Filippo Facci per “Libero quotidiano”
berlusconi salvini
La destra sta facendo la destra e Berlusconi sta facendo il Berlusconi: sintesi, questa, che dirà tutto ad alcuni e niente ad altri. Il tema è l' immigrazione, ergo «destra» per alcuni equivale sempre a «fascisti» e Berlusconi equivale anche a peggio, mentre per altri ancora - anche da queste parti - la destra di governo equivale giocoforza alla Lega, dunque a un' intransigenza che è propria di tutte le destre occidentali; il Berlusconi pietista, invece, rischia di equivalere a una Boldrini nel senso di Laura, ex presidente della Camera prematuramente scomparsa dal protagonismo politico.
STEFANIA PRESTIGIACOMO SULLA SEA WATCH
Accostamenti eretici a parte (diffamatori per entrambi) è assai probabile che la frase del Cavaliere, quella secondo la quale «47 immigrati in più in più non cambiano nulla» (questione della nave Sea Watch 3 bloccata nel canale di Sicilia) per molti sia suonata terribilmente bizantina, anzi italiana, anzi democristiana, accomodante, compromissoria, soprattutto tombale rispetto all' idea di ricostruire una destra allargata che congedi gli sciroccati grillini.
Ci sarà anche una strategia, dietro il netto smarcamento di Berlusconi da Matteo Salvini e dietro l' improvvisa sortita di Stefania Prestigiacomo (una fedelissima) a bordo della Sea Watch, una signora che pure, non dimentichiamo, difese la Bossi-Fini, era a favore del reato di immigrazione clandestina ma, d'altra parte, ha detto più volte che «l' Italia ha bisogno dell' immigrazione» e si è detta a favore del voto agli immigrati; questo mentre un altro ondivago fedelissimo, Gianfranco Miccicchè, diceva che «Salvini è peggio di Hitler» e che non bisogna «cedere all'odio collettivo»; e questo, ancora, mentre un' altra fedelissima come l' europarlamentare Lara Comi dava manforte al Cavaliere benaltrista e annuiva con un «Berlusconi ha ragione, come si fa ad avere paura di 47 migranti quando 600mila clandestini sono ancora in Italia?». Sono dei berlusconiani che danno ragione a Berlusconi: forse ne avevamo già visti.
STEFANIA PRESTIGIACOMO SULLA SEA WATCH
Ma se pure ci fosse dietro chissà quale strategia - dicevamo - per molti il Berlusconi di questi giorni è lo stesso che nel 1997 (governo Prodi) fu capace di piangere in tv dopo aver visitato i superstiti della motovedetta albanese speronata dalla corvetta Sibilla, al largo del canale d' Otranto: ossia quando il Cavaliere aggiunse, tra le lacrime, che un Paese democratico non poteva respingere delle persone giunte qui «per poter lavorare».
LE LACRIME DEL PASSATO
STEFANIA PRESTIGIACOMO, NICOLA FRATOIANNI E RICCARDO MAGI IN GOMMONE VERSO LA SEA WATCH
A quel tempo la Boldrini lavorava per il Programma Alimentare Mondiale (detto Pam) e ci stava anche bene, e sempre a quel tempo toccava a Romano Prodi fare il Salvini dunque spiegare, banalmente, che la sorveglianza dell' immigrazione clandestina «rientra nella doverosa tutela della nostra sicurezza e nel rispetto della legalità che il governo ha il dovere di perseguire».
Da allora però ne è passata di acqua nel Mediterraneo: oggi, per gli immigrati, non piange quasi più nessuno - neanche e sinistra, a ben vedere - e, per una minoranza di elettori che Berlusconi potrebbe ammansire, ce n'è un' altra a cui potrebbe far girare irreversibilmente le palle: ancora ricordando il fuoco amico che il centrismo esasperato dei vari Fini-Casini-Follini (Casa delle libertà) riservò proprio a lui, al Berlusconi premier, nei primi anni del millennio. Ora il centrista però sembra lui, il Cavaliere, attento al destino della Sea Watch ma nondimeno agli zero-virgola dei sondaggi che hanno ricominciato a frusciare dopo la sua millesima discesa in campo.
sea watch
OCCHIO AGLI ZERO-VIRGOLA
Anche perché non c'è soltanto il Berlusconi versione Boldrini, ce n' è un altro che ha detto altre cose che delineano bene il quadro: il vero problema è il mancato sviluppo - ha detto - e quindi le tasse, i soldi buttati col reddito di cittadinanza, la spaventosa incompetenza dei grillini e l'invidia sociale come loro motore dinamico. Che ci sia del vero, almeno in questo?
matteo orfini in prefettura a siracusa
Nel frattempo, però, l'uscita sugli immigrati del Berlusconi indeciso a tutto sembra proprio un uppercut al mento di Matteo Salvini, e, indirettamente, anche ai fianchi di quella destra che non ha (più) voglia di stare troppo appresso agli sbalzi umorali di uno o dell' altro.
Non c' è soltanto Fratelli d' Italia a voler federare una destra che pare soltanto unita, per ora, più che dalle idee sull' immigrazione, dall' insopprimibile desiderio di rispedire i grillini dove loro compete: non tanto all' opposizione, quanto all' ufficio di collocamento. O come si chiama adesso.