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    BABBO PUSHER - LA STORIA DELLO SPACCIATORE ROMANO CHE VENDE DROGA IN CAMBIO DI GIOCATTOLI PER SUA FIGLIA - LO HA SVELATO IN TRIBUNALE UN 32ENNE TOSSICODIPENDENTE CHE, PER PROCURARSI LA “MONETA DI SCAMBIO”, HA FATTO IRRUZIONE IN UN NEGOZIO DI GIOCHI E HA MALMENATO UN ADDETTO ALLE VENDITE - AL GIUDICE, IL CLIENTE HA RACCONTATO DI...


     
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    Marco Carta per “il Messaggero”

     

    Bambole e peluches in cambio della droga. Un baratto sui generis per accontentare le esigenze di un pusher neo papà, uno spacciatore di Tor Bella Monaca, disposto a tutto pur di non perdere il cliente squattrinato: «Se vuoi una dose di eroina da venti euro ma non hai soldi, devi portarmi l' equivalente in giocattoli per mia figlia».

     

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    A svelare l' insolito accordo commerciale è stato ieri mattina in un' aula tribunale un 32enne romano, arrestato venerdì pomeriggio per rapina al centro commerciale Cinecittà 2 e condannato a un anno di carcere. Il giovane aveva cercato di rubare dagli scaffali del negozio Coin due scatole di giocattoli, contenenti bambole e peluches per bambina, per un valore complessivo di 59 euro, che gli avrebbero garantito tre dosi di eroina.

    E, una volta scoperto, «al fine di procurarsi l' impunità - come si legge nel capo d'imputazione - usava violenza nei confronti dell' addetto al controllo anti taccheggio».

     

    SPACCIATORI SPACCIATORI

    Dapprima «colpendolo ripetutamente al corpo». Poi, dopo un vero e proprio inseguimento all' interno del punto vendita, minacciandolo in malo modo, nella speranza di riuscire a fuggire: «Lasciami andare o ti pungo con la siringa che ho in tasca».

     

    Quando ieri mattina il 32enne si è ritrovato a piazzale Clodio per la convalida dell'arresto, rispondendo alle domande del pm d' aula Mario Pesci, ha spiegato cosa lo avesse spinto a compiere il furto di bambole: «Non ho figli. Non erano per me - le parole del rapinatore - ma per il mio spacciatore. Pago la droga con i giocattoli, me lo ha proposto lui». Per il giovane, che già in passato aveva commesso reati analoghi, il giudice monocratico ha disposto la condanna ad un anno.

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