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    LA TORINO DEI GIUSTI - LA SERIE TARGATA AMAZON, “THE BAD GUY”, È AMBIENTATA IN UNA SICILIA DEL FUTURO, O DI UN QUASI PRESENTE, DOVE IL NUOVO GOVERNO HA GIÀ REALIZZATO IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA - L’IDEA È QUELLA DI UN RACCONTO DI MAFIA COL MAGISTRATO BUONO CHE FINISCE NEL MIRINO DELLA GIUSTIZIA E, SCHIAFFATO INGIUSTAMENTE IN GALERA. APPENA POTRÀ USCIRE CERCHERÀ DI VENDICARSI. PARLATO IN PALERMITANO STRETTO, È UN PIACERE - DA VEDERE? MI PARE PROPRIO DI SÌ… - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    “Dottore, glielo posso dire, senza, offesa, a mia pare un piano de la minchia!!!”. Eccoci. Dopo i mafia movie arrivano i film, anzi le serie di fanta-mafia. Non cambiano molto dai mafia movie, in realtà, anche se questa serie, presentata al Torino Film Festival, “The Bad Guy”, targata Amazon, prodotta da Indigo, diretta da Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi, scritta da Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe Stasi, è ambientata in una Sicilia del futuro, o di un quasi presente, dove il nuovo governo (di destra? probabile) ha già realizzato il ponte sullo stretto di Messina.

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    Da vedere? Mi pare proprio di sì, ne ho viste due puntate e penso di vedere anche le altre. Una delle garanzie è Luigi Lo Cascio, protagonista, come il magistrato eroe Nino Scotellaro che viene schiaffato 15 anni in prigione perché colluso con la mafia, viene poi dato per morto e risorge col nome di Balduccio Remora, il nuovo cattivo della mafia, il bad guy.

     

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    Ma è favolosa anche Selena Caramazza come sua sorella, carabiniera, ex-tossica, lesbica, con taglio di capelli e moto alla Rooney Mara di “Millenium”, che ha un lungo conto col fratello (“fratello dispotico, traditore dei suoi ideali, magistrato mafioso… ma aveva anche dei difetti”), per non dire di Claudia Pandolfi, avvocatessa e moglie di Nino Scotellaro, di Vincenzo Pirrotta come Salvatore Tracina, pentito di mafia e bombarolo, di Fabrizio Ferracane, che alla seconda puntata si è appena visto nel ruolo del capo dei capi Mariano Suro detto “Lo squalo bianco”. Sembra una bella new entry anche Giulia Maenza come figlia di Suro.

     

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     L’idea è quella di un racconto di mafia col magistrato buono che finisce nel mirino della giustizia e, schiaffato ingiustamente in galera (almeno a quel che vediamo…), appena potrà uscire cercherà di vendicarsi. Gli sceneggiatori gli hanno cucito addosso una brutta rinite cronica, ma alla seconda puntata si è operato e è guarito (sarà uno spoiler?).  Peccato perché il magistrato con la rinite funzionava. Lo arrestano proprio mentre sta vedendo una fiction di Rai Uno, o simil Rai Uno, su se stesso, “Il magistrato buono” alla caccia di chi ha ucciso il suo capo, nonché il padre di sua moglie.

     

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    Bel casino. Parlato in palermitano stretto, è un piacere, è una versione meno realistica e più international style del crudo “Spaccaossa”, ma c’è gran parte dello stesso cast, a cominciare da Selene Caramazza, Vincenzo PIrrotta e Luigi Lo Cascio, ormai indispensabile per ogni mafia movie che si rispetti. Tutti bravi e perfetti. Più veri delle guest star della 7, Enrico Mentana e Andrea Purgatori, che devono rifare se stessi.

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