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    “OK ALLA REVISIONE DELL’OPERA MA LA TAV VA FATTA” - SALVINI PUNTA I PIEDI SULL’ALTA VELOCITÀ: “SI POSSONO TAGLIARE SPESE, STRUTTURE, È GIUSTO CHIEDERE PIÙ CONTRIBUTI ALL'EUROPA E ALLA FRANCIA MA NON SI PUÒ FERMARLA. CRISI? NO, IL GOVERNO VA AVANTI” - LA STRATEGIA DI GIUSEPPE CONTE: E’ A CACCIA DI UN CAVILLO PER PROVARE A BLOCCARE I BANDI…


     
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    1 - TAV: SALVINI, OK A REVISIONE MA OPERA VA FATTA

    salvini tav salvini tav

    (ANSA) - "Nel contratto c'è la revisione dell'opera che è giusta, si possono tagliare spese, strutture, è giusto chiedere più contributi all'Europa e alla Francia. Non si può fermarla e conto che il buon senso prevalga". Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini a Rtl. Quanto a possibili rinvii della decisione a dopo le Europee di maggio, il ministro ha sottolineato che "il tunnel sarà lì anche l'8 giugno, la scelta va fatta". Il Governo, ha spiegato Salvini, "deve fare. Il treno è più veloce, sicuro, inquina di meno. Lo vogliono imprenditori, operai, la maggioranza degli italiani. Abbiamo speso soldi per scavare mezzo tunnel e rimango convinto finché campo che i soldi vanno usati per finire il tunnel, non per riempire il buco".

     

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    2 - TAV: SALVINI,GOVERNO ANDRÀ AVANTI, TANTE COSE DA FARE

    (ANSA) - "Questo Governo andrà avanti, sono contento di quanto ha fatto in questi nove mesi e ci sono ancora tante cose da fare". Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini a Rtl, ribadendo però che "la Lega non firmerà nessun provvedimento per bloccare l'opera: bisogna scegliere, non si può sempre rimandare".

     

    3 - IL PREMIER A CACCIA DI UN CAVILLO PER PROVARE A BLOCCARE I BANDI

    Marco Conti per “il Messaggero”

     

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    Lo «stress test» continua e non riguarda solo i tecnici chiamati e strattonati. La prova sotto sforzo, Giuseppe Conte la impone ai leader dei due partiti che sostengono la maggioranza. Cinque ore di vertice notturno e una conferenza stampa a palazzo Chigi dove il premier in versione No-tav dice che «la politica con la P maiuscola si prende le sue responsabilità». E lui se le assume nobilitando persino la contestatissima analisi costi-benefici del professor Ponti che non sarebbe stata quindi inutile e che giustificherebbe anche il ritardo con il quale il governo ha affrontato il nodo della Torino-Lione.

     

    IL PROBLEMA

    salvini visita il cantiere tav di chiomonte 8 salvini visita il cantiere tav di chiomonte 8

    Altre ore di passione e minacce, ma un giorno in meno per tentare di fermare i bandi di appalto che la società italo francese Telt, committente della Tav, deve far partire entro il mese per non perdere i finanziamenti Ue, come spiega a Conte il direttore generale di Telt che Conte riceve di prima mattina. Poi un vorticoso giro di incontri e nel pomeriggio la telefonata al Quirinale per chiedere al presidente Mattarella di far slittare di un' ora la riunione del Consiglio supremo di Difesa.

     

    Al Quirinale si segue con una certa preoccupazione lo scontro interno alla maggioranza e le minacce di crisi di governo. Conte nega l' ipotesi quando a metà pomeriggio si presenta nelle sala stampa di palazzo Chigi per parlare più che ai giornalisti, al vicepremier grillino che infatti apprezza.

    DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

     

    Gratta, gratta - dopo un lungo racconto del metodo-Conte che la maggioranza segue per arrivare ad una decisione e un altrettanto articolato elenco dei pro e dei contro alla Torino-Lione - il premier è però reticente proprio su un punto della questione: quali saranno le conseguenze economiche e giuridiche di un eventuale stop ai bandi.

     

    Da un avvocato civilista, professore ordinario ed ex componente laico del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, è difficile credere che non abbia pronto una consulenza sulle responsabilità che pendono sulla testa di ministri e amministratori Telt qualora i bandi vengano fermati. Sostenere che si tratta di un aspetto che «stiamo sviscerando», conferma le difficoltà che incontra Conte nel cercare una via d' uscita che gli permetta di far slittare i bandi anche solo di qualche settimana.

    luigi di maio giuseppe conte e la card per il reddito di cittadinanza luigi di maio giuseppe conte e la card per il reddito di cittadinanza

     

    Di Maio è sotto assedio nel Movimento dove c' è anche chi (Luigi Gallo, deputato vicino a Fico) mette in guardia il governo da non scaricare sul Parlamento l' onere della decisione.

    La più volte sottolineata «assoluta imparzialità» con la quale Conte spiega di aver analizzato, e bocciato, l' opera potrebbe rivelarsi un requisito importante quando l' avvocato-premier dovrà emettere il giudizio finale.

     

    «Ho una pistola puntata alla tempia», ha sostenuto il presidente del Consiglio durante uno dei tanti colloqui a palazzo Chigi. A puntarla i due vice che minacciano la crisi di governo sapendo che Di Maio vedrebbe saltare il decretone con il Reddito incluso, e Salvini verrebbe processato sulla Diciotti.

     

    LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

    Il metodo-Conte, già visto all' opera sulla manovra di bilancio, sulla Tap e sulla Diciotti ha regole ferree: acquisire il maggior numero di informazioni e dati, costruire un algoritmo, stressare le opposte posizioni, parlare al Paese e dare la soluzione migliore che solitamente svela chi bleffava di più. Il problema del premier è che il M5S è convinto di aver pagato sinora il prezzo più alto e non è detto che a Di Maio, per restare saldo alla guida del M5S, basti sapere che Conte è e sarà al suo fianco quando in Parlamento il M5S presenterà un ddl per bloccare la Tav cambiando la legge obiettivo.

     

    conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 2 conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 2

    Ma se all' analisi costi-benefici si aggiunge anche il possibile contenzioso e il danno d'immagine per il Paese, potrebbe alla fine toccare al premier raccontare al Paese, e al M5S, che la Tav, pur essendo un'opera che «non mi convince», va fermata trattando con Parigi e Bruxelles, promettendo finanziamenti per rimettere in sesto la linea del Frejus, ma lasciando che i bandi partano visto che le conseguenze ledono «l' interesse nazionale».

    Stasera, al rientro del premier da Genova, possibile un nuovo vertice a palazzo Chigi.

    Per Conte non esiste solo la Tav.

     

    Il piano infrastrutturale preparato con il ministro Toninelli, e che dovrebbe partire entro breve, rischia di saltare in caso di crisi di governo e di elezioni a breve. Maggioranza alternative non esistono, come già sperimentato la scorsa primavera.

    Salvini non ha paura, Di Maio però sì.

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