Claudio Bozza per il Corriere della Sera
LUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI
La svolta garantista di Luigi Di Maio innesca un duplice effetto politico: da una parte avvia la conta interna tra la vecchia guardia giustizialista grillina e i governisti; dall' altra riaccende gli animi sulla riforma della giustizia. Le scuse per la gogna riservata nel 2016 all' ex sindaco di Lodi Simone Uggetti (Pd) segnano, insomma, uno spartiacque storico nel M5S, avviando un profondo lifting in vista delle alleanze (con il Pd e non solo) per le Amministrative ormai alle porte. Se la mossa del ministro degli Esteri è piaciuta all' ex premier Conte, sul fronte opposto pesa il silenzio, gelido, degli ortodossi.
MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO
Uscendo dal recinto grillino, registrato il mea culpa di Di Maio, Matteo Salvini invita il ministro M5S, come passo conseguente, a procedere con la riforma della giustizia, ma non nella sede parlamentare, come aveva esortato a fare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, bensì sostenendo i referendum sulla giustizia che Lega e Partito Radicale lanceranno la prossima settimana. E Salvini invita pure lo stesso Uggetti a sostenere la stessa consultazione.
salvini conte di maio
Una vera e propria sfida, quella avviata dal leader della Lega, che preoccupa le altre forze della maggioranza, con il segretario del Pd Enrico Letta che - pur tenendo le redini del dialogo - chiede piuttosto di «aiutare» la Guardasigilli Marta Cartabia a portare avanti la mediazione con il Parlamento. «Credo - dice però Salvini - che i tempi siano finalmente maturi per mettere mano a un settore vitale per la nostra democrazia e che non può più andare avanti come se nulla fosse».
MARTA CARTABIA
Un impegno in sede di commissione Giustizia della Camera dove si sta affrontando la riforma del processo penale? Non proprio, visto l' invito di Salvini: «Propongo a Di Maio di sostenere i referendum che la Lega e il Partito Radicale stanno preparando: mirano prima di tutto a restituire ai magistrati indipendenza». E tra questi c' è quello sulla separazione delle carriere, che però non è nell' agenda della ministra Cartabia, più impegnata semmai con la riforma del Csm.
ENRICO LETTA MATTEO SALVINI
Dal Nazareno filtra intanto preoccupazione. Perché il segretario Letta, pur dicendo di aver «molto apprezzato» la svolta garantista di Di Maio, rilancia la necessità di sostenere Cartabia a portare avanti la riforma incardinata: «Dobbiamo superare l' attuale sistema di autogoverno della magistratura, che non significa minare l' autonomia delle toghe, ma rafforzarla». E riguardo i roventi rapporti con il Carroccio: «Ho trovato un volto vero in Salvini, tutt' altro che finto - conclude il leader dem -. In politica ci sono molte maschere, è vero. Con lui ho rapporti franchi, sappiamo che rappresentiamo due Italie diverse e contrapposte, ma tutti e due sappiamo che abbiamo una grande responsabilità nella gestione del Recovery».
LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI salvini di maio