al MacBeth 1997
I posti in vendita per la «prima» erano circa un terzo dei duemila disponibili poiché i grandi sponsor hanno diritto di prelazione. Il teatro non fa inviti e riserva solo dei posti istituzionali. Il Comune ha i suoi posti. Poiché è la «prima» post Covid si attende un nutrito gruppo di presenze istituzionali, la più illustre delle quali dovrebbe essere il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Lo spettacolo sarà in diretta, dalle 18, sulla Rai e trasmesso in varie parti del mondo. La cena che segue l’aprimento non sarà, come di tradizione, alla Società del Giardino per questione di distanziamento. Si andrà all’Ansaldo e sarà anche l’occasione per salutare gli storici padiglioni fiore all’occhiello di quel Sistema-Scala ideato più di vent’anni fa dall’ex sovrintendente Carlo Fontana e poi sostenuto dal vicepresidente Bruno Ermolli. Il Comune, infatti, ha emesso qualche giorno fa il bando per la realizzazione dei nuovi laboratori a Rubattino.
Anna Netrebko
Con Edison e il Comune, la Scala riproporrà la «Prima diffusa», ovvero una settimana di eventi in città. È il decennale di «Prima diffusa», iniziativa ideata da Stefano Boeri il cui assistente di allora era Tommaso Sacchi, ora neo-assessore alla Cultura di Milano: per lui sarà come ribattezzare l’inizio della sua avventura ambrosiana.
luca salsi
Il 4 novembre, intanto, si inaugurano le mostre alla Scala e al Piccolo Teatro per i cento anni dalla nascita di Giorgio Strehler. Quella alla Scala è divisa in due parti: la prima, «Giorgio Strehler, il gesto e la scena», curata da Vittoria Crespi Morbio e allestita al Museo Teatrale alla Scala e nel Ridotto dei Palchi, è dedicata ai costumi, allo spazio scenico e al gesto; la seconda, interamente virtuale, «Il soffio del vero poetico», curata da Franco Pulcini, è un viaggio sul palcoscenico della Scala attraverso sette stanze ricostruite in tre dimensioni, che ci conduce a scoprire la personalità di Strehler, regista lirico.
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