yasmine - bambina recuperata nel mar mediterraneo

LA STORIA DA FILM DI YASMINE, LA BIMBA DI 11 ANNI UNICA SUPERSTITE DEL NAUFRAGIO NEL MEDITERRANEO IN CUI SAREBBERO MORTI 44 MIGRANTI, TRA CUI SUO FRATELLO - LA PICCOLA, ORIGINARIA DELLA SIERRA LEONE, È STATA RECUPERATA MIRACOLOSAMENTE ANCORA IN VITA DA UNA BARCA DELLA ONG "COMPASS COLLECTIVE" - IL VASCELLO PIENO DI MIGRANTI ERA PARTITO DA SFAX, IN TUNISIA, MA SI È RIBALTATO. LA 11ENNE SI È AGGRAPPATA A UNA CAMERA D'ARIA ED È RIMASTA IN MARE PER ALMENO 12 ORE: LA BIMBA È ARRIVATA A LAMPEDUSA

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Estratto dell'articolo di Alessia Candito per "La Repubblica"

 

YASMINE - BAMBINA RECUPERATA NEL MAR MEDITERRANEO

Dorme Yasmine. Adesso che è sulla terraferma a Lampedusa, ha un letto e delle coperte addosso, dorme vinta da una stanchezza infinita. Dorme forse anche per scappare da quell’incubo vero, reale che lei, così piccola, ha dovuto affrontare.

 

A undici anni appena si è trovata da sola in mezzo al mare, tra onde enormi che forse anche quando era su un guscio di ferro le facevano paura.

 

Quando quel rottame si è ribaltato, mentre il Mediterraneo prendeva quelli che erano con lei, incluso il fratello, magari non ha avuto neanche tempo o forza di avere terrore, ma solo di sopravvivere, «per due o tre giorni» racconta, aggrappata alla vita e a due camere d’aria, e gridare: «Help, help». Aiuto.

 

LA TROTAMAR III SALVA UNA BAMBINA UNICA SUPERSTITE DI UN NAUFRAGIO IN MARE

Quell’urlo lo hanno sentito i soccorritori del veliero Trotamar III dell’ong Compass Collective. E forse anche loro inizialmente pensavano di essersi sbagliati. Erano a dieci miglia da Lampedusa, stavano navigando verso l’ultima posizione nota di un altra carretta in difficoltà. «È stato quasi un miracolo essere riusciti a sentire le sue urla nonostante avessimo il motore acceso», dice il capitano Matthias Wiedenlübber.

 

Il Trotamar III è un veliero piccolo, giallo perché sia facile da avvistare per chi si gioca la vita in mare, ma di notte si vedono solo le luci del ponte. Probabilmente Yasmine le ha notate, con le poche forze che le erano rimaste ha chiesto aiuto. L’equipaggio l’ha sentita. Uno dei soccorritori di guardia ha subito spento il motore, l’altro è andato a svegliare il resto dell’equipaggio che stava riposando in attesa del proprio turno sul ponte.

 

LA TROTAMAR III SALVA UNA BAMBINA UNICA SUPERSTITE DI UN NAUFRAGIO IN MARE

In pochi minuti, il rhib, la lancia di soccorso era in acqua, un faro a illuminare il nero della notte, che come una colla, lì in mezzo al Mediterraneo, si fonde con il cielo, la voce di una bambina a fare da guida.

 

«Era incredibilmente vicina», spiegano da bordo. In gergo si chiama “close contact”. E di notte è facile che succeda. Una carretta del mare è un puntino in mezzo al nulla anche di giorno, se non c’è luce, per i naufraghi l’unica speranza di farsi vedere sono gli schermi dei cellulari. Yasmine non aveva neanche quello, solo la sua voce, la sua disperata determinazione a vivere.

 

Con delle cime è stata trainata vicino al rhib, poi via, subito, a bordo del Trotamar III. «Era gelata, spaventata, ma è riuscita a muovere qualche passo», spiega l’equipaggio. A chi l’ha scaldata, strofinandole addosso una coperta e con un piccolo calorifero che a bordo si tiene per queste emergenze, ha raccontato di essere partita da Sfax, quattro o cinque giorni fa.

 

LA TROTAMAR III SALVA UNA BAMBINA UNICA SUPERSTITE DI UN NAUFRAGIO IN MARE

«Improvvisamente la barca si è ribaltata, siamo caduti tutti in acqua», ha spiegato. C’era suo fratello maggiore con lei, ma lo ha perso fra le onde. «Inizialmente ho visto due persone vicino a me, ma poi sono sparite». Il padre è ancora a Sfax. Con i pochi spicci che aveva, ha cercato di mettere al sicuro i figli dalle continue violenze in Tunisia, nella speranza di raggiungerli a breve. «Sono viva, sono in Italia», gli ha detto Yasmine quando al poliambulatorio di Lampedusa le hanno prestato un telefono.

 

«Crediamo sia rimasta in acqua dodici ore», spiega il dottore Fabrizio D’Arca. Di più, probabilmente non sarebbe sopravvissuta. Ma in mare è facile confondersi, le ore sono giorni. I dettagli del suo viaggio forse arriveranno con il tempo. In hotspot, ha parlato con la psicologa della Croce rossa, Save the children segue tutto da vicino. […]