Federico Capurso per la Stampa
salvini
Il voto del Parlamento europeo su Viktor Orban e sul suo governo, accusati di aver minato lo stato di diritto in Ungheria, deve ancora arrivare a un verdetto. Eppure, nelle stanze romane del potere politico, l' epilogo della vicenda è già passato in secondo piano: «L' importante era assumere una posizione chiara», dicono a una voce sola Lega e Cinque stelle, «perché le prossime elezioni europee saranno un referendum, pro o contro l' Europa».
weber juncker
Intorno al caso Orban, le forze politiche hanno iniziato a muoversi. E nel mosaico che si sta venendo a comporre, il tassello più importante della giornata lo mette giù Matteo Salvini: «L' obiettivo è una Commissione europea guidata da due forze», dal Partito popolare europeo e da quel partito - ancora in cantiere - che terrà insieme nazionalisti e populisti. «Il progetto è quello. Lavoro per quello - dice a Porta a Porta -. Vogliamo finalmente allontanare la sinistra dal malgoverno europeo. Cancellare il duopolio socialisti-democristiani».
Nessuna intenzione di entrare nei Popolari, quindi.
Idea, questa, che avrebbe invece iniziato a circolare insistentemente ad Arcore. «Sarebbe semplice per loro entrare nei Popolari, dove c' è già Orban; difficile per noi compiere il percorso inverso, finendo tra i sovranisti e i populisti», ragionano i colonnelli di Forza Italia. Non solo. In questo modo, Silvio Berlusconi potrebbe intestarsi in Europa il merito di aver portato Salvini tra i Popolari, azzoppando il progetto di un partito nazional-populista europeo.
MATTEO SALVINI
Prima, però, Berlusconi deve ricucire lo strappo con il leader leghista. E i segnali di pace non tardano ad arrivare. C' è l' apertura alla candidatura di Marcello Foa alla presidenza della Rai, poi la «cordiale telefonata» con Orban: «Voteremo contro l' avvio della procedura disciplinare nei tuoi confronti», assicura.
Il centrodestra italiano, però, non riesce a ricompattarsi del tutto. Perché all' apertura di Berlusconi nei confronti della Lega corrisponde lo stop di Forza Italia al progetto di un' alleanza con Fratelli d' Italia in vista delle europee di maggio. Chi ha lavorato al progetto è il governatore ligure Giovanni Toti, che adesso si potrebbe trovare da solo con i partiti di Raffaele Fitto e di Giorgia Meloni.
La prospettiva, però, non entusiasma le truppe di Fdi: «Così rischiamo di scomparire». L' auspicio è che si riaprano i canali comunicativi con la Lega, chiusi da qualche tempo: «Mettiamo Salvini di fronte a un interrogativo - chiedono i parlamentari di Meloni -.
STEVE BANNON SALVINI
Chiediamogli se il suo progetto è davvero contrario a questa Europa dei burocrati. Se così è, dovrà spiegare ai suoi elettori perché non voglia allearsi con un partito che la pensa allo stesso modo». Il timore della Lega, però, è che «poi, dopo le europee, Fdi ci chiederebbe di entrare nel governo in qualche modo». E la prospettiva di creare nuovi problemi e tensioni con il Movimento 5 stelle «non è in cima alla lista dei desideri di Salvini».
Tutti si muovono. Anche il Pd, che annunciando il voto a favore delle sanzioni a Orban, rimane al centro del progetto dei Socialisti europei. Tutti, eccetto il Movimento 5 stelle.
Anche il partito di Luigi Di Maio voterà a favore delle sanzioni, ma di prospettive concrete per le europee, a Bruxelles, non ce ne sono. «Stiamo maturando una decisione, ma ad oggi sappiamo solo che non entreremo nei popolari, nei socialisti o nel gruppo ancora più radicale della Sinistra unitaria europea», ragionano gli europarlamentari M5S.
SALVINI BERLUSCONI
Anche il progetto di un gruppo europeo con il primo ministro francese Emmanuel Macron è naufragato da tempo. E nel quartier generale di Luigi Di Maio viene presa in considerazione solo come ultima spiaggia l' idea di entrare nel partito nazional-populista di Salvini, insieme al Front National di Marine Le Pen, agli ultra-sovranisti tedeschi di Afd, ai conservatori polacchi di Kaczynski: «Dobbiamo distinguerci da loro», chiede Di Maio. Il problema resta come.
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E soprattutto, con chi.