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    LA TERZA REPUBBLICA IN GINOCCHIO DALLA SECONDA - DI MAIO OFFRE ALLA LIBIA DI COSTRUIRE L'AUTOSTRADA CHE AVEVA PROMESSO BERLUSCONI: 12 ANNI DI VAFFA, LOTTA ANTI-CASTA, RIVOLUZIONE DIGITALE, MA ALLA FINE SI TORNA AL PATTO CON GHEDDAFI PER EVITARE DI PERDERE COMPLETAMENTE LA NOSTRA INFLUENZA NEL PAESE NORDAFRICANO


     
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    Alessandro Trocino per il ''Corriere della Sera''

     

    Aprire la via al business per le imprese e riattivare il vecchio accordo firmato da Silvio Berlusconi con Gheddafi nel 2008, quello che si proponeva «meno clandestini e più petrolio». E' questo l' obiettivo principale di Luigi Di Maio, che è arrivato oggi a Tripoli, prima visita all' estero dopo il rientro al lavoro. Una visita nella quale il ministro degli Esteri è accompagnato dal sottosegretario Manlio Di Stefano, individuato come punto di riferimento della Commissione italo-libica sulle questioni economiche che si vuole costituire.

    berlusconi e il rais muammar gheddafi berlusconi e il rais muammar gheddafi

     

    In Libia, dopo 17 mesi di guerra, è stato annunciato il cessate il fuoco e si è costituito un nuovo ordine, con il generale Khalifa Haftar ormai emarginato, mentre il recente patto di potere tra il premier Fayez Al Sarraj e il presidente del Parlamento di Tobruk Aguila Saleh è garantito da turchi e russi. La perdita di potere di Haftar, e di conseguenza della Francia, fa rientrare in gioco l' Italia. Di Maio ha un buon rapporto con Sarraj e nell' ultima visita in Libia non aveva incontrato Haftar.

     

    Per questo intende riprendere il dialogo e lo fa trattando la Libia come un partner commerciale privilegiato, nella speranza che questo abbia una conseguenza anche sugli sbarchi. L' obiettivo dichiarato è quello di riprendere il vecchio piano firmato da Berlusconi, paradossi della politica, che prevedeva lavori importanti, tra i quali l'«autostrada della pace» e il nuovo aeroporto internazionale di Tripoli. Opere mai completate, per la fine di Gheddafi e per l' arrivo della primavera araba. Ora Di Maio vuole riallacciare il filo, consentendo alle cento imprese italiane che operavano nel Paese di tornare a lavorare.

    LUIGI DI MAIO CON FAYEZ AL SERRAJ LUIGI DI MAIO CON FAYEZ AL SERRAJ

     

    L' altro giorno Sarraj ha sospeso il potente ministro dell' Interno Fathi Bashaga, figura chiave in Libia, il politico con il quale anche l' Italia dialogava nel tentativo di frenare gli sbarchi. Le proteste di piazza di questi giorni gli sono state in qualche modo addebitate e così Sarraj ha deciso di silurarlo. Uno scontro che potrebbe incrinare lo status quo e anche per questo Di Maio prova a proporsi come mediatore per rilanciare l' accordo.

     

    Ma è dalla vecchia intesa Berlusconi-Gheddafi che Di Maio vuole ripartire. La Libia è risultata nel 2019 il nostro secondo partner commerciale nel continente africano (dopo l' Algeria) e il nostro primo fornitore. Nei primi due mesi del 2020, le nostre esportazioni sono aumentate del 32% rispetto allo stesso periodo del 2019. Del piano Berlusconi si vuole portare a termine l' autostrada costiera «della pace». Il Mit sta rivedendo i conti e il Mef si prepara agli stanziamenti in bilancio. Ma sono molte le imprese che hanno crediti per lavori iniziati e mai finiti per la guerra. Tra le imprese che stavano entrando in Libia c' erano Eni, Leonardo, We Build. Il Consorzio Aeneas si era aggiudicato la costruzione di 2 terminal (uno per voli internazionali, un altro per voli nazionali), un parcheggio e la strada di accesso per complessivi 78 milioni. Ma i voli sono fermi dal 2014. Telecom Italia Sparkle collabora con la Libyan International Telecom Co.(LITC) e garantisce i collegamenti tra i due Paesi grazie al cavo Tripoli-Mazara del Vallo.

     

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    La Commissione dovrebbe trattare due temi: i crediti vantati dalle aziende italiane e le prospettive e i progetti di comune interesse per il rilancio delle relazioni economiche. Oggi Di Maio presenterà Di Stefano come punto di riferimento nei vari appuntamenti. Previsti incontri con Sarraj e Saleh, ma anche con il ministro degli Esteri libico Mohamed Syala e il capo della Noc, la National Oil Corporation, ovvero la compagnia petrolifera nazionale della Libia.

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