Estratto dell'articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”
Pedro Sanchez Yolanda Diaz
Tentazione spagnola per l'Italia. Abolire il contratto a termine o limitarlo fortemente a stagionalità, picchi di produzione e sostituzioni. E rafforzare il contratto a tempo indeterminato, come unica via di accesso al mercato del lavoro. La Spagna l'ha fatto, mettendo d'accordo sindacati e Confindustria, con la riforma varata a Capodanno. E ora festeggia un rialzo mai visto di contratti stabili. In aprile 700 mila, record storico: quasi un contratto su due, il 48%.
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A dicembre erano il 10%, poi il 15% a gennaio, il 22% febbraio, il 31% a marzo. Nei primi quattro mesi sono triplicati sul 2021. Per oltre 20 milioni di occupati, altro traguardo impensabile in epoca di guerra e post-Covid. Esulta la ministra del Lavoro e vicepremier Yolanda Díaz: «Dati senza precedenti. Ci hanno detto che non era possibile. E invece, sí se puede! La riforma del lavoro funziona e ha cambiato il paradigma delle assunzioni nel Paese».
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Ad essere sorpresa è lei per prima, visto che la riforma aveva un periodo di tolleranza di tre mesi fino a marzo, per consentire alle imprese di adeguarsi. E invece la curva dei contratti stabili ha cominciato subito a impennarsi dallo storico 10%, fino ad arrivare a metà dei nuovi posti. E non si tratta solo di contratti di stabilizzazione, dunque trasformazione da determinato a indeterminato: il 73% sono assunzioni ex novo.
ANDREA ORLANDO - PH LAPRESSE
Una riforma guardata con molta attenzione dal nostro ministro del Lavoro Andrea Orlando che più volte ha incontrato la ministra spagnola, trovando ispirazione e sintonia, specie dopo gli ultimi dati Istat con il record italiani di occupati a termine (3 milioni e 159 mila). Seppure, realisticamente, Orlando sa di non poter contare sulla stessa coesione politica. [...]
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