Anne Hidalgo
Leonardo Martinelli per “La Stampa”
Sui mitici Champs-Elysées si farà un'eccezione, sarà ancora possibile spingere l'acceleratore fino ai 50 km orari. E sul périphérique, quella tangenziale, costantemente congestionata, che circonda la Parigi intra-muros, fino ai 70. Ma per il resto, nella stragrande maggioranza delle strade della capitale francese (con i suoi due milioni e 300mila abitanti, non nella periferia), da oggi il limite massimo di velocità è fissato ai 30.
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È una misura che riguarda già una parte importante della superficie di altre metropoli europee, come Milano, Bruxelles e Madrid, e di oltre 250 città in Francia. Ma che a Parigi toccherà un'estensione record. Anne Hidalgo, sindaca della città, lo aveva promesso quando era stata rieletta, l'anno scorso.
E ora che è in odore di candidatura per le presidenziali del 2022 (la socialista dovrebbe ufficializzare da qui a poche settimane), la mossa ha anche un significato politico. La Hidalgo vuole imporsi come la candidata della sinistra contro Emmanuel Macron e in questo contesto i suoi più grandi rivali sono gli ecologisti, che stanno per scegliere il proprio nome mediante le primarie. Insomma, la donna mette in avanti in ogni modo la sua attenzione all'ambiente, che in realtà non è una notizia dell'ultima ora, ma l'accompagna da quando, nel 2014, divenne prima cittadina. E sarà una delle linee guida del suo programma presidenziale.
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Proprio sulla mobilità, nel 2016, in mezzo a feroci polemiche, aveva trasformato in area pedonale i 3,3 km della strada a quattro corsie, che dal 1967 correva accanto alla Senna, sulla riva destra. Negli ultimi mesi ha aumentato del 50% il costo dei parcheggi per le auto in città e si appresta a farlo pagare anche alle moto. Intanto, abbassa a 30 km orari il limite di velocità. Il decreto, che entra in vigore stamani, indica alcune delle ragioni che motivano la "rivoluzione". «Gli eccessi di velocità costituiscono una delle principali cause degli incidenti automobilistici in città (fra il 16 e il 23% del totale negli anni tra il 2012 e il 2018)».
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E «il rischio per un pedone di essere ucciso in una collisione si riduce del 10% passando dai 50 ai 30 chilometri orari». La flessione dovrebbe portare a un calo del 25% degli incidenti in generale. L'entourage della Hidalgo sottolinea pure gli effetti positivi sugli scarichi, sebbene gli oppositori ricordino che uno studio realizzato dal Cerema, centro di ricerca pubblico, stabilisce che un'auto inquina meno quando va a 70 che a 30 km/h.
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Ecco, chi si oppone? Soprattutto i comuni della banlieue, dai quali tanti abitanti migrano ogni giorno verso Parigi in macchina. E poi artigiani e diversi fornitori, che si spostano dalla mattina alla sera da un quartiere all'altro. Politicamente è la destra a dire di no, in una battaglia che è sempre più politica. Ma, secondo un recente sondaggio dell'istituto Ifop, il 61% dei parigini approva la nuova misura.
Questa, nelle intenzioni della sindaca, serve anche a migliorare la convivenza delle quattro ruote con altri mezzi di trasporto, come la bicicletta e soprattutto il monopattino elettrico, che si sono diffusi così tanto negli ultimi anni. Da sottolineare: visti i limiti e gli ostacoli imposti ormai da tempo a Parigi all'auto (e grazie anche a una diffusione e relativa efficienza della metropolitana e del trasporto pubblico), secondo gli ultimi dati disponibili (del 2019), solo il 34% degli abitanti della città possiede una macchina.
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