1 - «ABBIAMO VISTO L' INVISIBILE» LA PRIMA FOTO DI UN BUCO NERO
Giovanni Caprara per “il Corriere della Sera”
«Abbiamo visto quello che pensavamo fosse invisibile» ha annunciato con orgoglio Sheperd Doeleman dell' Università di Harvard, in una conferenza stampa storica per l' astronomia a Washington. «Abbiamo raccolto la prima immagine di un buco nero» ha raccontato Doeleman, alla guida del progetto internazionale «Event Horizon Telescope» (Eht), creato per arrivare alla grande scoperta.
LUIGI DI MAIO E IL BUCO NERO
Nello stesso istituto di Washington, nel 2016, era stata presentata la «cattura» della prima onda gravitazionale. Entrambi i fenomeni erano stati previsti da Albert Einstein un secolo fa e da allora disperatamente cercati e finalmente trovati grazie alle tecnologie sviluppate negli ultimi anni.
Il mostro celeste si trova nel cuore della galassia M87, parte dell' ammasso di galassie della Vergine. È distante dalla Terra 55 milioni di anni luce e la sua massa è 6,5 miliardi più grande del Sole. Ruota come le lancette dell' orologio e genera un' ombra nera del diametro di quaranta miliardi di chilometri. In questo buio è nascosto il mostro, due volte e mezzo più piccolo, da cui non esce un raggio di luce. L'anello luminoso intorno è formato dalla materia che viene inghiottita e altra che viene espulsa. Lo straordinario risultato è frutto di un progetto che ha mobilitato 200 ricercatori di tredici istituzioni degli Stati Uniti, dell' Asia e dell' Europa.
Negli ultimi due anni le indagini erano concentrate su due obiettivi: la galassia M87 e il buco nero nel centro della nostra galassia, la Via Lattea, di cui avremo presto la prima foto. Negli Stati Uniti la National Science Foundation si è impegnata con un investimento di 28 milioni di dollari. L'Europa ha partecipato con un finanziamento di 14 milioni di euro dell' European Research Council che ha garantito le ricerche di una sessantina di scienziati, cinque dei quali sono italiani dell' Istituto nazionale di astrofisica e dell' Istituto nazionale di fisica nucleare.
BUCO NERO
Negli anni si è creata un' imponente rete mondiale di radiotelescopi distribuita dal nord al sud del pianeta: uno è stato installato persino in Antartide. Tutte le parabole delle stazioni coinvolte unite insieme fra loro hanno formato un radiotelescopio virtuale grande come la Terra, che ha garantito una sensibilità di ricezione eccezionale della radiazione a microonde emessa dall' evento cosmico.
Un record di sensibilità è stato raggiunto dai radiotelescopi europei dell' European Southern Observatory (Eso), installati in Cile, sulle Ande, nel sito di Chajnator Plateau nel deserto di Atacama a cinquemila metri di altezza. Il primo, «Alma», è formato da una schiera di 66 parabole di 7 e 12 metri di diametro.
annuncio della prima foto di un buco nero 8
A questo si è aggiunto «Apex», anch' esso di 12 metri. Con entrambi hanno lavorato i nostri ricercatori, sviluppando anche i software necessari per interpretare le informazioni raccolte. Tutti i dati sono stati concentrati ed elaborati in due centri (il Mit Haystack Observatory negli Usa e il Max Planck Institute in Germania) dotati dei supercomputer necessari. E qui il fiume sottile delle informazioni si è trasformato nella prima fotografia di un buco nero, aprendo una nuova finestra di conoscenza nell' universo.
2 - MARICA BRANCHESI: "ORA SCOPRIREMO PERCHÉ SPESSO DANZANO IN COPPIA"
Elena Dusi per “la Repubblica”
LA PRIMA FOTO DI UN BUCO NERO E DELLA SUA OMBRA
Una manciata di anni fa il buco nero era idea della mente, metafora letteraria, sinonimo di pozzo senza fondo. Oggi ne abbiamo uno vero davanti agli occhi. «Noi ne abbiamo osservati altri due mentre si fondono, due giorni fa, molto lontano da noi» esclama Marica Branchesi, astronoma protagonista della nuova avventura delle onde gravitazionali. Affiliata al Gran Sasso Science Institute dell' Aquila, Branchesi, 42 anni, nel 2015 diramò ai colleghi l' avviso della prima onda gravitazionale osservata nella storia. A generarla erano stati due buchi neri avvicinatisi troppo l' uno all' altro. Il loro scontro scosse i pilastri dell' universo e scatenò le onde.
Quello di oggi lo immaginava proprio così?
«Proprio così, è un' immagine bellissima. Ha una risoluzione migliore di quanto mi aspettassi. Si vede il materiale rovente in rapida rotazione prima di cadere dentro.
Vi ha lavorato anche il gruppo di radioastronomia dell' Istituto Nazionale di Astrofisica di Bologna, dove sono cresciuta».
