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    BODA A COME PARLI – LA SPETTACOLARE CADUTA DELL’EX “ZARINA” DEL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, GIOVANNA BODA, CONDANNATA A 2 ANNI E 2 MESI PER LE TANGENTI IN CAMBIO DI APPALTI PUBBLICI – ENFANT PRODIGE ALL'UNIVERSITÀ E POI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, A ROMA FINÌ IN UNA SPIRALE DI MAZZETTE, FAVORI E SPESE SFRENATE – TRAVOLTA DALLO SCANDALO, TENTÒ IL SUICIDIO GETTANDOSI DALLA FINESTRA – LA MADRE, EX SINDACA DI CASALE MONFERRATO: “MIA FIGLIA LOTTAVA PER LA LEGALITÀ. POI È RIMASTA DA SOLA, TRADITA DA TUTTI


     
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    Estratto dell’articolo di Lodovico Poletto per "La Stampa"

     

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    La giustizia ha fatto il suo corso. E Giovanna Boda, la brillante e pluripremiata ex capo del Dipartimento risorse umane e finanziarie del Miur, dirigente con la piena fiducia di schiere di ministri dell'Istruzione, travolta nel 2021 dallo scandalo delle tangenti al ministero di Istruzione Università e Ricerca, ha chiuso i conti con la giustizia. Rito abbreviato e condanna - ieri - a due anni e due mesi. […]

     

    Sullo sfondo la storia professionale, umana e giudiziaria di questa donna, arrivata a Roma, da Casale Monferrato, quando aveva appena 19 anni, mille idee, e già le stimmate dell'enfant gâté di illustri docenti. Nel curriculum, accanto alle scuole in Piemonte, anche un progetto completato e destinato a crescere: la fondazione della «Direzione per lo studente».

     

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    Alla soglia dei cinquant'anni, con una carriera pazzesca alle spalle, Giovanna Boda oggi è l'ombra della potente dirigente che era quando questa brutta storia di soldi in cambio di favori cominciò a prendere forma.

     

    Allora era una donna con la valigia sempre in mano per viaggi di lavoro, una con ottimi contatti nel cellulare e la politica frequentata con astuzia - «ma senza approfittarne» - come giura ancora oggi con la mano sul cuore chi la conosce fin da quando era una ragazzina.

     

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    Poi, un mattino dell'era del Covid, il mondo di Giovanna Boda sprofondò. E sembrò di rivedere le scene di Tangentopoli, Prima Repubblica. Con la Guardia di Finanza che bussa all'alba a casa dei potenti, gli avvisi di garanzia in mano e tutto il resto. E si tornò a parlare di tangenti.

     

    Pagate da tal Federico Bianchi di Castelbianco, ex presidente della Dire e dell'Istituto di Ortofonologia, ma, prima di tutto, destinatario di appalti al Miur per 23 milioni di euro. Ottenuti, sospettava la procura di Roma, grazie a elargizioni sottobanco per quasi tre milioni. Un film già visto. Con la corruzione che entra al Ministero. […]

     

    Giovanna Boda si ritrovò con la Finanza in casa. Con i conti sequestrati. Indagata e sospesa dall'incarico «in attesa che sia fatta piena luce sulla vicenda» scrissero in linguaggio burocratico. Lei, in pubblico, non disse mai nulla. Parlò soltanto con il suo avvocato, Franco Coppi.

     

     «Era sconvolta» raccontano. Poi, cercando scampo dalla vergogna, spalancò una finestra e saltò nel vuoto. Era l'aprile di due anni fa: l'epoca degli isolamenti sanitari. «Della solitudine di una donna tradita da tutti» confidò agli amici la sua mamma, Titti Palazzetti, ex sindaco democratico di Casale Monferrato.

     

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    […] Oggi, nel giorno in cui la giustizia ha detto che due anni e due mesi sono pena sufficiente per una donna «che s'è pentita ed ha collaborato», Giovanna Boda se ne sta trincerata nella sua casa romana sognando il mondo di prima, quando poteva camminare, correre, andare per il mondo. Dissero che avrebbero dovuto amputarle una gamba per ridarle speranza. Mamma Titty non s'è arresa. L'ha presa e l'ha portata dai migliori specialisti.

    Dentro e fuori sale operatorie.

     

    Sale d'aspetto di chirurghi. E preghiere e pentimenti per gli errori fatti. «Era giovane e figlia di nessuno quando arrivò a Roma. L'hanno minacciata per quel che faceva. Le hanno fatto trovare lungo in ogni modo» si sfoga la Titty. Che non vorrebbe parlare, non vorrebbe dire. E quella gamba martoriata pesa più della condanna: «In nome del popolo italiano».

     

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    E per il mondo fuori non contano più gli attestati di stima e i premi ricevuti. «Mia figlia lottava per la legalità» dice la Titty, e sembra quasi un paradosso adesso che ci sono quei 26 mesi di condanna. E parla dell'impegno profuso a Caivano, ben prima che quel paese diventasse lo specchio dell'Italia dell'illegalità. «Lottava per i ragazzi» insiste la Titty. Per una scuola capace di accogliere tutti. Ancora ricordi: gli interventi a Lampedusa.

     

    […] Ma tutto questo fa parte del mondo di prima. Quello «poi» ha il profumo delle tangenti. Dei viaggi pagati. Di una carta di credito per libere spese, come disse la procura. «Molti regali li ho restituiti» s'è difesa lei. Nel mezzo storie di collaboratori infedeli. La depressione.

     

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    «Non volevo quel mondo, volevo uscirne» si è sfogata con i giudici Giovanna Boda. «Non s'è arricchita: ha una casa di proprietà, le hanno sequestrato tutto. Sul conto aveva appena i soldi dello stipendio da dirigente» ripete la mamma. Anche la seconda vita di Giovanna adesso è chiusa. E lei ha spostato l'orizzonte più in là. Ricorda quando lavorava per i ragazzi. E cura la gamba martoriata. Dicono che adesso voglia il riscatto.

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