1 - NORD STREAM, MOSCA ACCUSA «ATTO DI TERRORE DEGLI USA»
Estratto dell’articolo di L. Cr. Per il “Corriere della Sera”
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Volodymyr Zelensky nega fermamente che vi sia alcuna responsabilità ucraina nella serie di attentati sottomarini che lo scorso 27 settembre hanno seriamente danneggiato i gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico, causando massicce fughe di gas. […] «Deve essere chiaro che noi non abbiamo nulla a che vedere con questa vicenda», ha dichiarato il presidente ucraino incontrando ieri a Kiev la premier finlandese Sanna Marin. E, rispondendo ad un articolo pubblicato di recente dal New York Times in cui si citavano non meglio definite fonti delle intelligence occidentali che puntavano il dito contro «gruppi filo ucraini», pur escludendo che Zelensky o il suo governo ne fossero a conoscenza, ha anche aggiunto di considerare «molto pericolose» queste notizie.
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[…] Entrambi i gasdotti erano stati costruiti da Gazprom per collegare i giacimenti russi con la Germania, ma al momento delle esplosioni, pur essendo pieni di gas, non erano operativi a causa delle tensioni tra Mosca e l’Ue […] Da subito è stato stabilito con ragionevole certezza che un attentato del genere difficilmente può essere stato condotto da un’organizzazione che non sia sostenuta da uno Stato. Ma i rimpalli di sospetti e responsabilità sono stati continui. Mosca continua ad accusare gli Stati Uniti e chiede un’inchiesta internazionale in vista di una risoluzione di condanna dell’Onu entro fine marzo. «Per noi è chiaro che Washington è responsabile di questo atto terroristico senza precedenti», ha dichiarato ieri il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov. […]
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2 - I FILO UCRAINI, LO YACHT, LE SPIE CHE COSA SAPPIAMO DEL SABOTAGGIO AL GASDOTTO
Estratto dell’articolo di Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Duello tra spie, guerra di parole. L’intrigo Nord Stream si immerge e riemerge dalle profondità marine. Mosca è tornata ad accusare gli Usa, sostenendo che il sabotaggio del gasdotto ha rappresentato «un atto di terrorismo» condotto da un apparato ben preparato e che chiederà all’Onu un’indagine internazionale.
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L’ARTICOLO DEL «TIMES»
La presa di posizione russa è una nuova risposta all’articolo del New York Times dove l’intelligence Usa chiama in causa un gruppo di oppositori interni. Tesi accompagnata dalla precisazione: non vi sarebbero prove di collusioni con Kiev. Gli inquirenti tedeschi — scrive a sua volta Die Zeit — sono invece interessati a un misterioso yacht, con a bordo degli incursori. Il «battello-madre» per una manovra audace e destabilizzante. Ripartiamo dai fatti.
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I danni al gasdotto non rappresentano l’unico episodio del presunto fronte «interno». L’attentato costato la vita alla figlia dell’ideologo nazionalista Dugin, la recente incursione in territorio russo da parte di un commando del Volunteer Corp, il possibile attacco a un aereo radar in Bielorussia condotto anche con l’aiuto di uno straniero, uno sventato agguato dinamitardo contro Kostantin Malofeev, alto dirigente di una tv vicina ai falchi di Mosca, rappresentano la striscia inquietante. Per alcuni di questi casi l’attenzione si è concentrata sul Volunteer Corp guidato da un neonazista russo, Denis Kapustin. Figura ambigua, con precedenti, vissuta per un periodo in Germania per poi unirsi alla lotta degli ucraini.
I PROFESSIONISTI
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Le esplosioni alla pipeline, però, sembrano essere il risultato dell’azione di professionisti, per questo c’erano sospetti sul coinvolgimento di servizi segreti. Un nucleo di oppositori, senza appoggi, ha queste capacità? Dubbio legittimo, teoria dura da credere. Come hanno condotto l’azione? Die Zeit offre una versione: a piazzare gli ordigni è stato un team di 6 persone, tra cui una donna e un medico, a bordo di uno yacht partito il 6 settembre da Rostock e noleggiato in Polonia da una società di due ucraini e restituito dopo la missione. Probabile l’uso di documenti falsi. Poi una coda recente: tra il 18 e 20 gennaio la polizia ha perquisito l’imbarcazione sospettata di aver trasportato gli ordigni.
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Spunti che spingono verso l’area grigia. In molti conflitti c’è sempre una componente opaca, fatta di operazioni clandestine, con il ricorso a personaggi spendibili. Se una missione va male puoi scaricare gli esecutori. È il modus operandi usato da governi o da movimenti guerriglieri. Ricorda gli anticastristi armati dalla Cia, i fedayn di Settembre Nero, i nemici interni degli ayatollah sostenuti dal Mossad, i killer «fuori controllo» russi che hanno colpito in Europa. E dunque anche una costola dei servizi ucraini che si muove senza il placet di Zelensky o con tacito assenso. […]
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