Andrea Federica de Cesco per www.corriere.it
HITLER CIGARRUISTA
La storia di Cigarruista, giornalista panamense di 50 anni , è quella di un uomo perseguitato dal proprio nome. Il padre ebbe infatti la bizzarra idea di chiamarlo come uno degli uomini più odiati al mondo, Hitler. «Voleva dimostrare che può esistere un Hitler buono», ha spiegato a El País il direttore de El Capital Financiero . Il cinquantenne non sa dire se è stato all’altezza delle aspettative paterne ma di sicuro quel nome infame gli ha causato parecchie seccature. «Qualche volta ho pensato di cambiarlo. Per mio padre non sarebbe un problema», ha commentato lui. «Ma costerebbe parecchio rifare tutti i diplomi e i documenti».
HITLER CIGARRUISTA
I PROBLEMI CON FACEBOOK
Il nome con cui è stato registrato all’anagrafe (quello di battesimo invece è José Hitler, dal momento che il prete si rifiutò di mettergli come primo nome lo stesso del leader nazista ) si è rivelato un problema anche per quanto riguarda l’iscrizione ad alcuni social network. Con LinkedIn e Twitter non ci sono state difficoltà.
La prima piattaforma vieta l’utilizzo di «nomi falsi o inappropriati», mentre la seconda proibisce «espressioni di odio verso persone, gruppi o categorie protette». Nonostante ciò, il sostantivo Hitler non ha fatto scattare campanelli d’allarme. Facebook , che non consente di utilizzare come nome «parole offensive o allusive», non ha invece permesso al giornalista di iscriversi col proprio nome anagrafico . «Ho accettato la cosa e ho usato quello di mio figlio, Carlos», ha detto Cigarruista.
HITLER CIGARRUISTA
LE DIFFICOLTÀ QUOTIDIANE
«Giornalisti che mi conoscono da sempre hanno iniziato a prendermi in giro. “Ciao Carlos!”, mi dicono. Ridono di me perché non posso usare il mio nome su Facebook», racconta il cinquantenne. E dal momento che a Panama è tradizione dare al primogenito il nome del padre, anche nella scuola del figlio lo chiamano Carlos . Ma lui si è guardato bene dal chiarire l’equivoco.
In Germania, dove gli capita di andare abbastanza spesso, si limitano a fargli qualche domanda: «Ricordo la prima volta che ci sono stato: la donna dell’ufficio doganale è rimasta stupefatta quando ha aperto il mio passaporto. Ha chiamato diversi colleghi, che — sorpresi e divertiti — mi hanno chiesto se fosse davvero il mio nome». Il giornalista recentemente ha visitato l’ambasciata israeliana a Panama per celebrarne l’anniversario, ma ancora non ha osato andare in Israele : «So che è un tema sensibile, non mi faccio illusioni».
I FILTRI DI GOOGLE
HITLER CIGARRUISTA
Tornando alle complicazioni online di Cigarruista, anche creare un account Gmail col proprio nome è risultato impossibile . Il servizio di posta elettronica di Google impedisce di registrarsi con «parole degradanti o insulti». E il cinquantenne ha avuto poi rogne con un’impiegata di Google: la multinazionale prevede dei filtri nei messaggi di posta elettronica. «La donna, che doveva invitarmi a un evento, mi ha spiegato che quando provava a inviarmi un’email contenente il mio nome il messaggio le tornava indietro, perché secondo i parametri dell’azienda utilizzando il termine Hitler mi stava bullizzando». Alla fine è stato necessario ricorrere agli articoli del giornalista pubblicati su El Capital Financiero per dimostrare che Hitler Cigarruista era una persona reale.
L’intervento della madre
Il giornalista è abituato agli svantaggi del proprio nome. «La gente mi guarda come se lo avessi scelto io oppure pensa che i miei genitori fossero dei fascisti», ha raccontato il cinquantenne. «Ho detto a mio padre che ha commesso un errore a chiamarmi così, perché non aveva idea di che razza di mostruosità è stato il nazismo . Ma se fosse stata una questione ideologica avrebbe messo dei nomi tedeschi anche ai miei fratelli (che si chiamano Siria Araí e Andrés Avelino, ndr )».
HITLER CIGARRUISTA
Certo, l’intervento della madre fu provvidenziale . «Quando nacque mio fratello disse a mio padre che se avesse chiamato in modo strano anche a lui avrebbe distrutto il certificato dell’anagrafe e avrebbe registrato il bambino con un altro nome e il proprio cognome». Tuttavia chiamarsi Hitler ha anche un vantaggio; l’unico, probabilmente. « Nessuno si dimentica del mio nome. Diverse persone a distanza di 20 anni si ricordano di me. Questo non succede con un Pedro qualunque».