En la celebración de la premier borracho dijo algo así como que Bernardo estaba jugando como Almirón, haciendo referencia a que era malo y nada que ver con Almirón que lo meta, y esta temporada tiene más goles que Grealish esta temporada sumada a la anterior jaja pic.twitter.com/I6k3TYqiaS
— Rafael (@rafaelplata_c) December 26, 2022
Davide Chinellato per la Gazzetta dello Sport
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«Tutto è possibile per noi quest' anno». Non lo pensano solo i tifosi del Newcastle, che dopo il 3-0 di Leicester nel Boxing Day cantano a squarciagola che vinceranno la Premier, ma anche Eddie Howe, il tecnico che ha rilanciato i Magpies portandoli fino al 2° posto momentaneo in classifica, aspettando il City, in campo alle 21 a Leeds, che non occupavano dopo 16 partite dal 1995-96. Tutto è possibile a Newcastle perché uno dei club più ricchi del mondo si è scoperto prima di tutto squadra: un anno fa, quando il fondo arabo ha preso il controllo del club pagandolo 340 milioni di euro, si preoccupavano di non retrocedere; ora sono diventati la nuova grande di Premier. E il merito non è solo dei soldi degli sceicchi.
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GLI SCEICCHI
La storia recente del Newcastle è cambiata il 7 ottobre 2021, quando il Public Investment Fund è diventato proprietario dell'80% del club. Si tratta di un fondo di investimenti riconducibile alla famiglia reale saudita, con asset stimati in 580 miliardi di euro. Ha scelto il Newcastle, dopo aver trattato con altri club di Premier, perché voleva il controllo del club. E l'ha ottenuto: una delle prime mosse è stata rimpiazzare Steve Bruce con Howe, tecnico che in Premier League si era fatto notare quando allenava il Bournemouth. L'obiettivo era però quello di non retrocedere anche dopo i 103,7 milioni di euro investiti in gennaio.
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Gli arrivi di Kieran Trippier e Bruno Guimaraes hanno aggiunto qualità e personalità ad una squadra che aveva bisogno di una scossa: l'esterno che ha fatto il Mondiale con l'Inghilterra e il centrocampista brasiliano sono diventati colonne portanti di una squadra che in estate ha cercato di migliorare ancora. I 138,8 milioni di euro spesi in estate non hanno portato fenomeni come Haaland e Mbappé, ma innesti di qualità come il difensore olandese Sven Botman, che piaceva tanto al Milan ma che alla fine ha preferito la Premier. «C'era armonia nel gruppo, per questo non abbiamo distrutto la squadra ma inserito giocatori che potevano aiutarci a crescere», ha detto Howe.
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GLI EROI
È stata la scelta giusta, perché il Newcastle è cresciuto come gruppo ed è attraverso quello che sono arrivati i risultati: l'ultima sconfitta, l'unica della stagione, è del 31 agosto, poi 11 risultati utili, comprese 6 vittorie consecutive, la miglior difesa del torneo e la certezza che sfidare le grandi di Premier è possibile già da adesso. E senza che i soldi degli sceicchi abbiano ancora portato a Newcastle fenomeni generazionali.
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«Il successo che abbiamo avuto nella prima parte di stagione è basato sulla nostra unità - ha raccontato Howe -. In spogliatoio abbiamo giocatori motivati a far bene, che vogliono che la squadra vinca e la mettono al primo posto, anche davanti alle proprie ambizioni personali». Il simbolo della rinascita del Newcastle è Miguel Almiron: il paraguaiano a inizio stagione era stato indicato da Grealish del City come esempio di mediocrità, ma da allora ha segnato 9 gol, tanti quanti le 4 stagioni precedenti in Inghilterra.
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FORZA
Il punto di forza del Newcastle è la difesa: ha subìto appena 11 gol finora, meno di tutti, con Pope che è il portiere che fin qui ha tenuto più volte la porta inviolata (8). Trippier è il miglior esterno destro visto fin qui in Premier, Botman al centro ha dato sicurezza. Ma il Newcastle può ancora migliorare: Alexander Isaak, 23enne centravanti svedese che coi suoi 71,5 milioni di euro è l'acquisto più caro dell'era degli sceicchi, in Premier per infortuni finora ha giocato solo 3 partite.
L'ingrediente segreto è Howe: ha trovato il modo di motivare un gruppo ben costruito ma senza fenomeni, di instillare loro fiducia risultato dopo risultato, di reagire agli infortuni e alle poche delusioni. Quando i Magpies hanno cambiato padroni, diventando uno dei club più ricchi del mondo, erano destinati a diventare la nuova grande di Premier. Hanno bruciato le tappe, non grazie ai soldi ma grazie al gioco. E adesso, da secondi in classifica, sono certi che tutto sia possibile.
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