Marco Antonellis per “Italia Oggi”
raggi di battista
Altro che Zingaretti e il niet sul suo nome. Virginia Raggi ha in mente una strategia ben precisa per tentare di riottenere la ricandidatura a sindaco di Roma: riavvicinarsi alle figure chiave del Movimento 5Stelle per rendere inoffensivi tutti quelli che di candidarla non ne vogliono sapere (a cominciare dalla capogruppo in Consiglio regionale del Lazio Roberta Lombardi e la presidente del Municipio VII Monica Lozzi) ed ottenere il via libera alla deroga dello Statuto che, per il momento, impedisce la candidatura per un terzo mandato.
Ecco perchè, spiegano fonti di vertice del Movimento 5Stelle, recentemente si è riavvicinata a Luigi Di Maio, non più capo dei pentastellati ma sempre addentro alle logiche che contano nel Movimento e non solo (Giggino, grazie anche al lavoro senza sosta della sua «ombra» Rubei è sempre più apprezzato nei palazzi del potere, a cominciare dal Quirinale).
VIRGINIA RAGGI E LUIGI DI MAIO SUL TETTO DELLA FARNESINA
Il feeling tra la sindaca della capitale e Di Maio è ritornato, spiegano fonti della Farnesina, prova ne sia il colloquio tra i due durato più di un' ora con tanto di photo opportunity.
Segnali importanti per chi sa leggere e capire le cose dei 5Stelle.
Ma dopo il colloquio bisognerà cominciare a pensare alla campagna elettorale. E, anche qui, la Raggi sogna di spiazzare tutti giocando d' anticipo: l' obiettivo è di fare presto per piazzarsi al tavolo delle candidature approfittando della mancanza di sfidanti sia tra le fila del centrodestra che del centrosinistra.
A maggior ragione se nel prossimo autunno dovesse esserci un riacutizzarsi dell' emergenza Covid: ma, a quel punto, per Virginia i giochi già sarebbero fatti e la sua candidatura certa.
Ma non è finita qui, spiegano dal Campidoglio: a breve sono previsti altri incontri tra la Raggi e i big del Movimento 5Stelle.
E a quanto si apprende, anche Beppe Grillo vedrebbe di buon occhio una sua ricandidatura a sindaco di Roma a patto che il Movimento decida di infrangere definitivamente il tabù del terzo mandato: «Tra i due, in questi anni, ci sono stati momenti di alti e bassi ma la stima è rimasta immutata e Beppe sarebbe ben felice se Virginia potesse ricandidarsi» spiegano dal Movimento.
LUIGI DI MAIO E VIRGINIA RAGGI
Alla fine, anche il Pd sarà costretto a fare buon viso a cattivo gioco: «Tanto a Roma c' è il ballottaggio... e prima o poi bisognerà accordarsi» spiega un influente dem capitolino. Magari dopo il primo turno.
2 - CANDIDATO CIVICO O PD? IL DILEMMA A SINISTRA PER ATTRARRE I 5 STELLE
Lorenzo d' Albergo Mauro Favale per “la Repubblica - Edizione Roma”
La prima obiezione è oggettiva: «Siamo nel mezzo di una pandemia». La seconda ha a che fare con i riti della politica: «Prima bisogna pensare alle candidature per le Regionali di settembre » . Per questo, ma non solo, la questione " capitale" non è in cima all' agenda del centrosinistra.
monica lozzi
Certo, all' appuntamento elettorale delle Comunali manca un anno. Eppure, al momento, la corsa al Campidoglio ha registrato più defezioni che candidature. I big finora proposti si sono smarcati: niente Enrico Letta, l' ex premier oggi docente a Parigi, e niente ( anche se il corteggiamento del Pd va avanti) David Sassoli, già candidato alle primarie di Roma nel 2013, oggi presidente a tempo dell' Europarlamento. Resta l' ex ministro Carlo Calenda, spinto anche in questi giorni da Italia Viva, ma le cui quotazioni sembrano essere decisamente in ribasso dopo le frizioni col Pd.
