1 - OBAMA: FORSE ERANO RADICALIZZATI MA È TROPPO FACILE AVERE UN FUCILE
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
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Il presidente Obama ammette che la strage di San Bernardino è stata un atto di terrorismo condotto da assalitori probabilmente radicalizzati, ma insieme insiste sulla necessità di limitare la vendita delle armi da guerra. L'inchiesta dell' Fbi ora si sta concentrando sui rapporti internazionali di Syed Farook e Tashfeen Malik, che avrebbero contattato membri di al Shabaab in Somalia, al-Nusra in Siria, e di una moschea in Pakistan nota per i collegamenti con la galassia jihadista.
SYED FAROOK E TASHFEEN MALIK
Un nuovo allarme intanto è arrivato dal Wisconsin, dove ieri nel paese di Neenah c' è stata una sparatoria. Alle 8,30 del mattino un negozio di moto è stato assalito da un uomo che ha preso ostaggi. La polizia è intervenuta, un civile e un agente sono rimasti feriti, e l' uomo si è arreso. I motivi sono incerti.
IL MESSAGGIO
Nel discorso radiofonico del sabato, il capo della Casa Bianca ha parlato così della strage: «È interamente possibile che questi due assalitori fossero stati radicalizzati per commettere un atto di terrorismo. Se fosse così, ciò sottolineerebbe una minaccia su cui ci siamo concentrati per anni, cioè il pericolo di persone che soccombono alle ideologie estremistiche violente».
SYED FAROOK 1
Nello stesso tempo, però, «i killer di San Bernardino hanno usato armi da guerra, per uccidere più persone possibile. Questo è un altro tragico richiamo al fatto che in America è troppo facile per gente pericolosa mettere le mani su un fucile». Quindi Obama ha concluso: «Difenderemo i nostri valori di società libera e aperta. Non ci faremo terrorizzare».
Ieri anche il «New York Times» ha pubblicato un editoriale in prima pagina, per la prima volta in un secolo, per chiedere di limitare il commercio delle armi. Su questo i politici si sono spaccati lungo le prevedibili linee ideologiche, con i democratici che hanno puntato sul tema delle armi, e i repubblicani su quello del terrorismo. In realtà entrambi i problemi sono veri e andrebbero affrontati, ma la divisione partitica ormai è troppo profonda per ottenere che esecutivo e Congresso collaborino per trovare soluzioni condivise nell' interesse del Paese.
I LEGAMI DEI TERRORISTI
SYED FAROOK FRATELLO
Obama ieri ha riunito alla Casa Bianca il Consiglio per la sicurezza nazionale, che lo ha aggiornato sull' inchiesta. L'Fbi pensa che Syed e Tashfeen stessero preparando un altro attacco contro un obiettivo più difficile, forse un commissariato di polizia, quando sono stati bloccati.
Hanno aderito all'Isis durante l'azione, ma lo stesso gruppo non ha confermato che ne fossero già membri, pur esaltando la loro azione. I due invece avrebbero avuto contatti con membri di Shabaab e al-Nusra, mentre Tashfeen era legata ad una moschea pachistana che sosteneva il gruppo terroristico Lashkar e Taiba. La teoria investigativa prevalente al momento è che la moglie abbia radicalizzato il marito. La Nsa però non può visionare tutte le comunicazioni fatte dalla coppia negli ultimi cinque anni, perché dopo il caso Snowden questa autorità è scaduta cinque giorni fa.
2 - IL TEXANO CRUZ GUIDA L' OFFENSIVA "I CATTIVI SI BATTONO SPARANDO"
Alberto Simoni per “la Stampa”
TED CRUZ
La signora Michele Fiore manda biglietti di auguri di Natale con una fotografia nella quale grandi e piccoli della sua famiglia sfoggiano un piccolo (nemmeno troppo) arsenale. La signora Michele Fiore non è un signora qualunque, ma è una deputata repubblicana del Nevada. Orgogliosamente pro-fucili; diciamo che delle 300mila pistole e affini in giro per l' America, a giudicare dalla foto molte stanno a casa sua.
Un suo collega, con ambizioni un po' più alte, Ted Cruz, primo inseguitore di Donald Trump nei sondaggi per la nomination del Grand Old Party (Gop, il nome storico del Partito di Reagan e Lincoln), venerdì si è fatto fotografare mentre maneggia una pistola. Qualche mese aveva diffuso un video nel quale friggeva la pancetta sulla canna rovente di un fucile a ripetizione e ne apprezzava il sapore.
TED CRUZ
Se sei un repubblicano con sogni presidenziali, hai solo un' opzione dopo quanto successo a San Bernardino: dichiarare che è un atto di terrorismo, parlare di guerre e dire - come fa Ted Cruz - «che non si fermano i cattivi semplicemente togliendo le armi dalla circolazione. Anzi, i cattivi si fermano usando le armi».
Donald Trump la pensa come lui, e non è l' unico. Cruz rappresenta l' altra America, quella ostile all' editoriale del «New York Times» e la sua non è una voce fuori dal coro fra i conservatori. Basti pensare al leader di Red State, blog ultraconservatore, Erick Erickson che ha pensato bene di rispondere al «New York Times» crivellando di colpi la prima pagina.
EDITORIALE DEL NEW YORK TIMES CONTRO LA DIFFUSIONE DELLE ARMI NEGLI USA
3 - "L' EPIDEMIA DELLE ARMI È UNA VERGOGNA NAZIONALE"
Alberto Simoni per “la Stampa”
Per il «New York Times» la battaglia è talmente importante, sin esistenziale per i destini della «dignità» dell' America, da meritare uno stravolgimento della tradizione. Così ieri i newyorchesi si sono trovati un editoriale in prima pagina.
Laddove ogni giorno il quotidiano di Manhattan mette in mostra le cosiddette «hard news», le notizie più importanti. Si intitola «L' epidemia delle armi», l' editoriale che ha spinto il «New York Times» a compiere una scelta in controtendenza. Una presa di posizione netta, autorevole, con un appello quasi disperato ai legislatori che «pongono più attenzione al denaro e al potere politico di un'industria concentrata a trarre profitto dalla diffusione senza limiti delle armi da fuoco, sempre più potenti».
ARMI USA
L' editoriale definisce «un oltraggio morale e una vergogna nazionale il fatto che le persone possono acquistare legalmente armi progettate specificamente per uccidere con velocità ed efficienza brutale». Quindi critica chi si oppone a una regolamentazione. E lancia un appello ai pretendenti alla Casa Bianca: «Non c' è momento migliore di un' elezione presidenziale per mostrare che alla nostra nazione è rimasta almeno un po' di dignità».
4 - LA CARTOLINA DI NATALE DELLA DEPUTATA USA: ARMATA CON TUTTA LA FAMIGLIA E I NIPOTINI
MICHELE FIORE - LA SUA FAMIGLIA E LE ARMI MICHELE FIORE
Michele Fiore, deputata repubblicana del Parlamento del Nevada, sceglie un modo insolito per inviare gli auguri di Natale ai suoi elettori. La bionda parlamentare compare in una foto-cartolina, postata anche su facebook, insieme alla famiglia, davanti all’albero, tutti vestiti di rosso e tutti armati con pistole, fucili e armi d’assalto: il marito, la madre e le due figlie, Sheena e Savanah. Nella foto anche i nipotini, Jake, Jayden, Mara e Morrigan, ma l’unico a tenere in mano un’arma è Jake, 5 anni, probabilmente perché gli altri sono ancora troppo piccoli.
MICHELE FIORE armi facili in Usa