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    LA TOGA MI STA STRETTA. SONO 222 I MAGISTRATI “FUORI RUOLO”: PARLAMENTARI, AL QUIRINALE, NEI MINISTERI. I PIU’ FORTUNATI SONO ALL’ESTERO, IN QUALCHE AMBASCIATA – IL RECORD E’ DELLA FINOCCHIARO (OGGI MINISTRO): HA LASCIATO I TRIBUNALI NEL 1988


     
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    Dino Martirano per il Corriere della Sera

    magistrati magistrati

     

    Sotto la punta dell' iceberg - i pochi magistrati eletti in Parlamento oppure chiamati al governo - c' è un universo di toghe fuori ruolo. Si tratta di magistrati distaccati nei palazzi del governo «alla diretta dipendenza» dei ministri, nella presidenza del Consiglio, nell' ambasciata di Washington, all' Onu a New York, in Marocco e in Albania per il «collegamento» con la giustizia locale, al Quirinale, alla Corte costituzionale, nelle commissioni parlamentari, alle Corti di Strasburgo, nelle Autorità di controllo, nelle strutture della Ue, di Eulex, di Eurojust, di Europol e dell' Olaf.

     

    MICHELE EMILIANO E MATTEO RENZI MICHELE EMILIANO E MATTEO RENZI

    Comunque, il gruppone dei magistrati che hanno abbandonato temporaneamente il ruolo presta servizio al ministero della Giustizia e al Csm, come impone la legge. Si restringe, invece, la pattuglia degli eletti con la toga negli enti locali: Michele Emiliano (ex pm), governatore della Puglia, una magistrata assessore in Sicilia e poco altro.

     

    Nel giorno in cui la Camera avvia, con la relazione di Walter Verini (Pd), la discussione sulla legge Palma approvata tre anni fa dal Senato - il testo varato per stringere i bulloni delle «porte girevoli» che mettono in comunicazione i ruoli della magistratura e il mandato politico o fiduciario del governo - il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, ha chiesto al Csm l' elenco dei magistrati fuori ruolo.

     

    GIOVANNI LEGNINI GIOVANNI LEGNINI

    I numeri e i nomi che saranno forniti a Brunetta dal vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, vengono aggiornati nello «schedario elettronico» curato dal Consiglio: nell' elenco appaiono i nomi di ben 818 toghe che dalla fine degli anni 80 (la ministra Anna Finocchiaro, del Pd, è in aspettativa dall' 88) hanno smesso temporaneamente di fare il giudice o il pm. Al netto dei rientri, ora sarebbero 222 i magistrati fuori ruolo: 196 distribuiti tra i ministeri, il Parlamento, il Csm (16), la Scuola della magistratura, le istituzioni internazionali, il Quirinale (3), la Corte costituzionale (23).

    Anna Finocchiaro Anna Finocchiaro

     

    Altri 16 sono i togati del Csm eletti dalla magistratura ordinaria; 6 sono gli eletti in Parlamento (c' è anche la parlamentare europea Caterina Chinnici del Pd), 2 sottosegretari del governo Gentiloni (Cosimo Ferri e Domenico Manzione), il governatore Michele Emiliano e una magistrata in aspettativa perché ha raggiunto il marito all' estero. Nell' elenco del Csm (prima della periodica revisione avvenuta ieri sera) emergevano alcune posizioni datate: quella dell' ex deputato di Forza Italia Alfonso Papa, arrestato e condannato in primo grado a Napoli, che risulta «in aspettativa per mandato parlamentare».

     

    Alfonso Papa a Montecitorio Alfonso Papa a Montecitorio

    Non è aggiornata anche la posizione di Stefano Dambruoso, oggi questore della Camera eletto in Scelta civica nel 2013, che è in «aspettativa per elezioni politiche». Aggiornata, invece, la casella di Giovanni Melillo, capo di gabinetto del Guardasigilli Andrea Orlando, che dal 15 marzo 2017 è alla Procura generale presso la Corte d' Appello di Roma. A questo universo sommerso, conferma il relatore della legge Walter Verini (Pd), vanno applicate le regole già vigenti per i togati del Csm: cioè, un anno di «congelamento» a fine mandato prima di poter ottenere una promozione con un incarico direttivo o semi direttivo.

     

    ANDREA ORLANDO ANDREA ORLANDO

    Il problema sono i magistrati chiamati direttamente dal governo a svolgere il ruolo di capo di gabinetto, capo dell' ufficio legislativo, consulente o esperto giuridico in una ambasciata; ma anche le toghe elette in Parlamento sono sottoposte a un periodo di decantazione alla fine del mandato: pure i 5 anni di «purgatorio» necessari per poter ottenere una promozione (deliberati dal Senato) ora sono ridotti a 3 nel testo giunto in aula alla Camera. Per il quale, il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore (Pd), prevede tempi rapidi di approvazione alla Camera. Anche se poi il ddl dovrà tornare al Senato.

     

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