« Serve un nome forte » , è il mantra ricorrente. Il profilo: «Un Veltroni con 10 anni di meno, una persona con esperienza che sappia anche governare i processi. Basta con l' improvvisazione » , racconta un dirigente dem. «Un nome capace di evocare un orizzonte», spiega Enzo Foschi, vicesegretario del Pd Lazio.
« Dobbiamo ragionare come se dall' altra parte ci fosse Giorgia Meloni », aggiunge Claudio Mancini, tesoriere dei dem romani, oggi deputato. Dunque una figura riconosciuta e riconoscibile che possa giocarsela con la leader di Fdi. In astratto visto che, dopo la corsa persa nel 2016, non sembra aver alcuna intenzione di spendersi in prima persona per la capitale. In campo, in questo momento, c' è solo Virginia Raggi che faticosamente sta costruendo il terreno per un suo bis e la cui presenza impedisce qualsiasi riproposizione a livello locale degli accordi di governo nazionali. L' ha spiegato più volte il segretario dem e governatore del Lazio Nicola Zingaretti che prenderà in mano il dossier Roma solo dopo l' estate, quando la situazione sarà più chiara anche dentro i 5 Stelle.
LUIGI DI MAIO E VIRGINIA RAGGI
«Senza di lei il quadro può fluidificarsi », segnala l' eurodeputato Massimiliano Smeriglio che qualche mese fa aveva provato a mettere in piedi un' alleanza con Calenda. Quello schema sembra saltato ma resta, per l' ex vicegovernatore del Lazio, «la necessità di costruire un campo largo e di promuovere una classe dirigente giovane» a partire dai presidenti di Municipio, da Sabrina Alfonsi ( I) a Giovanni Caudo ( III) ad Amedeo Ciaccheri ( VIII). Loro tre potrebbero partecipare alle primarie, ammesso che alla fine si facciano. Fanno parte dello statuto dei dem ma potrebbero essere accantonate nel caso in cui ci fosse la convergenza della coalizione su un nome autorevole.
Arriva da qui la suggestione di una figura "civica", non certo sgradita a Zingaretti, che potrebbe avere il duplice ruolo di unire un fronte ampio a sinistra e risultare appetibile anche a chi voterà 5S in vista del ballottaggio. « Col loro elettorato si può dialogare per il secondo turno», ammette Giulio Pelonzi, capogruppo Pd in Aula Giulio Cesare che, come tutti i dem, ha un pessimo giudizio della sindaca grillina. E dunque, al primo turno «è giusto che ognuno massimizzi i propri consensi» , ribadisce Smeriglio.
virginia raggi nicola zingaretti
Per Foschi è giusto valorizzare «le esperienze di chi in questi anni ha resistito nonostante la giunta Raggi: le donne del centro storico, le associazioni di Centocelle e Tor Bella Monaca e il mondo del volontariato che deve essere protagonista al pari dei partiti». Verso la costruzione di una grande lista civica stava lavorando, prima del lockdown, anche Walter Tocci, stimato ex assessore della giunta Rutelli, che però difficilmente potrebbe guidare la coalizione.
« Ma quello è il progetto che ci può aiutare a sfuggire al metodo della ricerca dei nomi » , spiega Riccardo Magi di + Europa, deputato ed ex consigliere comunale.
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Lo schema che ha in mente il Pd, aggiunge Bruno Astorre, segretario regionale dem, è quello che ha portato alle vittorie, in questi anni, nei Municipi III e VIII: « L' unità e una proposta politica autorevole hanno raggiunto grandi risultati in città » .
La strada, però, è ancora lunga e la pandemia non aiuta. Sabato, per la prima volta dopo tempo, i circoli romani del Pd si vedranno in video conferenza col segretario Andrea Casu per fare il punto della situazione e rimettersi in movimento. « Ma per vincere a Roma bisognerà uscire dai palazzi», conclude Foschi. Cosa che, in tempi di coronavirus, non sarà proprio semplicissima.
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