Ilario Lombardo Francesco Olivo per “la Stampa”
MARIO DRAGHI
A questo punto si può anche dire che il governo è salvo grazie ad Alessandro Colucci, deputato di Noi con l'Italia, il micropartito di Maurizio Lupi che ha fatto un po' la parte del jolly dentro il centrodestra.
Colucci si è sacrificato in nome del governo, della stabilità, per scongiurare una crisi che sarebbe apparsa assurda con una guerra alle porte dell'Europa, ma che potrebbe anche essere soltanto rinviata.
ALESSANDRO COLUCCI - NOI CON LITALIA
Se non lo avesse fatto Colucci, qualcun altro nel centrodestra si sarebbe caricato il compito di salvare il governo, e molto probabilmente lo avrebbe fatto Coraggio Italia, che invece ha votato contro la riforma del catasto insieme a Lega e, a sorpresa, Forza Italia.
Per Mario Draghi non è una giornata esaltante. È riuscito a evitare l'affossamento della norma della delega fiscale che definisce la mappatura per la futura revisione del catasto. Ma il passaggio e la forzatura parlamentare gli sono costate la spaccatura in maggioranza e un governo traballante.
maria cecilia guerra.
L'avvertimento arrivato in commissione il giorno prima, affidato da Draghi alla viceministra dell'Economia Cecilia Guerra, ha avuto l'effetto di compattare il centrodestra e di costringere il premier a una trattativa in extremis. Lo stesso è successo ieri. Temendo il peggio, Draghi ha inviato il suo consigliere economico, Francesco Giavazzi, a presidiare i deputati in commissione. Il premier sperava nei forzisti e ha cercato di convincerli ad astenersi.
Dopo aver sentito Antonio Tajani mercoledì, ha convocato una delegazione di azzurri a Palazzo Chigi. Quando però ha capito che le resistenze non erano scalfibili ha telefonato a Silvio Berlusconi.
giorgia meloni matteo salvini antonio tajani
Draghi ha provato a spiegargli che «non ci sarebbe alcun innalzamento automatico delle tasse», che «si tratta di una ricognizione» che vedrà la luce «non prima del 2026», con l'impegno di non far alcun aggiornamento fiscale senza prima passare dal Parlamento. Una telefonata che è diventata inutile quando Berlusconi ha risposto al premier: «Per noi la casa è intoccabile».
matteo salvini silvio berlusconi meme by carli
Forza Italia spiega il suo "no" con due argomenti: la necessità di tenere stretta la Lega e soprattutto quello che viene considerato un irrigidimento di Draghi. Chi ha assistito alle trattative ha notato come la rottura si sia consumata durante i colloqui a Palazzo Chigi. Forza Italia aveva avanzato una ipotesi di mediazione, un testo dove si escludeva con nettezza quello che il governo già aveva spiegato nei mesi scorsi: nessuna nuova tassa sulla casa nei prossimi quattro anni.
«La Lega si sarebbe accontentata», spiega un dirigente berlusconiano. La delegazione guidata dal capogruppo azzurro alla Camera Paolo Barelli però ha trovato un muro nel presidente del Consiglio: «Dopo il Quirinale Draghi è chiuso al dialogo, ci tratta con fastidio», spiegano i vertici.
riforma del catasto 9
Per Fi lo strappo non è gratis, si riapre la breccia con i ministri. Una dinamica che si ritrova anche nel Carroccio, dove i ministri si distinguono dalla linea di Salvini. Il leader della Lega, esterrefatto, con un messaggio ha chiesto un appuntamento a Draghi: «Non mi spiego l'insistenza sul catasto.Ti abbiamo dato piena fiducia per fermare la guerra».
Il partito si è smarcato già quattro volte in un mese dal governo: dad per i bambini non vaccinati, riforma del Csm e balneari, gli ultimi due provvedimenti votati in Cdm, con la promessa di modifiche in Aula.
MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI
Quello di ieri è il quarto episodio, forse non l'ultimo, «anche perché - si ragiona in via Bellerio - con la guerra in Ucraina Draghi non può più cercare un incidente per andarsene». Il premier, con i suoi collaboratori, sostiene la necessità di mantenere un approccio «pragmatico», in modo da «tenersi il più lontano possibile dalla propaganda di partito». Almeno finché sarà possibile tenere in vita il governo.
FRANCESCO GIAVAZZI
Le prossime settimane saranno un test continuo. Si affronteranno le tre riforme che Draghi considera vitali, perché incardinate all'interno del Pnrr: concorrenza, appalti e giustizia. È già previsto che la riforma del codice degli appalti, approvata a fine giugno in Consiglio dei ministri, verrà votata in Senato lunedì, il giorno in cui il premier volerà a Bruxelles per parlare di energia e dei profughi ucraini. Dunque i lavori per l'approvazione scavalleranno anche la prossima settimana. Sono regole che vanno riviste per velocizzare gli investimenti, accompagnare il Recovery fund e realizzare le opere pubbliche e le infrastrutture pagate con i soldi dell'Europa. -