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    “DA BAMBINO LA MADRE PORTÒ BENNO DA UNO STREGONE” – NEL PROCESSO SUL DUPLICE OMICIDIO DI LAURA PERSELLI E PETER NEUMAIR, L’INSEGNANTE CHE FU PER TRE ANNI LA MAESTRA D'ASILO DI BENNO NEUMAIR HA RACCONTATO: “ERA UN BAMBINO CON DEI PROBLEMI E LO DISSI A SUA MAMMA. LEI RISPOSE CHE LO AVEVA PORTATO DA UNA SORTA DI STREGONE PER TOGLIERGLI GLI ‘SPIRITELLI MALIGNI’, VISTO CHE UNA NOTTE LO AVEVANO SORPRESO CON UN COLTELLO IN MANO DI FRONTE ALLA SORELLINA” – E LA ZIA HA DETTO CHE, DOPO IL DUPLICE OMICIDIO, BENNO AVEVA “GLI OCCHI DA SQUALO, IMMOBILI E INESPRESSIVI”


     
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    Luigi Ruggera per il “Corriere del Veneto”

     

    PROCESSO BENNO NEUMAIR PROCESSO BENNO NEUMAIR

    «Benno era un bambino con dei problemi ed io lo dissi a sua mamma Laura. Lei però rispose che lo aveva portato da una sorta di stregone, durante le loro vacanze a Bali, per togliere a Benno gli “spiritelli maligni”, così disse, visto che una notte lo avevano sorpreso con un coltello in mano di fronte alla sorellina Madè. Io rimasi shoccata da quella risposta. Mi disse anche che il suo ex marito, morto suicida anni prima, era proprio uno psicologo: io compresi allora che lei non avrebbe mai portato suo figlio Benno da uno psicologo».

     

    benno neumair 1 benno neumair 1

    Lo ha riferito, martedì pomeriggio davanti alla Corte d’assise di Bolzano nel processo sul duplice omicidio di Laura Perselli e Peter Neumair, l’insegnante della scuola d’infanzia Doriana Baracca che fu per tre anni la maestra di Benno all’asilo «Hansel e Gretel» di Bolzano.

     

    «Introverso e isolato»

    «Benno era estremamente introverso ed isolato, non si entusiasmava mai di nulla, nemmeno dei giochi, ma era anche intelligente ed ubbidiente: un “soldatino” che a noi insegnanti — ha ricordato la signora Baracca — non dava mai problemi ma che, al tempo stesso, dimostrava di avere bisogno di un aiuto psicologico che sua madre non gli diede. Mi dispiace dirlo ora che la madre è morta ma credo che ci siano delle responsabilità che rimangono».

     

    «Occhi da squalo»

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    Oltre all’insegnante della scuola d’infanzia, ha deposto in aula una seconda testimone della difesa: Elisabetta Perselli, la zia più vicina a Benno (l’unica parente ad essere andata a trovarlo in carcere dopo il suo arresto). Elisabetta ha raccontato il suo rapporto, spesso conflittuale, con la sorella Laura, criticandone apertamente il «carattere difficile».

     

    Ha anche affermato di non avere mai sospettato di Benno come responsabile del duplice delitto, almeno fino al momento del suo arresto, anche se quando lo incontrò alcuni giorni prima – quando erano in corso le ricerche di Laura e Peter - lei notò che suo nipote aveva degli «occhi da squalo: immobili e inespressivi, non trasmettevano alcuna emozione. Secondo me era, ed è ancora, un uomo disperato».

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