• Dagospia

    BANANADRAMA - I GIORNALISTI ARRIVATI DA OGNI PARTE DEL MONDO ASPETTANO LA FINE DEL CAV – LA TV COREANA: “È TUTTO MOLTO COMICO E DRAMMATICO”


     
    Guarda la fotogallery

    Mattia Feltri per "La Stampa"

    SILVIO BERLUSCONISILVIO BERLUSCONI

    C' è un bel pubblico, anche in assenza dello spettacolo. Gironzola per il cortile secentesco e si produce nella didattica: «Papa Alessandro VII, sotto il cui pontificato si concluse l'edificazione della chiesa e del doppio ordine di arcate che domina la corte, voleva che questo spazio fosse come un palcoscenico». È tutto buono per tirare sera. E poi certo che è un palcoscenico, ma non hanno tolto il sipario: è dalle 14 che siamo qua per raccontare ciò che non si vede.

    SANTIVO ALLA SAPIENZASANTIVO ALLA SAPIENZA

    L'ingresso riservato ai senatori a Sant'Ivo alla Sapienza, a fianco di Palazzo Madama, è serrato da una barriera di plastica gialla - orrido intruso fosforescente fra la pietra secolare malamente occultato da un drappo purpureo. Ogni tanto da lì spunta qualcuno dei componenti la Giunta in pieno quarto d'ora di celebrità. Addosso in massa, coi nerboruti operatori con telecamera a spalla che si fanno giustizia a gomitate. «Chi è?», si leva il nostro grido disperato.

    E chi li conosce? Impareremo ad associare un volto assiduo, oggi, alla persona del senatore a cinque stelle Maurizio Buccarella, prodigo di dettagli indecifrabili. È innanzitutto da lui che veniamo a sapere dell'andamento della seduta, altrimenti illustrato da voci incontrollabili che parlano del più carbonaro degli inciuci, oppure della rissa di quartiere, e tutte le ipotesi intermedie comprese. Si discute animatamente se siano prevalenti le relazioni o le pregiudiziali, e se relazioni e pregiudiziali si equivalgano per quantità. O qualcosa del genere.

    Nel frattempo sono calati nel cortile, col fiuto del predatore, parlamentari come Pier Ferdinando Casini e Anna Maria Bernini. Quelli delle tv (che più tardi si disputeranno il grillino Mario Giarrusso come gli affamati un pezzo di pane) si fiondano sugli ospiti per riempire di qualcosa l'attesa infinita e sempre più sterile. Ci si siede ad osservare l'andirivieni, i turisti attratti dalla folla (e soddisfatti di fotografare la chiesa del Borromini) che chiedono che stia succedendo.

    SILVIO berlusconiSILVIO berlusconi

    I curiosi che bivaccano e basta, per esempio un funzionario dell'Archivio di Stato che indossa una t-shirt lisa e sporca di pomodoro («e che ci posso fare? Non viene via...»), quasi ventennale («me l'ha regalata il mio barbiere nel '95») con sopra scritto «Berlusconi facci il miracolo: sparisci». Arrivano e ciondolano quelli della tv coreana (Kbs), in Italia da quindici giorni per raccontare il romanzo della nostra politica.

    SANTIVO ALLA SAPIENZASANTIVO ALLA SAPIENZA

    Arrivano, ciondolano e se ne vanno. Poi tornano. Se ne stanno in disparte a riprendere noialtri che scattiamo al minimo fruscio. Per esempio: uno pronuncia il nome del relatore, il pidiellino Andrea Augello. Un altro capisce che Augello medesimo sta arrivando alle transenne gialle, parte di potenza, tutti gli altri dietro, per riflesso, volatona, pigia pigia: e poi non c'è nessuno e ci si ritira mesti. Ecco, i coreani riprendono questo frenetico andirivieni. Yang Sung Dong, producer and director della suddetta emittente, siede sui gradini sotto il portico e dice: «Italian style».

    SANTIVO ALLA SAPIENZASANTIVO ALLA SAPIENZA

    Dice che in Corea (del Sud, naturalmente) sono molto interessati a quello che succede dalle nostre parti. Sanno tutti chi sia Silvio Berlusconi ed esattamente come qui sono divisi in due fazioni, chi lo vorrebbe in carcere e chi alla guida del Paese. Dice «drama and funny», ma più funny che drama, più comico che drammatico.

    Da un certo punto in poi il problema di quest'armata dell'informazione - siamo anche in duecento nei momenti di calca - è di scoprire a che ora finirà la seduta. Ci sono problemi tecnici, messe in onda, pagine che chiudono. Ci si rassicura a vicenda con spifferate esclusive: «Alle 20,30 tre di loro - Schifani, la Pezzopane e Stefàno - sono attesi a Porta a Porta, quindi alle otto è finito tutto».

    Ridiscende Giarrusso rivestito di autorevolezza: accerchiato offre i dettagli più oscuri. Una giornalista esce dal mucchio: «È inutile, non ci si capisce nulla». Altri, più sicuri di sé, osservano che è invece semplicissimo: dipende se si vota sugli allegati introduttivi... Arriva Yang Sung Dong, vuole che gli si spieghi a che punto siamo. Ma come si dice in inglese allegato introduttivo alle pregiudiziali della relazione?

     

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport