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    “MI HA TIRATO FUORI DA UN FUOCO LENTO CHE POTEVA DIVORARMI” – LA STORIA DI UNA RAGAZZA DI SEATTLE CHE HA SALVATO IL MISTER DELLA SQUADRA DI HOCKEY DEI CANUCKS: DURANTE LA PARTITA LEI, CHE STUDIA MEDICINA, SI È ACCORTA DEL GROSSO NEO SULLA NUCA DELL’UOMO E HA FATTO DI TUTTO PER AVVERTIRLO, INCITANDO A CONTROLLARSI – L’ALLENATORE SI È RIVOLTO A UN MEDICO E HA SCOPERTO UN MELANOMA – ORA LA GIOVANE È STATA PREMIATA CON…


     
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    Anna Guaita per "il Messaggero"

     

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    Lo scorso ottobre, a Seattle, seduta dietro la lastra di plexiglass che separa il pubblico dalla pista di hockey, Nadia Popovici poteva vedere con chiarezza la nuca di Brian Red Hamilton, uno dei manager della squadra ospite, i Canucks di Vancouver. E quello che vedeva non le piaceva affatto: «Un neo molto largo, dai bordi irregolari. Sembrava proprio un melanoma». E Nadia, che lavora da volontaria in un ospedale in un reparto di oncologia, di melanomi ne aveva visti tanti. Comincia così una storia che si è risolta felicemente: Nadia ha salvato la vita di Brian, e due giorni fa è stata onorata e festeggiata e ha ricevuto un premio di 10 mila dollari per i suoi studi di medicina.

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    DETERMINAZIONE Ma a ottobre le cose non sono andate subito bene. Per quanto imbarazzata, Nadia aveva deciso che era suo dovere allertare quell'uomo. Hamilton però si muoveva continuamente, intento a seguire la partita con i Kraken di Seattle, e non badava neanche a quella ragazza che batteva sulla lastra cercando di attirare la sua attenzione.

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    «Devo riconoscere che a un certo punto ho ammirato la sua insistenza, la sua determinazione» ha raccontato mesi dopo Hamilton. Quella determinazione l'aveva alla fine convinto ad avvicinarsi alla lastra di plexiglass e a leggere il messaggio che la 22enne tifosa gli aveva scritto a lettere cubitali sullo screen del cellulare: «Il neo sul retro del suo collo è forse canceroso. Per favore consulti un medico!»

     

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    Al momento Hamilton non reagì bene: «L'ho presa male. Mi aveva spiazzato! Mi sono stretto nelle spalle, mi sono girato e ho continuato quel che stavo facendo». Tuttavia Nadia aveva messo un tarlo nella mente di Brian, e una volta che i Canucks erano rientrati a casa, a Vancouver, dopo la partita con i rivali di Seattle, Brian ha consultato il medico della squadra. E' stata fatta una biopsia, ed è venuto fuori che Nadia aveva ragione, il neo era canceroso.

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    Brian è andato da uno specialista, e il neo è stato asportato chirurgicamente. Per sua immensa fortuna, l'allerta di Nadia aveva permesso di intervenire prima che il neo avesse messo le sue radici maligne perforando la pelle. I medici sono però stati chiari con Hamilton: entro pochi anni le cose sarebbero cambiate, e considerato che lui neanche si era accorto di avere il neo sul collo, era possibilissimo che si sarebbe accorto della situazione solo quando il danno sarebbe stato irreparabile.

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    LIETO FINE «Nadia mi ha salvato la vita. Non mi ha tirato fuori da una macchina in fiamme, ma mi ha tirato fuori da un fuoco lento che poteva divorarmi» riconosce il manager dei Canucks. Il guaio per Hamilton, una volta risolta la crisi, è stato che non sapeva come ringraziare quella giovane con la quale era stato inizialmente così freddo. Ma la tifoseria è venuta in soccorso. La squadra dei Canucks ha pubblicato sul profilo twitter l'appello di Hamilton che voleva rintracciare la giovane presente alla partita del 23 ottobre per poterla incontrare.

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    Il suo appello è rimbalzato da Twitter a Facebook e dai tifosi dei Canucks a quelli dei Kraken. E così alcuni amici di Nadia a Seattle hanno capito che si trattava di lei. Per l'appunto nella notte del 31 dicembre, la giovane era al lavoro e solo quando si è svegliata a metà giornata il primo gennaio ha trovato un messaggio che la informava di essere diventata un'eroina. Nella seconda partita della stagione fra i Canucks e i Kraken, quella sera, le due squadre hanno accolto Nadia, e le hanno regalato 10 mila dollari, per aiutarla a pagare le tasse universitarie. Nadia infatti, già laureata, torna a studiare proprio per diventare medico.

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