Anna Lombardi per “la Repubblica”
manifestazione pro russia a belgrado
Mentre il mondo si mobilita per l'Ucraina, compresi paesi dell'ex blocco sovietico, a Belgrado almeno 5mila persone sono scese in piazza per sostenere la Russia e il suo presidente Vladimir Putin. È successo venerdì scorso: la rara dimostrazione di sostegno pubblico organizzata da gruppi di estrema destra - cui, va detto, ieri sempre nella capitale serba ha fatto seguito una manifestazione di segno opposto: contraria cioè all'invasione - mette in luce le contraddizioni del Paese.
Da un lato, i negoziati per l'ingresso nella Ue che vanno avanti dal 2014, dall'altra gli storici legami culturali ed economici con Mosca, dalla quale la Serbia dipende energeticamente, visto che riceve gas russo al prezzo di favore. Senza dimenticare l'ostilità di molti serbi nei confronti della Nato, a causa dei bombardamenti strategici degli anni '90 la cui memoria è ancora viva: azione all'epoca contrastata dalla Russia al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Il risultato?
VUCIC
Mentre Belgrado alle Nazioni Unite ha sottoscritto la mozione di condanna alla Russia, sostenendo ufficialmente il sostegno all'integrità territoriale dell'Ucraina, attraverso il suo presidente uscente Aleksandar Vui - favorito per le lezioni del prossimo 3 aprile ribadisce di non voler partecipare alle sanzioni imposte alla Russia in nome degli interessi nazionali.
Un sostegno, quello dei serbi a Mosca, che inquieta non poco i vicini. L'avanzata russa in Ucraina potrebbe insomma risvegliare le tensioni ancora latenti nei Balcani. Albin Kurti, premier di quel Kosovo proclamatosi unilateralmente indipendente da Belgrado nel 2008 che vede in Mosca uno dei maggiori ostacoli al suo riconoscimento internazionale, lo ha detto chiaro: «Se Belgrado non prende le distanze dall'aggressione russa all'Ucraina unendosi alle altre democrazie nell'imporre sanzioni, tornerà a essere una minaccia per la regione, la pace e la sicurezza».
ALBIN KURTI
Tanto più che negli ultimi anni la Serbia ha stretto nuovi legami militari con Mosca, partecipando a esercitazioni militari e acquistando armi russe. Una vicinanza che a Pristina fa così paura da spingerla a chiedere agli americani di costruire una base nel paese e accelerare il loro ingresso nella Nato.
STELLA ROSSA
Salvatore Riggio per corriere.it
stella rossa
Nessuna rinuncia allo sponsor Gazprom da parte della Stella Rossa. Il club serbo non seguirà l’esempio dello Schalke 04 che, dopo l’invasione russa in Ucraina, si è affrettato a chiudere la sponsorizzazione con il colosso energetico di Mosca. Cosa che, invece, non farà appunto la Stella Rossa. E preoccupa pure la presa di posizione dei suoi ultrà, i Delije, che hanno cantato a favore dell’attacco russo.
Sì tratta del tifo caldo della squadra di Belgrado, divenuti tristemente noti negli anni 90 non solo per essere guidati dal comandante Arkan (alias Zeliko Raznatovic, assassinato il 15 gennaio del 2000 all’età di 47 anni) ma anche perché uno scontro tra loro — all’epoca aiutati dalla polizia jugoslava — e gli ultrà della Dinamo Zagabria (i Bad Blue Boys), durante una sfida di campionato tra le due squadre, fu una delle scintille che evidenziò la tensione tra i due popoli e portarono alla guerra nei Balcani.
STELLA ROSSA TIFOSI
Perché la scelta di non rinunciare alla sponsorizzazione? L’Uefa su questo ha detto libertà ai singoli club. Inoltre, la Stella Rossa, come ha spiegato il suo direttore generale, Zvezdan Terzic, deve la propria sopravvivenza ai soldi di questo accordo commerciale di 12 anni. «Non abbiamo ricevuto una richiesta per rimuovere il logo Gazprom e spero sinceramente che ciò non accada. Gazprom è qui dal 2010 ed era con noi quando siamo stati minacciati dai peggiori problemi finanziari. Se non fosse per Gazprom, non ci sarebbe una Stella Rossa. Non approviamo ciò che la Fifa e la Uefa hanno fatto ai club russi. Non ci sono basi nel diritto internazionale.
Adesso c’è un’isteria anti-russa in tutta Europa. La politica ha interferito oltre ogni ragione nello sport. Il popolo russo è vicino al popolo serbo e lo sarà sempre», le sue parole. Una presa di posizione che si accoda agli ultrà. Infatti, durante la partita in casa del Vozdovac — giocata giovedì 3 marzo e vinta 3-0 dalla Stella Rossa — cantavano «Russi e serbi fratelli per sempre». Lo stesso coro che risuona anche nel palazzetto dello sport della squadra di basket di Belgrado.
STELLA ROSSA 1
Però, la Serbia (a sorpresa) nella votazione all’Onu ha votato a favore della risoluzione che condanna l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Una scelta che contrasta con le idee dei tifosi della squadra della capitale.
stella rossa carro armato