Malcom Pagani per "Il Fatto Quotidiano"
strage bresciastrage brescia"Per tracciare lo stesso percorso di Piazza Fontana e produrre il medesimo deludente risultato hanno impiegato più tempo. Sapere che nessuno avrebbe pagato per la bomba alla Banca Nazionale dell'Agricoltura ha richiesto 33 anni. Per la strage di Piazza della Loggia ce ne sono voluti quasi 40. Alla fine, rimane solo il silenzio tipico di certe avventure giudiziarie italiane. Troppo poco".
Marco Tullio Giordana, figlio di un giornalista che morì in un disastro aereo, ha scoperto che provare a volare sulla storia ti espone ai vuoti d'aria. La sua ricostruzione del pomeriggio milanese del 12 dicembre '69 ha provocato reazioni isteriche. Gli era accaduto anche con Pasolini. Succederà nuovamente quando qualcuno (tentò in chiave psicanalitica Franco Bernini con Le mani forti) si occuperà di portare nelle sale l'ordigno nel cestino che il 28 maggio 1974, al centro di un comizio contro la violenza neofascista a Brescia, uccise 8 persone ferendone oltre 100. Di quell'eccidio è rimasto l'audio originale, la paura in presa diretta dagli altoparlanti: "State calmi".
strage_BRESCIAA riascoltare oggi, riflettendo sull'assoluzione di tutti gli imputati il regista pensa ad alta voce fissando un paletto: "C'è un legame fortissimo tra le due stragi, nelle pieghe dei due dibattimenti si incontrano le stesse facce. Una mano comune. Una matrice simile. Aspetto le motivazioni per commentare la sentenza in modo definitivo. Mai come questa volta è importante capire perché la giustizia assolva individui su cui negli anni, grazie anche al lavoro di magistrati come Salvini, si erano accumulate importanti prove documentali. Non invenzioni".
MARCO TULLIO GIORDANA SUL SET DI ROMANZO DI UNA STRAGEGiordana, la strage di Piazza della Loggia non ha colpevoli.
Le sentenze vanno rispettate, ma a volte turbano. Lasciano un vuoto di senso. Spingono a credere che si tratti di ricostruzioni parziali, di sunti arbitrari, di rappresentazioni sceniche, molto insoddisfacenti. Non si capisce allora perché di fronte a questo tetro teatro, un artista non possa in libertà presentare la propria interpretazione della verità. Poi c'è un'altra cosa...
Quale?
Il fatto che nonostante esistesse la discrezionalità e la possibilità di scegliere altrimenti, anche su Piazza della Loggia ai familiari è destinata la beffa del pagamento delle spese processuali.
Avvenne anche per Piazza Fontana.
Uno scandalo che ha poco di umano. Spero che Napolitano abbia la stessa sensibilità che colse Ciampi all'epoca. Cancellare quest'onta è il minimo che si possa chiedere a uno Stato di diritto.
Cosa rimane a chi è sopravvissuto al dolore?
La condanna di continuare a doverci convivere e la solidarietà di chi in questi anni ha capito che sul territorio si stava sviluppando un disegno sovranazionale. Fascisti e Servizi. Vecchi tramoni delle potenze estere e soldati politici intenzionati a cercare il maggior numero di caduti possibile. Il desiderio della svolta golpista, dell'avversario da annientare. Storia con cui continueremo a fare i conti. La fotografia di una democrazia imperfetta.
Le bombe, i servizi deviati, le prove inquinate.
Le provocazioni erano propedeutiche alla teoria degli opposti estremismi. Pensi solo a quanti morti il parastato ha provocato. A quante famiglie il gioco di matrioske del depistaggio e delle verità mescolate alle bugie dovrebbe un'impossibile spiegazione. Non si può perdonare. Solo cercare di sapere di più. Rimuovere la propria storia recente è una pretesa che a volte, in modo sospetto, viene da pulpiti improponibili.
Di chi parla?
Di chi ciancia di riconciliazione confondendo vittime e carnefici e si sdraia sul teorema: tutti colpevoli, nessun colpevole. Ma è un'illusione. Anche volendo nascondere ogni cosa nella sabbia, con il tempo salta fuori tutto.
Però questa volta non ci sono colpevoli.
Le indagini vennero condotte male e l'intelligence sporcò le prove anziché portarle alla luce. Ma il quadro è comunque chiaro. E il fatto che la sentenza di Piazza della Loggia faccia quasi rima con gli esiti di quella su Piazza Fontana fa pensare a una filologia tra i due eventi. L'acqua forse è diversa, ma la spinta dell'onda è la stessa. C'è una teoria sulla strage di Brescia.
Ce la spiega?
Qualcuno sostiene che fu la prima in cui la manovalanza nera venne abbandonata dallo Stato e che le stragi successive, dall'Italicus a Bologna, siano state solo una vendetta contro i vecchi protettori.
Lei ci crede?
Io so solo che sono passati 38 anni. Se ne impiegassi 8 per fare un film arrossirei. La giustizia è più complicata, ma dopo quattro decenni, lasciare lo schermo processuale nero fa vergognare.