Massimo Gaggi per corriere.it
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«Lui tiene in ostaggio un intero armadio di addobbi natalizi a cui tengo molto, ci sono anche quelli di mia nonna!». «Glieli restituisco, stia tranquilla: sono in spedizione. Ma che fretta c’è? Mica vorrà celebrare Natale il 25 agosto! E poi prima mi deve ridare il decoder della tv via cavo e i telecomandi che si è portata via da casa per farmi dispetto». Querelle ridicola e anche un po’ deprimente, come tante dispute che costellano certe cause di divorzio. Questa fa rumore in America perché riguarda un personaggio di spessore come Rudy Giuliani, sindaco-sceriffo di New York che combattè il crimine con la celebre «tolleranza zero» dopo una carriera al vertice della magistratura, ora avvocato e consigliere del presidente Trump.
RUDY GIULIANI E LA MOGLIE JUDITH
Le udienze della causa di divorzio tra lui e la moglie Judith dopo 15 anni di matrimonio riempiono i giornali popolari e i tg non solo perché gli (ex) coniugi che non temono il ridicolo fanno volare pubblicamente gli stracci scambiandosi accuse imbarazzanti: l’avvocato di Judith, Bernard Clair, ora sostiene che Giuliani ha fatto improvvisamente sparire il suo reddito per non pagare più i 42 mila dollari mensili che deve alla moglie (alimenti e mantenimento del tenore di vita precedente).
Clair accusa solo Giuliani, ma implicitamente tira in ballo un possibile complice assai ingombrante: il presidente degli Stati Uniti. L’avvocato nota, infatti, che, da quando, nell’aprile dello scorso anno, è iniziata la procedura per il divorzio, il reddito di Rudy — che era stato di 7,9 milioni di dollari nel 2016 e di 9,5 milioni nel 2017, è precipitato quasi a zero. Questo perché Giuliani ha lasciato il suo studio legale ufficiale ed è diventato un consulente, informale e a titolo gratuito, del presidente Trump. Per conto del quale ha svolto diverse missioni, anche all’estero, oltre a continui viaggi New York-Washington, sempre da lui stesso pagati coi suoi soldi.
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Giuliani benefattore del ricchissimo Trump? Clair non può dire nulla non avendo prove, ma sospetta che l’ex sindaco di New York venga retribuito in qualche altro modo. Sospetto alimentato anche dal fatto che di recente Giuliani ha ricevuto un prestito di 100 mila dollari da Marc Mukasey, un altro avvocato di Donald Trump. «Mi sono serviti per pagare le tasse perché Judith mi ha bloccato alcuni conti bancari, ma li sto restituendo», ha risposto Giuliani ai giornalisti che gli chiedevano del prestito.
Poi è partita la controffensiva degli avvocati di Rudy: «Lui cerca di lavorare per sostenere il suo reddito, fa perfino dei podcast. Ma quest’anno è arrivato solo a 800 mila dollari. Non bastano: per poter versare i 42 mila mensili alla ex moglie dovrebbe guadagnare almeno 110 mila dollari al mese al netto delle tasse. Non ce la fa: la verità è che Judith, una infermiera che si rifiuta di lavorare, pretende che Giuliani, a 75 anni, sgobbi ancora sodo per mantenere il suo costoso stile di vita».
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Replica dell’attorney di Judith: «I 286 mila dollari per fare regali alla sua nuova fidanzata, però, Rudy li ha trovati». Insomma si va avanti così, a pesci in faccia: nessuna tregua in vista fino a gennaio 2020, quando è in calendario il processo per il divorzio. Giuliani non pare turbato: cordiale e di buon umore coi giornalisti, addirittura ringiovanito grazie a una capigliatura improvvisamente tornata scura. Il più irritato è il giudice Katz, già stufo, fin dalle udienze preliminari, di dover fare l’arbitro di una simile disputa.
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