Simona Pletto per “Libero quotidiano”
GIACINTO CANZONA
«Sono sul lastrico. Nessuno si fida più di me, me lo sono meritato. A tutti però si dà una seconda chance, ma a me nessuno la vuole dare più». Giacinto Canzona, ormai unanimemente conosciuto come "l'avvocato delle bufale", smascherato anni fa da "Striscia la notizia" per le cause "pazze" inventate per finire sui giornali e acquisire clienti, rivela la sua ultima fake news, quella di un plurilaureato che non trova lavoro perché troppo qualificato. Ma questa volta, almeno in parte, la notizia sparata su un quotidiano nazionale è vera. Perché il plurilaureato che non trova lavoro è proprio lui.
GIACINTO CANZONA CON MORENO MORELLO
Giacinto - che ora si fa chiamare Corona perché, come il noto paparazzo, anche lui si ritiene affetto da un in controllabile bisogno di stare al centro della scena (e già questo dà la misura del personaggio) -, sta raccogliendo i frutti delle balle sparate in tutt' Italia, e in alcuni casi nel mondo intero. L' ormai ex avvocato di Tivoli, 45 anni, tre mogli, tre divorzi e due figli di 15 e 5 anni, nonostante possieda quattro lauree (giurisprudenza, lettere, scienze politiche e psicologia), da anni non riesce per l' appunto a trovare lavoro, nemmeno come operaio. Vive di una piccola pensione d' invalidità e dando lezioni private.
CONCORSO VINTO
GIACINTO CANZONA
«Colpa del mio passato», allarga le braccia Canzona. Possibile? «Sì, perché appena scoprono chi sono, mi chiudono le porte in faccia. Dal 2012, da quando è andato in onda il primo servizio di "Striscia la notizia" in cui hanno mostrato il mio volto svelando che ero uno spacciatore di bufale, io non sono più riuscito a trovare un posto.
A ottobre, per esempio, avevo vinto un concorso per un posto da funzionario. Quella occupazione mi avrebbe cambiato la vita, eppure quando hanno scoperto chi ero hanno detto: "No, grazie"». Ma è vera, questa? «Certo. Ho fatto degli errori, a volte per desiderio di fama, altre per divertirmi. Ma il prezzo che sto pagando è troppo salato. Ho perso stima lavorativa, ma anche quella di amici e parenti».
GIACINTO CANZONA
Prende fiato un attimo, poi aggiunge la nota sociologica: «In parte però è anche colpa dell' assurdo mercato del lavoro italiano. Avere più titoli di studio e non essere più giovanissimo è uno svantaggio: costi troppo, e spesso i datori di lavoro per certe mansioni di bassa manovalanza preferiscono prendere uno meno qualificato».
Italiano sintatticamente perfetto, voce rassicurante di quelle che ispirano fiducia - due virtù che evidentemente, in passato, gli sono servite parecchio - l' ex avvocato- spacciatore di bufale nativo di Modena, che dopo la vecchia sospensione inflitta dall' Ordine ha appeso la toga al chiodo e oggi vive a Roma, snocciola le sue fake news più divertenti, quelle che hanno avuto più risalto e che, confida, gli facevano salire l' adrenalina alle stelle. «Secondo me la più goliardica è stata quella del gatto a cui la padrona aveva lasciato in eredità 15 milioni di euro. Una notizia che nel 2010 fece il giro del mondo. Fu ripresa dalla Bbc, persino da una tivù giapponese. Una fake da premio Pulitzer», aggiunge con malcelato orgoglio.
GIACINTO CANZONA
La domanda - come si dice - sorge spontanea: ma perché? «Perché mi divertivo, perché volevo vedere fino a che punto riuscivo a prendere in giro il serissimo sistema dell' informazione. E poi anche per farmi pubblicità. Ma in fondo le mie erano quasi tutte notizie inventate di cronaca rosa». Un po' come quelli che hanno la mania di mettersi dietro gli speaker televisivi durante le dirette.
