imane fadil al processo ruby del tribunale di milano
Paolo Colonnello per “la Stampa”
Imane Fadil ogni volta che varcava la soglia del palazzo di giustizia di Milano per raccontare delle sue serate ad Arcore, tra balli sfrenati e spogliarelli equivoci, appariva nervosa, tesa, per nulla assimilabile alla sfrontatezza di alcune "Olgettine" che vivevano l' assalto di fotografi e telecamere come una nuova opportunità di ribalta.
imane fadil
Imane era arrabbiata, disperata: «Da questa vicenda ho avuto solo guai», ripeteva. «Ho respinto tantissimi tentativi di corruzione da parte di Silvio Berlusconi e dal suo entourage. Ma ora sto scrivendo un libro vedrete». Il file del libro adesso è nelle mani della Procura che finora, a quanto pare, non ha trovato nulla di particolarmente sconvolgente nei racconti un po' confusi di questa ragazza.
Il cui omicidio, dovuto a un mix di sostanze radioattive difficilmente reperibili in commercio, assomiglia più a un' esecuzione di quelle messe in atto da qualche potente servizio segreto che a una vicenda legata alla semplice prostituzione o a qualche ricatto sessuale. Che senso aveva uccidere Imane Fadil adesso? Dopo che aveva testimoniato innumerevoli volte, dopo che aveva raccontato in video e nelle interviste le cose più assurde e stravaganti sulle sue esperienze nella villa di Arcore?
imane fadil
In una delle ultime interviste, rilasciate al Fatto Quotidiano esattamente l' aprile di un anno fa, Imane raccontò persino di essere convinta che nella magione di Berlusconi si fosse insediata una setta satanica composta quasi solo da donne diaboliche e che nei sotterranei vicini alla piscina vi fossero magazzini con lunghe tuniche servite più per delle messe nere che per i "bunga bunga" e una stanza tutta buia dove svolgere chissà quali orgiastici riti. Non che qualcuno in Procura l' avesse presa sul serio.
IMANE FADIL AL TRIBUNALE DI MILANO
Eppure, tra i tanti racconti di perizomi e balletti saffici («Ricordo Minetti vestita da uomo, altre da poliziotte, Iris Berardi da Ronaldinho, una da Boccassini»), uno venne preso molto sul serio anche se approdò a poco, se non all' accertamento dell' esistenza di un mondo ambiguo e pericoloso che girava intorno a Imane. Fu quando lei, durante una testimonianza a uno dei processi che vedevano imputati Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, raccontò di essere stata avvicinata nella primavera del 2011, da un presunto intermediario siriano, tale Saed Ghanaymi.
IMANE FADIL AL TRIBUNALE DI MILANO
Quest' ultimo, spiegò in aula Fadil, «diceva di essere amico di Berlusconi e mi disse di andare ad un incontro ad Arcore per avere dei soldi. Io nel marzo aprile del 2011 mi recai dall' avvocato Asa Peronace per chiedere una consulenza. Solo dopo venni a sapere che quello era l' avvocato delle gemelle De Vivo (finite anche loro nel giro delle "olgettine", ndr). Fu l' avvocato a farmi incontrare quest' uomo straniero che si presentò come Marco. Lo incontrai due giorni dopo a Linate e là mi diede un telefono e una scheda per potermi chiamare e non essere intercettato. Mi ha chiamato tante volte e ogni volta mi diceva di prendere un taxi e andare ad Arcore per avere dei soldi. Credo fosse dei servizi».
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Ma, continuò Imane, il siriano, dopo aver capito che lei non avrebbe accettato l' offerta, la minacciò: «Mi disse: fossi in te, io non mi scontrerei con certe persone, stai zitta». Fadil aggiunse anche di aver saputo dell' esistenza di foto compromettenti che ritraevano Ruby con Berlusconi in atteggiamenti «di natura sessuale». Il siriano, rintracciato e interrogato dalla Procura, ovviamente smentì e quando gli chiesero se apparteneva a dei servizi segreti rispose di "non ricordare". Incredibile. Foto a luci rosse, ricatti, emissari siriani. La trama di un libro di fantasia, se non fosse che adesso il cadavere c' è per davvero è la morte è stata atroce: disfacimento delle viscere per avvelenamento.
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La bellezza di questa giovane di origini marocchine, vissuta a Torino in una famiglia modesta con un fratello e una sorella gemella, e arrivata a Milano in cerca di successi effimeri, sembrava sfiorire a ogni nuova testimonianza. Infanzia difficile, gioventù tra discoteche e personaggi equivoci.
IMANE FADIL ARRIVA AL TRIBUNALE DI MILANO
Ora Lele Mora, che la presentò a Silvio Berlusconi quando Imane aveva 25 anni, la ricorda come una «ragazza insignificante, triste e infelice», ma è una cattiveria. Perché quando la giovane varcò i cancelli di Villa San Martino, e lo fece per ben otto volte («Ho visto di tutto, ragazze nude o a terra che mi guardavano disperate») era in realtà di una bellezza esotica, capace di tener testa a Ruby Rubacuori, la regina di quelle "cene eleganti" in cui l' unica eleganza concessa era quella di rifiutare buste con migliaia di euro in contanti in cambio di sesso. «L' ultima volta mi dissero che se non avessi fatto qualcosa in più era inutile che stessi lì. Non tornai più».
IMANE FADIL ESCE DAL TRIBUNALE DI MILANO IMANE FADIL ARRIVA AL TRIBUNALE DI MILANO IMANE FADIL ARRIVA AL TRIBUNALE DI MILANO IMANE FADIL ARRIVA AL TRIBUNALE DI MILANO ruby rubacuori IMANE FADIL ARRIVA AL TRIBUNALE DI MILANO IMANE FADIL ARRIVA AL TRIBUNALE DI MILANO