Valentina Arcovio per “il Messaggero”
famiglia gay 2
Prima sì, poi no e, quando spesso è troppo tardi, di nuovo sì. La stragrande maggioranza degli italiani sembra avere le idee molto confuse sui tempi per mettere su famiglia. Quando sono adolescenti sognano di diventare genitori. Una volta che arriva il momento giusto uno su due cambia idea e non vuole avere figli. Molti altri ancora preferiscono lasciare che il tempo passi.
Quando, spesso, è troppo tardi ritorna il desiderio di genitorialità. E, quando ci si scontra con i limiti dell' orologio biologico, ci si affida con esagerata fiducia nella procreazione medicalmente assistita. È piuttosto contraddittorio il quadro che emerge dallo Studio nazionale fertilità, promosso dal Ministero della Salute e coordinato dall' Istituto Superiore di Sanità.
avere figli: prima e dopo 23
L' indagine ha coinvolto adolescenti, giovani, adulti e medici intervistati su argomenti riguardanti la salute sessuale e riproduttiva nel nostro paese.
L' idea di mettere su famiglia alletta molto i giovanissimi, almeno come prospettiva futura.
Quasi l' 80% degli under 18 vorrebbe avere figli prima dei trenta. Solo il 7% pensa di non avere figli nel suo futuro. Una volta diventati studenti universitari, intorno ai 22 anni d' età, i giovani iniziano a pensano che la finestra di tempo ideale per diventare genitori sia tra i 26 e i 30 anni. Dopo le intenzioni cambiano totalmente.
vola vola ops
LA FAMIGLIA Da adulti, più della metà (55%) dichiara di non essere intenzionato ad avere figli. Anche considerando solo coloro che non hanno figli questa quota, seppur più contenuta, non è trascurabile: quasi il 31% delle persone dichiara di non volerne neppure in futuro.
lancio senza preavviso
Le motivazioni per rinunciare o rinviare la nascita di un figlio fra gli adulti (18-49 anni), escludendo dalla stima le persone senza un partner o che riferiscono problemi di fertilità, sono legate principalmente a fattori economici e lavorativi e all' assenza di sostegno alle famiglie con figli (41%), seguiti da quelli collegati alla vita di coppia (26%) o alla sfera personale (19%); infine ci sono problemi di salute (17%) o legati alla gestione della famiglia (12%).
Il voler rimandare il momento di mettere al mondo un figlio significa anche che non c' è piena consapevolezza del ruolo giocato dall' età nella fertilità biologica femminile e ancor più nella capacità riproduttiva maschile. Infatti solo il 5% del campione è consapevole che le possibilità biologiche per una donna di avere figli iniziano a ridursi già dopo i 30 anni.
genitori licenziati
Una buona parte, 27%, pensa che questo accada intorno ai 40-44 anni. Sulla fertilità maschile c' è ancora più impreparazione: nove persone su dieci forniscono una risposta assolutamente inadeguata (oltre i 45 anni) o non sanno dare alcuna indicazione.
Secondo il rapporto, persiste, inoltre, la tendenza a consigliare la fecondazione assistita a pazienti in cui è evidentemente inutile, generando aspettative che procureranno frustrazione alle coppie.
Evidentemente non è ancora chiaro che l' età, anche quella maschile, è una componente fondamentale della capacità riproduttiva e che bisogna insistere su questo tema con i pazienti e le coppie, quando c' è il tempo per intervenire. Per questo il ministro della Salute Giulia Grillo dichiara che l' indagine mostra «buone conoscenze tra i professionisti ma anche bisogni formativi da colmare».
genitori sui social
Lacune ben più grosse e pericolose si riscontrano tra i giovanissimi sul sesso, anche se si inizia a praticarlo presto. Più di otto adolescenti su 10 si informano online e in famiglia difficilmente affrontano argomenti importanti per la loro salute quali «riproduzione», «malattie sessualmente trasmissibili» e «metodi contraccettivi».
LA SCUOLA In generale, i ragazzi credono di saperne più di quanto in realtà non sappiano e, non a torto, il 94% ritiene che debba essere la scuola a garantire l' informazione sui temi della sessualità e riproduzione. Nonostante questa carenza di informazioni, ben 1 adolescente su tre ha avuto il suo primo rapporto sessale a 16-17 anni.
genitori e figli
Molti arrivano impreparati tanto da non essere prudenti: il 23% dei giovani non utilizza i preservativi e non si protegge quindi contro infezioni quali Hpv e Hiv. Pochissimi, inoltre, hanno contatti con i medici specialisti, e ancor meno quelli con i consultori familiari. «I dati mostrano un gap informativo nei giovani per quello che riguarda salute sessuale e riproduttiva», conferma il ministro della Salute Giulia Grillo.
figli e genitori
«Ci sono molte informazioni che ai giovani bisognerebbe dare - sottolinea - e non possiamo affidarci solo al web e proprio su questo voglio lavorare con la creazione di un database certificato con informazioni verificate, che serva per i giov
bambino