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    LA SILICON VALLEY NON È PIÙ UN MONOLITE DEMOCRATICO – I MULTIMILIARDARI TECH SI DIVIDONO TRA KAMALA HARRIS E DONALD TRUMP: ELON MUSK E PETER THIEL GUIDANO LA FRONDA CHE SOSTIENE IL TYCOON, E PER QUESTO SONO FINITI A STRACCI CON REID HOFFMAN, CREATORE DI LINKEDIN E MEMBRO DELLA COSIDDETTA “PAYPAL MAFIA” (INSIEME AGLI ALTRI DUE, FONDÒ LA SOCIETÀ DI PAGAMENTO) – MORALE DELLA FAVA: CHI SOSTIENE KAMALA DÀ DELL’ANTIDEMOCRATICO A PRESCINDERE A CHI APPOGGIA TRUMP, E VICEVERSA. E ZUCKERBERG, PER ORA, NON SI ESPONE…


     
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    peter thiel, elon musk fondatori di paypal peter thiel, elon musk fondatori di paypal

    La Silicon Valley si spacca, la battaglia politica dei paperoni

    (ANSA) - La Silicon Valley si spacca sulla politica e, per la prima volta, i miliardari di Big Tech si attaccano pubblicamente.

     

    Uno scontro che è particolarmente accesso fra i ricchi manager della cosiddetta 'PayPal Mafia', ovvero coloro che hanno lavorato a stretto contatto nella società di pagamenti negli anni 1990 e successivamente fondato delle loro aziende o divenuti investitori di alto profilo.

     

    REID HOFFMANN REID HOFFMANN

    Al gruppo appartengono Elon Musk, Peter Thiel ma anche David Sacks e Reid Hoffman. Meno di un'ora dopo il tentato assassinio di Donald Trump, il venture capitalist Sacks si è scagliato contro il suo ex collega Hoffman, importante donatore dei democratici. "La sinistra ha normalizzato questo", ha scritto su X. Qualche minuto dopo Musk ha rincarato la dose nominando esplicitamente Hoffman: gente come lui stava per veder realizzato "il suo più caro desiderio".

     

    Lo scontro - riporta il New York Times - sta riguardando anche altri paperoni della Silicon Valley, quali Marc Andreessen e Ben Horowitz, definiti pubblicamente dal venture capitali Roger McNamee "antidemocratici" per aver appoggiato Donald Trump. I battibecchi in pubblico mostrano l'evoluzione della Silicon valley, per anni bastione liberal. Di recente però molti nomi eccellenti, fra i quali Musk, hanno appoggiato Trump. Diversi miliardari stanno invece scegliendo la via del silenzio.

    DAVID SACKS DAVID SACKS

     

    Dopo aver detto nel 2016 quando Trump è stato eletto che il "progresso non è lineare", Mark Zuckerberg non si è pronunciato in questo ciclo elettorale. Il numero uno di Facebook e Instagram si è lasciato andare solo a un commento dopo il tentato assassinio di Trump: l'aver alzato il braccio "è una delle cose più toste che abbia mai visto in vita mia", ha detto Zuckerberg in un'intervista a Bloomberg, osservando come da "americano è difficile non emozionarsi per lo spirito" mostrato da Trump e "penso che sia proprio" per lo spirito che "piace a molti".

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