Ha già fatto vedere la foto ai suoi bambini?
«Appena torno a casa. Sono sicura che gli piacerà».
I buchi neri sono stati osservati attraverso le onde gravitazionali, abbiamo ricostruito il loro suono, ora li vediamo direttamente. Stanno diventando nostri amici?
MARICA BRANCHESI
«Per un secolo sono stati fra gli oggetti più misteriosi e affascinanti dell' universo. I fisici teorici hanno elaborato idee sulla loro natura. Poi in pochi anni abbiamo fatto una serie di passi avanti storici nella loro osservazione».
Restano sempre spaventosi.
«Ma no, non c' è nulla da temere».
Per fare questa foto sono serviti otto telescopi insieme.
«L'astronomia di oggi funziona così, con grandi collaborazioni, reti di telescopi e tante menti che lavorano insieme. Anche quando le nostre antenne captano un' onda gravitazionale, avvertiamo subito i colleghi perché possano puntare i loro strumenti nella stessa regione del cielo».
annuncio della prima foto di un buco nero 1
Cosa manca da capire sui buchi neri?
«Un'infinità di cose. Come nascono e come si evolvono. Come mai i più piccoli spesso si trovano in coppia. Due buchi neri che ruotano uno attorno all' altro nel nostro linguaggio si chiamano sistema binario. Ma non sappiamo se i due siano nati uno accanto all' altro, in ambienti molto densi di materia, o se si siano incontrati a un certo punto».
Ci sono buchi neri che vagabondano per l' universo?
«È un' ipotesi, non lo sappiamo in realtà. Un altro mistero è perché esistano buchi neri piccoli, delle dimensioni di pochi Soli, e buchi neri supermassicci, grandi come milioni o miliardi di Soli. Ma non abbiamo mai osservato buchi neri di dimensioni intermedie. E non abbiamo idea del perché».
È vero che i buchi neri piccoli, come quello della Via Lattea, sono difficili da fotografare perché non stanno mai fermi come i bambini?
«Sì, la corona di gas ruota e si agita a grandissima velocità lungo il bordo. I buchi neri sono oggetti vivi, dinamici. Ma così come non sappiamo come nascano, non sappiamo come muoiono. Per la foto abbiamo dovuto scegliere un buco nero supermassiccio perché è più stabile, mentre noi con le antenne gravitazionali Ligo e Virgo possiamo osservare quelli più piccoli».
BUCO NERO
Diceva che ne avete appena visto un altro?
«Un sistema binario, attraverso le onde gravitazionali, nel momento in cui i due buchi neri si sono fusi l' uno nell' altro. Anche l' antenna italiana Virgo ha dimostrato di funzionare benissimo. D' ora in poi contiamo di vederne uno alla settimana, di questi eventi».
3 - IL RICERCATORE GODDI: «CAMBIA LA CONCEZIONE DELL' UNIVERSO»
Val.Arc. per “il Messaggero”
«Oh my God, ce l' abbiamo fatta!». Sono state queste le prime parole uscite dalla bocca di Ciriaco Goddi, ricercatore dell' Università di Nijmegen e Leiden (Olanda) e membro del gruppo di ricerca dell' Event Horizon Telescope. Incredulo di esser di fronte alla tanto sognata foto del millennio, la prima in assoluto di un buco nero, ha impiegato qualche minuto prima di realizzare.
Cosa ricorda ancora di quei momenti?
CIRIACO GODDI
«Quando mi hanno detto che quella era l' immagine vera non so neanche cosa ho risposto. Sono rimasto basito, tra l' incredulo e l' estasiato».
Perché questa foto è così importante?
«Perché è la prova che i buchi neri esistono e questo riveste un' importanza fondamentale nella nostra concezione dell' Universo. Nonostante Einstein avesse ragione nella sua descrizione generale dell' Universo, potrebbero esserci alcune deviazioni proprio in prossimità di un buco nero a causa dell' estrema gravità. Quindi, la teoria della Relatività di Einstein potrebbe non essere quella finale, che forse dovremo ancora scoprire».
Cosa pensa che ci sia oltre l' orizzonte degli eventi?
«Non sappiamo cosa ci sia oltre questo limite, dal momento che non possiamo accedervi. Materia, sicuramente sì, probabilmente compressa, o tutta concentrate nella singolarità, come nel Big Bang, chi lo sa! Speculare è gratuito, dal momento che nessuno può tornare a dirci cosa c' è dentro. Tuttavia, siamo solo all' inizio e ora continueremo con le osservazioni. Dobbiamo ancora studiare Sagittarius A, il buco nero al centro della Via Lattea. In futuro, vorremmo aggiungere nuovi telescopi al network. Insomma nel prossimo decennio saremo ancora molto occupati a migliorare le nostre misure e a testare ancora più precisamente la teoria di Einstein».
IL BUCO NERO DI DANILO TONINELLI