RICERCATISSIMO
«Ecco. All' epoca inviavo i lanci alle agenzie più accreditate, ed essendo avvocato nessuno pensava a una bufala. E così, nel giro di poche ore, venivo contattato dalle diverse emittenti televisive, dai maggiori quotidiani, ai quali fornivo tutti i dettagli. In alcuni casi, quando mi chiedevano di intervistare personaggi da me inventati, glissavo appellandomi alla privacy, oppure spiegavo loro che i miei clienti non volevano essere intervistati. La cosa è andata avanti fino al servizio di "Striscia"».
GIACINTO CANZONA
Nello scrigno impolverato del re delle bufale, custodito per anni nel suo studio legale, c' è una compilation di storie che fa capire quanto la fiction italiana, spesso a corto di sceneggiature, abbia bisogno di uno come Canzona.
C'è il caso che fece scalpore di una donna talmente obesa da essere costretta a pagare il biglietto dell' aereo doppio. Quello sparato nel 2009 di "suor Tavoletta", la religiosa beccata in auto con altre due sorelle (età media 56-75 anni) a spingere sull' acceleratore ai 180 e che, fermata dalla Polizia, dichiarò che aveva fretta di andare a trovare il Papa all' epoca ricoverato ad Aosta. E ancora, il tradimento in luna di miele: il marito, approfittando di un momento di distrazione della sposa, si tuffa nel letto di un' altra donna, anche lei in viaggio di nozze, e la prima, ovviamente assistita dallo studio dell' avvocato Canzona, chiede l' annullamento del matrimonio.
GIACINTO CANZONA
Poi il filone dell' alcol, di quelli trovati positivi al test. Nell' ordine: un imam della moschea di Roma che, nonostante i precetti dell' islam contro gli alcolici, il 12 giugno 2009 viene trovato con un tasso dello 0,8 ma aveva usato solo uno spray per la tosse. Quindi il prete bolognese che aveva bevuto troppo vino benedetto perché aveva celebrato quattro messe in un giorno (28 giugno 2009). E ancora: il conducente del bus di Rovigo, trovato positivo all' alcol test perché aveva assunto un farmaco anti-asma ed aveva perso il lavoro.
GIACINTO CANZONA
Poi c'è quella, sempre del 2009, di Giampiero Galeazzi che dà del «terrone» al portiere di casa e viene multato per mille euro per insulto razziale. Il caso di una donna che su Facebook ha deriso la suocera e il marito, e per questo viene da lui lasciata con tanto di richiesta danni per "oltraggio alla madre".
Oppure quella di una donna che partorisce un bimbo di colore e il marito chiede il divorzio. Ma c' è anche una vicina che ha denunciato per rumori molesti una arzilla e focosa 98enne di Francavilla a Mare (Chieti) che di notte aveva una intensa attività sessuale con un giovane scapolo. Tra le bufale più eclatanti, infine, quella diffusa il 5 gennaio 2010, relativa al ritrovamento di 100 lire da parte degli eredi (depositate nel 1907 al tasso concordato del 3,5%) che chiedevano 500mila euro da Bankitalia.
GIACINTO CANZONA
Giacinto Canzona, un bimbo che fin da piccolo amava raccontare bugie per la disperazione della mamma, ribadisce di essere pentito delle sue malefatte: «Soprattutto quella della storia degli sposini che avrebbero perso un bimbo sulla Costa Concordia. Per attirare clienti ho speculato su una tragedia vera», confida amareggiato l' esperto della menzogna mediatica. «Ma ho pagato già abbastanza. Eppure mi sento come un latitante condannato per sempre a fuggire. Oggi sono un uomo diverso e sono disposto ai lavori più umili. Voglio solo rimediare ai miei sbagli. Purtroppo mi sono rovinato la vita con le mie mani e indietro non posso più tornare».